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I prematuri in tempo di Covid, dall’Utin al ritorno a casa, nel racconto della dottoressa Kazmierska

La pediatra Iwona Kazmierska è una delle neonatologie dell’Utin del Buccheri la Ferla, grosso punto nascita del sud Italia

La dottoressa Iwona Kazmierska é una delle colonne portanti della Utin del Buccheri la Ferla di Palermo, uno dei principali punti nascita dell’Italia meridionale.

Iwona è una pediatra polacca, da tanti anni in Italia e in prima linea non solo in campo medico, ma anche in quello della sensibilizzazione sociale. Ha fondato al Buccheri la prima banca del latte dell’Isola ed è formatore della Rete Italiana Allattamento Materno Valutatore UNICEF “ Insieme per l’Allattamento”. Per la dottoressa Kazmierska allattare al seno equivale a dare la vita ogni giorno al proprio piccino, a maggior ragione quando questi è un prematuro. Una campagna di sensibilizzazione che la pediatra porta avanti anche in questi difficili tempi di pandemia.

Nascere al tempo del Covid è sicuramente più delicato, non fosse che per la mamma che non può contare sul sostegno del partner. Nascere prematuri in questo momento storico è una condizione ancora più complessa e di questo abbiamo voluto parlare con la dottoressa Kazmierska.

“La pandemia non ferma la vita che nasce. Sia a termine che prematura. Al Buccheri, dice la dottoressa, nell’anno in corso, sono nati ben 280 bimbi prematuri, che corrispondono al 10% del totale dei nati. La nostra Utin è sempre attiva, anche se ovviamente l’allerta Covid ha imposto delle notevoli limitazioni nell’accesso dei genitori.”

Cosa è cambiato in Utin da inizio pandemia?

La dimensione del reparto è ovviamente cambiata. Al Buccheri abbiamo sempre pensato alla triade come centro essenziale della famiglia appena formata, non escludendo mai i papà, che insieme alla mamma potevano avere accesso in Utin per diverse ore durante la giornata. Oggi non è più così. In Utin entrano le mamme ogni tre ore circa per allattare, capita che qualche volta le facciamo rimanere per qualche ora in più, ma ovviamente le regole oggi sono molto rigide, a tutela dei pazientini.”

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Che effetti hanno queste nuove regole sui piccoli?


Si parla tanto della solitudine che porta il Covid: nei malati, negli anziani. Non si parla però della solitudine dei bambini appena nati, che necessitano del contatto con mamma e papà per essere più sereni, ma anche più appagati. I bimbi, già nel grembo materno, percepiscono emozioni, sensazioni, timori. La cosa continua, anzi si amplifica, una volta venuti alla luce. Sin dal primo vagito necessitano di contatto con la madre, ma anche con il papà, per creare imprinting e sentirsi in poche parole al sicuro. Purtroppo da quando c’è la pandemia i papà non possono entrare in sala parto, ed è sicuramente un’occorrenza difficile per le neo mamme, ma anche per i piccolissimi.

Per i bimbi ricoverati in Utin questa condizione si risente di più, poiché i nostri pazientini devono a rimanere in reparto a volte per settimane, fianco per diversi mesi.

Come sopperite all‘assenza dei papá?

Come personale sanitario sosteniamo  la mamma nel prezioso ponte che creerà con il suo bambino mediante l’allattamento. Nei prematuri l’allattamento al seno è ancor più importante, perché il latte materno è carica nutrizionale, immunologica ed anche affettiva. Per la mamma di un bimbo prematuro nutrire il proprio piccino é un antidoto naturale contro la depressione post partum, che colpisce maggiormente le mamme di bimbi nati non a termine. La puerpera in questi casi può sentire un forte senso di colpa: teme di essere lei la causa della nascita anzitempo, di avere la responsabilità assoluta di un peso inferiore alla norma o dei problemi di adattamento alla vita del suo bambino. Allattare al seno significa potersi riconciliare con tali sentimenti e ripristinare un equilibrio, da portare poi a casa una volta dimessi. Lo staff del Buccheri sostiene la neo mamme, grazie alle ostetriche, ai puericultori e a noi medici, che aiutiamo nel percorso dell’attaccamento al seno ma anche della canguro terapia, ossia del rapporto pelle a pelle tra mamma e bambino. Cerchiamo in ogni modo di non far pesare a mamma e piccolino l’assenza in reparto del papà, augurandoci che tempi migliori arrivino presto.”

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Banca del latte, quanto è prezioso donare?

Oggi più che mai. Latte di mamma è vita. Alcune neo mamme temono di venire in ospedale per via dell’emergenza Covid. Abbiamo però risolto tutto ciò, consentendo loro di inviarci telematicamente i test richiesti per poter donare il latte ed attivando un servizio di raccolta domiciliare. Per qualsiasi informazione si può chiamare allo 091479522.

In tempi di pandemia, come ci si deve comportare quando si porta a casa un prematuro?

Bisogna vivere le dimissioni con prudenza ma senza terrore. Il bimbo non va esposto alle visite dei parenti. Su questo fronte occorrerebbe sempre procedere con prudenza, in questo momento a maggior ragione. Limitiamo i contatti al solo nucleo familiare, quindi fratellini e sorelline e possibilmente diamo anche ai nonni la possibilità di conoscere il piccolino. La regola è: mascherina, lavaggio frequente delle mani ed evitare le effusioni dirette con il piccolo. Se in famiglia qualcuno ha dei sintomi sospetti, anche semplicemente il raffreddore,  i contatti vanno  assolutamente evitati e casomai la persona con sintomi, dovrebbe creare una condizione di isolamento  a casa.

Si può portare il piccino a passeggiare all’aria aperta?

Si deve farlo. Il sole è una carica naturale di vitamina D ed eventuali passeggiate in riva al mare sono aerosol puro per i nostri piccini. Non facciamo l’errore di segregarli a casa.

Prematuri e vaccini, come fare?

Seguono lo stesso calendario vaccinale dei nati a termine. Quindi a partire dal 61 giorno di vita vanno sottoposti alle vaccinazioni previste dal piano vaccinale nazionale. Per quanto riguarda il vaccino antinfluenzale ai piccolissimi va somministrato dopo i sei mesi di vita. In merito ai prematuri, in ospedale somministriamo le immunoglobuline contro il virus respiratorio sinciziale, la cosiddetta bronchiolite.  Facciamo la prima dose alle dimissioni, e poi ogni mese, fino a sei mesi. La bronchiolite è una patologia che può avere conseguenze anche serie e quindi va prevenuta, soprattutto in tempi di pandemia.

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Quali i dati positivi relativamente a neonati e Covid?

Il fatto che gravida Covid positiva molto difficilmente partorisca un bimbo a sua volta positivo. Da noi non è mai successo. Non abbiamo avuto alcun neonato, a termine, o prematuro, positivo al Coronavirus. Siamo ovviamente attrezzati all’eventualità, così da garantire il piccolo e gli altri pazienti, ma al momento ciò non è capitato. La qual cosa ci fa sperare e credere ancora di più nella forza della nuova vita.

Grazie dottoressa e ad maiora!

 

 

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