Home » L’asma nel bambino è una patologia diffusa e delicata

L’asma nel bambino è una patologia diffusa e delicata

Occorre avere una diagnosi precoce per attivare cure e precauzioni

Cara Dott.ssa,
da poco tempo al mio bambino, che ha 7 anni, è stata diagnosticata l’asma di tipo allergico. Si tratta di una patologia che con la terapia andrà incontro a guarigione? Quali misure di prevenzione occorre adottare?
Grazie,
Carla

Cara Carla,
l’asma allergico è la patologia cronica respiratoria più frequente del bambino. La prevalenza delle malattie allergiche è in aumento in tutto il mondo, soprattutto in età pediatrica.

L’asma è una malattia multi-fattoriale

(genetica e fattori ambientali) ed eterogenea che si caratterizza per un’infiammazione cronica a carico dei bronchi, iper-reattività bronchiale e per un corteo di sintomi, variabili nel tempo per intensità e frequenza.
Esistono diversi fenotipi di asma. Iniziamo a parlare di asma a partire dai 5 anni di vita.
In età pre-scolare si preferisce identificare tale condizione come wheezing, ovvero respiro sibilante.
Ciò che bisogna sottolineare è che il wheezing, chiamato volgarmente anche “broncospasmo”, non in tutti i casi è allergico.

 

Per chiarezza occorre sottolineare che esistono due fenotipi di wheezing:

– wheezing episodico virale;
– wheezing multi-trigger.
Non sempre la distinzione è così netta, esistendo condizioni variabili e, talvolta, tra loro sovrapponibili.

Il primo tipo si presenta generalmente in occorrenza di un episodio infettivo respiratorio con benessere clinico tra i vari episodi di “broncospasmo” che possono susseguirsi.
Il wheezing multi-trigger è caratterizzato, invece, da episodi di respiro sibilante in concomitanza con episodi infettivi virali come nel caso sopradescritto, ma i sintomi sono presenti anche tra un episodio e un altro di “broncospasmo”.

I bambini con wheezing non è detto che siano asmatici o che lo diventeranno; il wheezing di tipo episodico virale tende infatti a scomparire intorno all’età di 5 anni.
Esistono tuttavia dei fattori di rischio, in presenza dei quali, aumenta la probabilità che un bambino con wheezing dopo i 5 anni di età possa essere asmatico, tra questi ad esempio la familiarità per malattie allergiche, soprattutto nei parenti di I grado; la coesistenza nello stesso bambino di altre patologie allergiche, il numero di episodi di wheezing in un anno.

Può interessarti:  Esiste l'amicizia tra donne?

Quali sono i segni e i sintomi che ci orientano per un’asma?

– tosse secca, stizzosa e insistente, che si può avere a riposo o durante il gioco o la corsa;
– senso di costrizione toracica;
– difficoltà respiratoria;
– presenza di rumori respiratori, quali fischi e sibili riscontrabili da parte del Pediatra alla visita.

Tali sintomi possono aversi anche durante la notte e possono inficiare negativamente la qualità di vita del bambino, quando persistenti.

La diagnosi di asma bronchiale è clinica e anamnestica e può essere supportata anche da esami di laboratorio e da indagini strumentali.

Tra le indagini strumentali

l’esame principe è rappresentato dalla spirometria, che permette di valutare la presenza di ostruzione bronchiale e la reversibilità della stessa dopo somministrazione di broncodilatatore. Tale esame richiede però la collaborazione del paziente e, per tale motivo, è indicata generalmente intorno ai 5-6 anni di età. Nei centri specializzati è possibile eseguire indagini simili alla spirometria che non richiedono la stessa collaborazione anche in bambini in età pre-scolare.

 

Quali altri test possono essere di ausilio?

– prick test: si tratta di test cutanei che hanno lo scopo di evidenziare un’eventuale sensibilizzazione verso gli allergeni. Spesso vengono testati allergeni inalanti, ovvero sostanze che si trovano nell’ambiente, come ad esempio acaro della polvere, muffe, graminacee, parietaria, pelo del gatto e del cane; raramente vengono testati allergeni alimentari.
I prick test possono essere eseguiti a tutte le età.

– dosaggio IgE totali (PRIST) e IgE specifiche (RAST): si evidenzia la presenza di anticorpi della classe E che sono prodotti dall’organismo nei confronti degli allergeni verso cui è avvenuta la sensibilizzazione.

Può interessarti:  Ho paura di far tornare mio figlio a scuola

Un bambino con diagnosi di asma deve essere seguito attentamente nei centri specialistici, occorre classificare il tipo di asma e ottenere un buon controllo dei sintomi e tutto ciò avrà anche dei risvolti positivi sulla qualità di vita del bambino e della sua famiglia.
L’asma non è una patologia banale e, se non adeguatamente trattata e controllata, può determinare attacchi acuti gravi che possono condurre in casi estremi all’exitus.

Come agire?

– PREVENZIONE: bonifica degli ambienti, evitare luoghi affollati, evitare ambienti umidi e l’esposizione a muffe ambientali, ridurre il più possibile l’esposizione ad inquinanti e soprattutto al fumo di sigaretta.
In merito a quest’ultimo, tutti sappiamo che esiste il cosiddetto fumo di “seconda mano”, ovvero quello passivo, ma esiste anche il fumo di “terza mano”. In tal caso anche se i genitori o i parenti non fumano nello stesso ambiente in cui vive il bambino, mettono ugualmente a contatto con il piccolo i prodotti della combustione del tabacco che si sono depositati sugli indumenti e sul corpo e che sono nocivi per tutti, tanto più se un bambino è affetto da asma.
– TERAPIA FARMACOLOGICA: con broncodilatatori e/o corticosteroidi inalatori a seconda della severità del quadro clinico.
La terapia deve essere seguita con la massima aderenza e non deve essere autonomamente sospesa. In casi selezionati è possibile intraprendere l’immunoterapia desensibilizzante.

E’ importante la presa in carico presso centri specializzati, che forniranno anche le istruzioni per affrontare un eventuale attacco acuto di asma.
È di fondamentale importanza chiarire ai genitori che un corretto trattamento dell’asma, farmacologico e ambientale, consente al bambino di stare bene, di non sentirsi diverso dai coetanei potendo svolgere le loro stesse attività con i migliori risultati.
È dimostrato che il successo terapeutico viene raggiunto in particolare dai pazienti che eseguono regolari controlli clinici, non solo in occasione della ricomparsa dei sintomi.
Rivolgersi sempre al pediatra curante in caso di attacco asmatico acuto, che potrà indirizzarvi sulle prime cure e potrà valutare l’indicazione al ricovero ospedaliero.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

WC Captcha 38 + = 39