La campagna vaccinale anti Covid é partita da oltre una settimana. In Italia sono state somministrate oltre 150.000 dosi di vaccino. Molte restano ancora le domande degli scettici. Di cosa è fatto il vaccino Pfizer? Vi sono categorie di pazienti che rischiano reazioni particolarmente avverse? Quali evidenze sull’efficacia? Abbiamo chiesto di chiarire i dubbi più comuni al professore Antonio Cascio, infettivologo, primario al Policlinico di Palermo e docente alla facoltà di Medicina dell’ateneo palermitano.
Professore, come è composto il vaccino Pfizer?
Il vaccino è costituito da mRNA (RNA messaggero) incapsulato in liposomi (nanoparticelle di grasso). L’mRNA è stato prodotto in laboratorio (senza utilizzare cellule animali, batteri o virus) mediante trascrizione in vitro dal corrispondente DNA stampo, che codifica per la proteina virale spike di SARS-CoV-2. I liposomi cono costituiti da 4 molecole di grasso fra cui il colesterolo e il polietilenglicole. Grazie a tali particelle di grasso l’mRNA viene protetto dalla degradazione e può penetrare all’interno delle cellule umane. È presente pure uno zucchero, il saccarosio che impedisce alle molecole di grasso di aggregarsi fra loro alle basse temperature necessarie alla conservazione del vaccino e alcuni sali (potassio cloruro, potassio diidrogeno fosfato, sodio cloruro, fosfato disodico diidrato) necessari a mantenere il pH (il grado di acidità) uguale a quello del nostro corpo. Il vaccino non contiene proteine dell’uovo (presenti in altri vaccini) né cellule né batteri, né virus, né porzioni di virus e non è stato ottenuto utilizzando colture cellulari. Il vaccino non contiene nemmeno alluminio o mercurio utilizzati in altri vaccini per rafforzarne la risposta immunitaria. I liposomi vengono utilizzati da tanto per veicolare alcuni farmaci all’interno delle cellule e ne vengono impiegati “quantità industriali”.
Perché é sicuro?
In buona sostanza il vaccino non contiene virus o frammenti di virus o altri microrganismi e non vi è quindi il pericolo che soggetti immunodepressi possano, a causa del vaccino ammalarsi. L’mRNA è labilissimo, tende a degradarsi prestissimo, non è capace di penetrare nel nucleo della cellula e non vi quindi la più lontana possibilità che possa interagire col DNA delle cellule umane. L’mRNA servirà per far produrre alle cellule umane le proteine virali che una volta liberate andranno a stimolare il nostro sistema immunitario facendo si che si sviluppi la risposta anticorpale e cellulo-mediata nei confronti del virus.
Chi non deve sottoporsi al vaccino?
I soggetti che in passato sono stati trattati con interferone pegilato (Peg-interferon) è meglio che non vengano vaccinati con i due vaccini ad mRNA nei quali l’mRNA è racchiuso in un liposoma contenente polientetilen glicole (PEG). Secondo alcuni allergologi una piccola percentuale di pazienti trattati con peg-interferon potrebbe avere nel sangue anticorpi anti-PEG mettendolo a rischio di reazioni anafilattiche (Science 2021 Jan 1;371(6524):10-11.
doi: 10.1126/science.371.6524.10.). Dovrebbero essere quindi vaccinate col vaccino Oxford-AstraZeneca che fra non molto sarà disponibile. Attenzione pure alle allergie al #polisorbato (non è presente nel vaccino), ma strettamente correlato al PEG.
Infine, non dovrebbero ricevere una seconda dose di vaccino ad mRNA coloro che dovessero aver presentato reazioni allergiche immediate alla prima dose (inclusi sintomi come orticaria, gonfiore o respiro sibilante/difficoltà respiratoria entro 4 ore dalla vaccinazione) [CDC Information about the Pfizer-BioNTech COVID-19 Vaccine Updated Jan. 1, 2021].
Quali evidenze sull’efficacia del vaccino?
Il “Centers for Disease Control and Prevention” degli Stati Uniti d’America ha recentemente pubblicato i primi dati sulla vaccinazione anti-SARS-CoV-2. Su 1,9 milioni di vaccinati sono stati registrati solo 8 eventi avversi seri. Tutti guariti entro 24 h. Lo 0,0004% dei casi. Di fronte a questi dati e al numero dei morti che abbiamo avuto in Italia e che continuano ad esserci ogni giorno in tutto il mondo nessun medico può mostrare la ben che minima esitazione! L’esitazione nei confronti delle vaccinazioni ha alla base, quando si è in buona fede, la paura delle complicanze del vaccino che nel caso specifico per fortuna non ci sono.
Intervista integrato con un contributo pubblicato su Insanitas.it