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Avete mai portato i vostri bimbi a una mostra? Vi stupiranno

La mia esperienza di storico dell'arte che, una volta diventata mamma, sta cercando di far scoprire "il mondo magico" anche ai suo i bimbi

“Quel che ascolta più scempiaggini al mondo è forse un quadro da museo”
(Edmond e Jules de Goncourt, Idées et sensations, 1866)

Niente di più vero. Quante volte ci siamo trovati ad ammirare un quadro, una scultura o anche un’opera architettonica e, invece di lasciarci trascinare silenziosamente dalle sensazioni ed emozioni che esse ci comunicavano, abbiamo provato a descriverne e decifrarne ogni minimo particolare?
Non so quando sia nato esattamente il mio amore per l’arte, o meglio per la visione dell’arte in ogni sua forma, ma ricordo esattamente quale sia stato il primo quadro a colpirmi inaspettatamente come una freccia di Cupido: “La camera di Vincent ad Arles” di Vincent Van Gogh, esposto al Musée d’Orsay di Parigi.

Avevo circa 12anni e ricordo quel viaggio a Parigi quasi come un rito d’iniziazione: da quel momento in poi ho capito che il nostro sguardo e, di conseguenza, la nostra mente hanno bisogno di stupirsi e meravigliarsi, di nutrirsi di silenzi e di coltivare il Bello, perché da tutto questo può derivarne non solo un arricchimento individuale, ma, soprattutto, uno “stare al mondo” con consapevolezza, civiltà e gratitudine.
Insegnamenti, questi ultimi, che ho appreso durante gli anni universitari grazie a docenti di raro spessore culturale che mi hanno trasmesso l’amore per la “contestualizzazione”, chiave di lettura fondamentale che, attraverso un’opera d’arte, ti permette di capire la storia di ciò che ci circonda.

 

Si sa, diventare genitori comporta delle rinunce, che però possono essere solo “temporanee”

Basta avere la pazienza di superare la fase critica dei primi tre anni, che magicamente ti ritrovi davanti non più un neonato, ma un “bambino vero”.
Quando Anna e Niccolò erano piccolini, portarli a vedere una mostra sarebbe stato un vero e proprio disastro: pensate solo all’idea di girare per le sale di un museo con un passeggino colmo di borse appese, giubbini, bambini e giochini, praticamente un albero di Natale ambulante o, per restare in tema, un’installazione ambulante! Si può sempre lasciare il passeggino nel guardaroba, direte voi, peccato però che non ci puoi lasciare anche i bambini e, quindi, sei costretta ad imbracarti con quei fantastici marsupi sperando che il neonato dorma e che la piccola “più grande” rimanga incatenata alla tua mano, giusto per non finire sulla prima pagina di tutti i giornali per aver cercato di rubare un Picasso.
In realtà, i bambini avranno sempre questa tentazione di toccare le opere di un museo, soprattutto le sculture, ma è anche vero che da “grandicelli” quali sono potete tranquillamente spiegare loro che cosa è un museo e come bisogna comportarsi e, “stranamente”, vi ascolteranno.

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L’anno scorso, per la prima volta, abbiamo portato Anna e Niccolò ad una mostra

Avevano 7 e 3 anni e siamo andati a vedere le opere di Keith Haring a Palazzo Reale: è stato un vero successo! Fortunatamente le sale espositive erano ampie e le opere di Haring erano per lo più di grandi dimensioni così da riuscire a calamitare l’attenzione e lo sguardo dei bambini. Keith Haring non è un artista “semplice”, ha avuto un vissuto molto travagliato che ovviamente ha espresso nelle sue opere, ma questo Anna e Niccolò non potevano saperlo né io ho raccontato loro tutti i dettagli della vita dell’artista: il loro sguardo era attirato dai colori scintillanti e da quelle immagini così diverse dai loro schemi e dalla loro “idea” di disegno.

 

Seduti sui divanetti o per terra li ammiravo mentre loro ammiravano. Per me è stata una mostra nella mostra

Certo, non sono mancati momenti topici ed esilaranti come Niccolò, che nel silenzio assoluto e davanti a tanti visitatori concentrati, esclama: “Mamma hanno sbagliato, hanno disegnato una bocca su un culo!”. Oppure davanti a un’opera che rappresentava delle scimmie, sempre Niccolò, ha improvvisato canto e ballo di “Occidentali’s Karma” di Gabbani, tanto in voga in quel periodo.
Esattamente un anno dopo abbiamo ripetuto l’esperimento portando i bambini a Bologna (Palazzo Albergati) a vedere la mostra sui surrealisti “Duchamp, Magritte, Dalí: i rivoluzionari del ‘900”. Non è stata una mostra “facile”.
Spesso, infatti, risulta immediato accostare la visione onirica dei surrealisti al mondo immaginifico dei bambini, ma non é così perché l’avanguardia surrealista è mossa da una volontà di contrasto alle convenzioni che dovrebbe risultare più fruibile agli adulti che ai bambini. Inoltre le sale espositive di Palazzo Albergati non erano proprio a misura di bambino e molte opere fotografiche non erano alla loro altezza, centimetri parlando; ciononostante Anna, la razionale, ha avuto l’occasione di osservare che non tutto è classificabile, mentre Niccolò, più visionario, a volte ha avuto anche paura, come all’interno della “Sala Mae West”, un’installazione di Dalì: lo STUPORE che suscita la visione artistica ha il grande valore di accomunare le persone e se ci riesce con Anna e Niccolò, così diversi tra loro, ci può riuscire con chiunque!

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Pertanto, anche questa volta l’esperimento é andato a buon fine.
Quando si portano i bambini a vedere una mostra, secondo me, non bisogna raccontargli quello che andranno a vedere, ma, stando un passo dietro di loro, sarebbe necessario lasciarli “liberi di stupirsi” e di porsi delle domande a cui magari non sappiamo rispondere, perché anche noi adulti, un tempo bambini, siamo colti da quella stessa meraviglia che non riusciamo a spiegare.
D’altronde io non ho mai amato particolarmente Vincent Van Gogh né quel periodo artistico di cui ha fatto parte, eppure la “Camera di Vincent ad Arles” ammirata da bambina mi ha portata ad esplorare un mondo meraviglioso.

Anche se la primavera è ormai alle porte e desideriamo solo lunghe passeggiate all’aria aperta, pic-nic e scampagnate, io vi consiglio, però, di approfittare delle vacanze Pasquali / 25 aprile / 1 maggio per visitare una mostra con i vostri bambini: da Nord a Sud, passando per le isole, avete solo l’imbarazzo della scelta!

GENOVA Palazzo Ducale “Picasso” (fino al 06 Maggio)
SITO UFFICIALE: http://www.palazzoducale.genova.it

MILANO Galleria Depart “Alighiero Boetti. Il mondo fantastico” (fino al 28 Aprile)
SITO UFFICIALE: http://www.depart.it
MUDEC “Frida Kahlo. Oltre il mito” (fino al 03 Giugno)
SITO UFFICIALE: http://www.mudec.it/

VENEZIA Istituto provinciale per l’infanzia Santa Maria della Pietà “Storie di bambini. Disegni di Letizia Galli” (fino al 15 Aprile)
SITO UFFICIALE: http://www.storiedibambini.org/

PADOVA Palazzo Zabarella “Joan Mirò. Materialità e metamorfosi” (fino al 22 Luglio)
SITO UFFICIALE: http://www.zabarella.it/

BOLOGNA Palazzo Pallavicini “Vivian Maier. La fotografa ritrovata” (fino al 27 Maggio)
SITO UFFICIALE: http://www.palazzopallavicini.com

FIRENZE Santo Stefano al Ponte “Monet Experience and the Impressionists” (fino al 01 Maggio)
SITO UFFICIALE: http://www.monetexperience.it

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ROMA Complesso Monumentale San Giovanni-Addolorata “Klimt Experience” (fino al 31 Maggio)
SITO UFFICIALE: http://www.klimtexperience.com
Palazzo delle Esposizioni “La mela di Magritte” (fino al 10 Giugno)
SITO UFFICIALE: http://www.palazzoesposizioni.it/

NUORO MAN_Museo d’Arte della Provincia di Nuoro “L’Elica e la luce. Le Futuriste. 1912-1944” (fino al 10 Giugno)
SITO UFFICIALE: http://www.museoman.it/

CATANIA Palazzo della Cultura “Toulouse-Lautrec. La Ville Lumière” (fino al 03 Giugno)
SITO UFFICIALE: http://www.mostratoulouselautrec.com

2 risposte

  1. Molto interessante, è bello fare queste esperienze con i propri bambini! chissà se anche io ci riuscirò!

  2. Te lo consiglio vivamente! I bambini registrano ed lavorano ogni stimolo, soprattutto visivo. E in una mostra o museo gli stimoli non mancano.
    Per non parlare poi, delle interpretazioni che daranno: ti stupiranno!

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