Sicilia zona rossa? Sarebbe auspicabile.
La pensa così il dottore Tullio Prestileo, infettivologo palermitano, in prima linea nella lotta al Covid all’ospedale Civico di Palermo.
In Sicilia l’ascesa del virus non si ferma e pare ufficialmente partita la cosiddetta terza ondata. Ieri, seppure fosse l’indomani dell’Epifania (nei giorni festivi, si sa, il numero dei tamponi è sempre al ribasso) i nuovi positivi sono stati oltre 1400. Numeri che fanno pensare a ipotesi restrittive serie, con continue task force del Governo regionale, ma anche dei sindaci, per fare il punto della situazione. Idee ancora non chiare: Sicilia zona rossa? Scuole chiuse? A Palermo e Catania i sindaci Orlando e Pogliese hanno rimandato l’apertura delle scuole (compresi i nido e l’infanzia) al prossimo lunedì, data che potrebbe però essere postergata. Intanto l’Isola gode, ed è il caso di dirlo, della tre giorni di zona gialla, che coincide con l’inizio dei saldi. A Palermo le strade del centro sono affollate, i negozi pieni e non sempre viene rispettata l’indicazione del numero massimo di persone all’interno dell’esercizio commerciale.
Abbiamo chiesto al dottore Prestileo di fare il punto della situazione.
Dottore Prestileo, cosa sta succedendo nell’Isola?
Quel che era prevedibile, ossia che stiamo pagando il conto delle vacanze di Natale, in una terra in cui i festeggiamenti e le relative reunion familiari iniziano il sette dicembre e si concludono per l’Epifania. Ahimè temo che in tanti abbiano aggirato le regole, facendo tavolate con tanti commensali, ostinandosi a non comprendere che gli assembramenti, anche quelli familiari, sono uno dei principali modi in cui si diffonde il virus. I dati degli ultimi giorni sono il risultato.
Quale la soluzione?
Ci vogliono misure coerenti e da parte del governo regionale e da parte di quello nazionale. Devono essere però regole stabili, non, per intenderci, un’alternarsi di zone gialla, arancione e rossa di settimana in settimana. Così facendo gli effetti non si vedranno mai.
Pensa che la Sicilia debba avviarsi verso restrizioni drastiche?
Per quanto doloroso, vuoi per l’economia, vuoi per la rete sociale ed affettiva, io penso che se diventassimo zona rossa per un periodo sufficientemente lungo, quindi almeno tre settimane, otterremmo dei risultati concreti. Decidere di settimana in settimana non va bene, anzi peggiora le cose.
Gli ospedali sono di nuovo sotto pressione?
Nell’ultima decina di giorni sono nuovamente aumentati i ricoveri, sia in degenza ordinaria, sia in terapia intensiva. Avevamo tirato un sospiro di sollievo i primi di dicembre, ma ad oggi rischiamo di tornare in emergenza.
Senza contare che non esiste solo il Covid?
In realtà da molti mesi pare che esista solo questa malattia e che tutti si corra per non ammalarci di Covid e se ci ammaliamo di altro non frega niente a nessuno. Pensi ad esempio che i nostri reparti di Medicina hanno cento posti letto, ad oggi tutti posti Covid. Un tempo non era così.
Andrebbe incrementata la Cura a casa, A che punto è la rete di mediCi Per la cura dOmiciliAre del covid?
Ahimé la rete di medici per l’assistenza e la cura domiciliare non è mai partita perché non é mai stata considerata una priorità. Poteva essere uno strumento straordinario. Così non è stato. Una delle tante occasioni mancate.
Per quanto riguarda invece il vaccino? Arriveremo presto alla copertura generale?
Speriamo entro la prossima estate. Devo dire che la Regione Sicilia sta facendo un gran lavoro per garantire dosi e fare una buona campagna vaccinale. L’augurio è che ci si vaccini tutti, consapevoli che, ad oggi, su centinaia di migliaia di dosi inoculate, la statistica conferma che si tratta di un vaccino sicuro. Non dimentichiamo mai che i vaccini sono una delle facce del progresso medico e scientifico. E che alla comunità medica e scientifica andrebbe data più fiducia. Una prova: l’efficacia della campagna vaccinale antinfluenzale. Tanti sono stati anche i bimbi e i ragazzi vaccinati contro l’influenza e i risultati sono sotto gli occhi.
A proposito di bimbi e ragazzi, cosa pensa in merito alla riapertura della scuola?
Sa bene che sono stato d’accordo con la ripresa delle scuola in presenza. In questo periodo però ritengo che una chiusura per qualche settimana sarebbe auspicabile. Occorre limitare la circolazione e l’aggregazione. Usciamo poi dalle festività, tempo in cui in molti si sono aggregati senza seguire le regole. Vogliamo inoltre parlare del nodo trasporti. Sono stati potenziati in vista della riapertura? Non mi pare. Seppure con dolore, ritengo sia meglio tenere chiuso nell’interesse collettivo.
In giro però è un pullulare di gente con l’assalto dei negozi per i saldi, un controsenso, non le pare?
Ovvio. Occorre un aumento dei controlli, ma anzitutto un senso forte di responsabilità. Lo abbiamo detto tante e più volte: per chiudere la partita con il virus ci vuole anzitutto impegno individuale. Perché affollare le strade del centro o i negozi? Non comprendiamo che penalizziamo in primis noi stessi?
Dottore, siamo nel tunnel Covid da quasi un anno, con chiaro scuri che si alternano. Quando ne usciremo?
Ne usciremo quando ci vaccineremo in massa, ma ad oggi penso sia necessario che i Governi, sia quello centrale che quelli regionali, abbiano il coraggio di prendere decisioni importanti, seppure impopolari. Fin quando dibatteremo sulla necessità di riaprire le piste da sci, quando muoiono seicento persone al giorno, siamo lontani dalla soluzione.