Il Coronavirus sta tornando prepotente anche nella nostra Isola? É una domanda frequente, intorno alla quale si intrecciano tutta una serie di altri interrogativi. Cosa succederà in autunno? I nostri bimbi potranno tornare a scuola in sicurezza? Rischiamo un altro lockdown? I dati di oggi confermano un trend di contagi in rialzo, con 19 nuovi positivi, spalmati in diverse province dell’isola. Capofila é Catania, che conta almeno tre focolai: uno nel quartiere di Librino, uno a Misterbianco e un altro a Pedara, sull’Etna. In questa ultima fattispecie, interessati sarebbero tre nuclei familiari, con in tutto undici persone positive, quattro delle quali ricoverate (due sono bambini) in condizioni non preoccupanti. Altro allarme all’hotspot di Pozzallo, dove oggi sono stati registrati otto positivi tra gli immigrati ospiti del centro. Altri quattro positivi al centro ortopedico di Ganzirri a Messina, uno a Palermo e uno ad Agrigento. Le buone nuove arrivano dal reparto di Ostetricia e Ginecologia dell’ospedale Civico di Palermo. Sono finora tutti negativi i tamponi eseguiti a sanitari e degenti. Nei giorni scorsi la notizia di una paziente positiva, gravida, di nazionalità somala, arrivata dall’hotspot di Lampedusa e ricoverata per due giorni in corsia senza che le fosse ancora stato praticato il tampone (era risultata negativa al sierologico eseguitole nelle Pelagie), aveva lanciato nel panico più di un centinaio di persone, che in qualche modo avevano avuto a che fare con il reparto. Sebbene anche i vertici politici regionali chiedano chiarezza alla direzione del Civico, circa la gestione dell’emergenza, allo stato attuale il timore di un focolaio pare sia peregrino.
In merito alla situazione Coronavirus in Sicilia abbiamo chiesto un parere al professore Antonio Cascio, stimato infettivologo e ordinario della cattedra di Malattie Infettive alla Facoltà di Medicina a Palermo.
professore Cascio, quanto accade in questi giorni deve farci preoccupare?
In realtà non sta succedendo nulla di nuovo. Il virus continua a circolare e questo è il primo dato di fatto. Ciononostante io continuo ad essere cautamente ottimista, vuoi perché è messo in conto che un virus come questo si comporti per come sta facendo, vuoi perché, se é vero che aumentano i positivi, é anche vero che la maggior parte sono asintomatici.
Possiamo stare quindi più tranquilli?
Non dobbiamo essere terrorizzati nell’approccio alla vita di tutti i giorni, dobbiamo però essere molto prudenti. Il virus gira ma noi possiamo arginarlo controllando e controllandoci. Quindi distanziamento, uso di dpi laddove necessario ed ovviamente invito a segnalare qualsiasi sintomo sospetto in prima battuta al proprio curante. Come dicevo, abbiamo tanti asintomatici, che sono molto meno contagiosi dei sintomatici, poiché hanno meno virus circolante nell’organismo e non tossendo o starnutendo evitano di trasportarlo in giro. Ciò non vuol dire però che non si debba essere molto cauti. Chi è positivo deve tassativamente rispettare l’isolamento, tutti gli altri devono evitare comportamenti a rischio. Gli asintomatici inoltre possono essere tali oggi e manifestare sintomi domani, quindi prudenza sempre per sé e per gli altri.
Come goderci l’estate in sicurezza?
Le ferie estive sono un toccasana, in qualsiasi modo avremo modo di farle. Quindi non solo possiamo andare in vacanza ma mi permetto di dire che dobbiamo farlo. In che modo? Mantenendoci nelle nostre belle località, sicule o comunque nazionali. Evitando di frequentare locali chiusi ed affollati. Limitando le effusioni al di lá dei nostri stretti giri familiari e quotidiani. A tal proposito, cerchiamo di tenere stretta la cerchia delle frequentazioni. Ciò non vuol dire che non possiamo incontrare persone nuove o che tornano da lontano, semplicemente è preferibile mantenere con queste il distanziamento. Una bella chiacchierata la si puó fare anche a un metro e mezzo di distanza così come, di questi tempi, un bel sorriso può sostituire un abbraccio. Sí alle feste: matrimoni, lauree, compleanni, evitando però la presenza di centinaia e centinaia di persone, la calca, prediligendo i luoghi aperti e usando la mascherina ogniqualvolta che non è garantita la giusta distanza.
Della questione immigrati, cosa pensa?
Penso che occorra ragionare con razionalità, evitando sí il razzismo, ma anche il buonismo. I migranti è assodato che possano essere portatori di varie malattie, non solo del Covid. È giusto accogliere queste persone, ma si deve farlo con sicurezza: quindi si devono fare i test all’ingresso (non solo quelli per il Coronavirus, ma anche quelli per Hiv, epatite, Tbc) e nella fattispecie è fondamentale che tutti gli entranti siamo sottoposti al tampone rinofaringeo a maggior ragione prima che accedano in ospedale. È un periodo delicato e non ci devono essere défaillance.
Effetti a lungo termine della Covid, quale il suo parere?
Come tutti i virus anche il Coronavirus ha i suoi effetti a lungo termine. Conosciamo poco la malattia da Covid, ma a sufficienza per dire che, a lungo termine, può causare fibrosi polmonare in chi ha sviluppato una polmonite severa. Si possono avere dei reliquati, ossia delle cicatrici, più o meno circoscritte o diffuse in relazione a quanto è stata severa la polmonite, tali da causare degli strascichi. In linea di massima, ad oggi, possiamo anche dire che chi ha avuto problemi epatici o cardiovascolari non dovrebbe aspettarsi grandi conseguenze. Al momento però non ragioniamo nell’ordine delle certezze assolute. É un virus nuovo e stiamo imparando a conoscerlo e ad affrontarlo.
In autunno avremo la temuta e forte ricaduta?
Se staremo attenti a proteggerci e quindi a proteggere, se si sapranno isolare i casi, evitando focolai, se si faranno i tamponi e si avrà il buonsenso di segnalare i sintomi sospetti, secondo me in autunno non avremo numeri preoccupanti. Occorre però prudenza, buonsenso e sorveglianza.
Professore, il virus avrà la meglio e lo “prenderemo” tutti o sparirà come la Sars?
Il Coronavirus è un problema che esiste, potrebbe esserci il rischio teorico che lo prenderemo tutti, ma questa non è una certezza, perché abbiamo ancora tanto da conoscere in merito alle sue dinamiche. Anzitutto puntualizziamo che, semmai dovessimo tutti entrarvi in contatto, non vorrà dire che il Coronavirus attaccherà l’umanitá in maniera uniforme e sempre violenta. Il virus, per usare un linguaggio comune, tenderà a depotenziersi, così come fanno generalmente tutti i processi virali. Ad oggi questo depotenziamento non è stato dimostrato. Ho modo di affermare che la malattia da Covid oggi è differente rispetto a marzo, ma non depotenziata. Altra arma a disposizione sarà il vaccino, che ci auguriamo arrivi in tempi ragionevoli, anche se dubito che ciò accadrà entro l’anno. In molti ci aspettiamo che il Coronavirus si comporti come la temutissima Sars, ossia che scompaia d’emblèe, anche se il suo andamento relativizza queste speranze. Potrebbe però capitare.
In caso contrario la soluzione è convivere con il rischio del contagio?
Assolutamente sí. Stiamo cambiando abitudini e stili di vita, quindi seguitiamo su questo fronte, cercando però di addomesticare la paura, piuttosto che farci condizionare da questa. Prudenza e serenità devono essere le parole chiave di questo momento storico.