Lo aveva promesso un mese fa ed è stato di parola. Il professore Antonio Cascio, primario infettivologo al Policlinico universitario di Palermo, è stato uno dei primi sanitari siciliani a cui, stamani, al padiglione oncologico del Civico di Palermo, è stato somministrato il vaccino anti-Covid. La foto, che il professore Cascio ha postato sui social poco dopo il vaccino, è diventata virale.
“Un segnale di incoraggiamento e di fiducia”, commenta Cascio, quando gli chiediamo le impressioni a caldo.
Professore, oggi il grande giorno, ci racconti?
È stata una giornata per certi versi di festa, anche perché in tantissimi aspettavamo questa momento. Non si dovrebbe mai dimenticare che i vaccini sono stati e sono tuttora una delle più grandi conquiste mediche e scientifiche. Quanto più ci si vaccinerà contro il Covid tanto più lo si potrà sconfiggere velocemente.
Ha avuto qualche timore?
Assolutamente no. Ero del tutto sereno ed impaziente che questo giorno arrivasse in fretta. Vi sono alcuni colleghi scettici e timorosi, io ho avuto fiducia sin dall’inizio nel vaccino anti Covid. Le dirò di più, un mese fa ho fatto il vaccino antinfluenzale e ho sentito quel classico pizzicore quando mi è stato iniettato il liquido. Oggi nessun fastidio. A qualche ora dal vaccino sto bene, così come gli altri sessanta sanitari che sono stati vaccinati stamani.
Chiariamo qualche dubbio: chi si vaccina dopo quanto tempo diventa immune? Perché deve ancora usare i dpi?
Chi si vaccina per essere protetto dovrà aspettare quaranta giorni, poiché la copertura avviene dopo la seconda dose, che si pratica 21 giorni dopo la prima inoculazione. Passati anche i quaranta giorni la persona vaccinata è protetta dalla malattia, ma non necessariamente da un’infezione a livello delle mucose nasali. Le spiego: fare naturalmente l’infezione crea un’immunità, che possiamo definire profonda, ma anche superficiale, quindi a livello di mucose. Non è ancora provato che il vaccino stimoli le difese anche a livello delle mucose nasali, quindi occorre essere cauti e nel dubbio di avere basse cariche virali superficiali, potenzialmente contagiose, è bene usare i dispositivi di protezione individuale. Va da sé però che se la vaccinazione viene eseguita a tappeto, questo rischio sarà eliminato.
In rete circolano timori di cancerogenicitá di questo vaccino, che ne pensa?
Sono stati fatti tanti esperimenti e tante prove. Il vaccino è stato preparato in un anno ma non c’è nessun motivo di pensare che vi siano componenti cancerogene. Sotto l’occhio del ciclone sono finite le particelle di grasso presenti nel vaccino, i liposomi, che però vengono utilizzati in medicina da tempo e non rappresentano un fattore di rischio, quindi stiamo tranquilli e fidiamoci dei vaccini.
Oggi i vaccini sono stati fatti alla presenza di allergologi e rianimatori, solo per scrupolo?
Si tratta di un vaccino nuovo, molto atteso e quindi si é cercato di stare tranquilli, supportando le somministrazioni con la presenza di queste figure. Fortunatamente è filato tutto liscio. Nessuna reazione anafilattica o comunque allergica, già questo é un ottimo segnale.
Quando si potrà ipotizzare una copertura di massa?
Mi auguro entro settembre. Per ora la priorità é data a sanitari, anziani e quindi si procederà per fasce di rischio, quindi via via per la popolazione in generale, eccezion fatta per i bimbi, per i quali al momento non è stata prevista la vaccinazione, poiché il vaccino non é ancora stato testato sulla popolazione pediatrica.
É fiducioso che il vaccino sarà la soluzione definitiva al Covid?
Assolutamente sí e lo ribadisco da tempo. Ci vorrà buon senso da parte delle collettività, che dovranno fidarsi e comprendere che il vaccino è la riposta più sicura al virus.