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La storia di Angela, della rinascita dopo il grave incidente e della forza di una piccola grande donna

Angela Grignano nel 2019 rimase gravemente ferita in un’esplosione a Parigi, oggi ha ripreso in mano la sua vita ed ha tanti progetti per il futuro

Angela Grignano ha negli occhi la capacità di sperare. Una dote rara di questi tempi, ancor più per lei che, a soli 24 anni, si è ritrovata al bivio più cupo: la vita e la morte. L’ho conosciuta il mese scorso a Marsala a un evento dedicato alle donne. Angela oggi ha 26 anni e vive a Xitta a due passi da Trapani. La prima cosa che noti appena la incontri é il viso, di una bellezza perfetta, romantica, con quegli occhi azzurri spalancati sopra la vita. Poi Angela inizia a parlare e racconta a ruota libera la sua storia. Il sogno dello spettacolo, un talento di natura, che anche gli addetti ai lavori le riconoscono, l’amore per la danza e quella sua leggiadria che è un dono della vita. Poi il capitolo più difficile. É il gennaio del 2019 e a Parigi, dove Angela lavora in un noto hotel, avviene una grave esplosione a causa di una fuga di gas. Vinsono vittime e feriti gravi. Angela é tra questi.  (in questo link la vicenda https://gds.it/articoli/mondo/2019/01/12/parigi-fortissima-esplosione-nella-zona-opera-diversi-feriti-633169e2-b25c-48af-9df5-0f1e11c1ec10/

Angela è grave, rischia la vita, ma é più forte. Rischia di perdere una gamba, ma anche questa volta vince lei. Angela vince e negli occhi belli ha scritta a stampatello la voglia di vita, la capacità di tenere testa agli ostacoli del quotidiano. Perché lei è una guerriera, ma di quelle dolci.  La sua esistenza e i suoi sogni però devono riscriversi. “Gambetta” è il soprannome che  lei stessa ha dato a quella gamba che doveva non esserci più, che ha subito interventi su interventi. Prima la sedia a rotelle, poi la stampella, i dolori, le lunghe degenze e la fisioterapia. Ma Angela tiene duro e torna addirittura a ballare, come aveva promesso all’amico Manuel Frattini. È bellissima Angela, di una bellezza che non si ferma al suo viso perfetto, all’armonia delle sue forme. É bella di cuore, di anima, di sogni. L’abbiamo intervistata per farci raccontare la sua storia, i suoi tanti progetti e quella forza racchiusa in una donna piccina eppure tanto grande.

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Angela, come stai vivendo questo periodo?

Sto vivendo una ripresa generale, faccio tanta palestra, recupero la forma fisica, faccio fisioterapia perché ad oggi il problema principale é il piede, che per via di un intervento molto complesso è letteralmente bloccato. Ho come un coltello conficcato nel dito mignolo del piede, la qual cosa mi provoca dolori atroci, anche quando svolgo le azioni più banali. Tiro avanti, lotto, non mi arrendo.

L’equitazione

Mi sono messa in testa di iniziare a fare equitazione e mi si é aperto un mondo meraviglioso. Ho iniziato  a luglio per caso, anche se penso che nella vita tutto arriva con una ragione che non é mai casuale. L’avere un rapporto con un animale come il cavallo è raro da descrivere. Già quando quando lo accarezzi azzeri gli altri pensieri e ti concentri su di lui, sull’istinto dell’animale. Quando monto a cavallo mi sincronizzo con lui e mi sento leggera ed é una sensazione bellissima. Quando per la prima volta sono andata al galoppo ho pianto. Nella mia mente si è manifestato subito un pensiero: un anno fa non sapevo se sarei tornata a camminare e adesso sto galoppando su un cavallo. Che meraviglia.

 

Sei reduce anche da una sfilata di moda nella Capitale

Si con lo scopo benefico di raccogliere fondi per lo Spallanzani di Roma. Una bellissima esperienza.  Quando la stilista mi ha chiesto se volevo un vestito corto o lungo ho risposto che era indifferente perché la mia gamba é un trofeo e sono felice di averla, malgrado la sua forma particolare.

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Sei forte e anche autoironia, dote rara

Faccio spesso ironia sulla mia condizione, chiamo la mia gamba gambetta, di lei vado fiera. Per arrivare a lei ho fatto ben  otto interventi. Operazioni sperimentali, con decorsi dolorosi. Strascichi che ancora porto addosso. Sono grata a quei medici coraggiosi che mi hanno dato la possibilità di non perdere la mia gamba, al contrario tutto sarebbe stato molto più difficile.

Ci sono stati però delle colpe per quanto accaduto nel gennaio 2019

Mi ritengo una persona abbastanza comprensiva, sbagliare è umano. Mi fa rabbia però che il problema delle fughe di gas era stato segnalato già quattro anni prima e per negligenza del comune i lavori sono stati fatti in maniera sbagliata e chi ha sbagliato deve pagare. Deve pagare per me, per gli altri feriti e per le vittime. Ricordo in particolare quel giovane vigile del fuoco con il quale scherzavo fino a un minuto prima della tragedia. Al momento Io non ho avuto alcun risarcimento. Non penso sia una cosa plausibile. Continuo a seguire la cosa, sono stata e tornerò a Parigi (emergenza Covid permettendo), perché spero e credo che venga fatta giustizia. A me è stata tranciata in pieno una carriera in sboccio. Chi mi ridá indietro tutto ciò?

In te credeva anche Manuel Frattini?

Tocchi una corda nel cuore. È morto una settimana dopo averlo incontrato. Mi aveva tanto incoraggiata. Abbiamo anche ballato insieme. Resterà sempre nel mio cuore. Mi ha incitata tanto a credere in me e nei miei sogni.

Cosa sogni oggi?

Il sogno più grande é quello di portare la vera realtà dello spettacolo  a Trapani e vivere di questo mestiere nella mia città natale. Fondamentalmente  perché non ho mai accettato il fatto di essere andata via “solo” perché a Trapani non avrei potuto realizzare i miei sogni. Ho una laureaa alla Sapienza di Roma in Arti e scienze delle spettacolo. Penso di avere le competenze per portare a Trapani una ventata di aria fresca. Vorrei diventare il direttore artistico di un teatro nella mia città. Vorrei educare il cittadino ad andare a teatro e a imparare a sognare grazie al teatro. Vorrei anche fare volontariato. È una maniera così importante e vera di stare al mondo.

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Tanto amore intorno a te, a chi vuoi dire grazie?

Alla mia famiglia che non mi delude mai. La definisco una famiglia sicilianissima e molto numerosa. Grazie anche alle mie amiche, che mi sono state accanto in maniera eccezionale. Le non siciliane, quando sono tornata a casa sono venute tutte in Sicilia. Alla mia Xitta, a Trapani, che nei giorni in cui lottavo tra la vita e la morte mi hanno tenuta stretta con pensieri, lacrime, preghiere. Un  grazie immenso grazie va ai medici, che oltre ad essere chirurghi hanno riso con me, si sono entusiasmati e commossi e soprattutto mi hanno messo una mano sulla spalla. Non lo dimenticherò mai.

Grazie piccola grande Angela, donna bella, forte e dolcemente guerriera. Ad maiora!

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