Ci pensi e ci ripensi. Aspetti il momento giusto. Quantomeno, a volte, cerchi di pianificarlo: farò il secondo figlio quando il primo avrà tolto il pannolino; no, forse meglio pensarci subito, dato che già ho le occhiaie che sono un tutt’uno con il mio dolcevita grigio-topo; anzi, meglio che il primogenito sia maggiorenne, così mi dà pure una mano. Può essere programmato, voluto, capitato, desiderato, tribolato, l’unica verità che nessuno ti rivela appena inizi a pensare al secondo figlio e che scopri solo quando l’ultimo arrivato ha raggiunto la posizione eretta, è che due fratelli LITIGANO.
Liti tra fratelli
Che siano due maschi, due femmine, un maschio e una femmina, che abbiano 2 anni di differenza oppure 20, non importa, superata l’idilliaca “fase bebè”, voi, miei cari genitori, inizierete a scrivere il seguito di “Guerra e (forse) Pace”.
Solitamente è il primogenito a lanciare il guanto di sfida, c’è chi lo fa subdolamente e chi apertamente. I più furbi, infatti, riescono ad utilizzare la sola imposizione delle mani per fare innervosire il piccolino di casa, a differenza, invece, di chi, meno astutamente, gli toglie dalle mani il giocattolino preferito. La fase di tortura del fratellino inizia quando quest’ultimo è ancora neonato e non può “reagire”. O almeno pensi che non possa reagire. Il suo piccolo cervello, infatti, assorbe come una spugna marina tutte le malefatte a cui lo sottopone il fratello maggiore e, quell’angioletto indifeso, ancora in fasce, che gorgheggia, si lancerà ben presto sul primogenito con la stessa enfasi di un lottatore di wrestling che urla come il cantante degli Slayer.
Gelosia tra fratelli
Il motore del litigio è sempre e solo uno, la gelosia. Non fidatevi di chi vi dice: “mio figlio Peppone è strafelice che sia nato il fratellino Peppino, lo ha chiesto lui e lo riempie di coccole!”. Peppone fa finta, ve lo assicuro. È un vulcano di gelosia che ha un fuoco dentro e che prima o poi, meglio prima che poi, erutterà fuori. E ha pure ragione: Peppone è stato spodestato, ha dovuto fare spazio in cameretta, ha visto i suoi giochi da bebè riciclati per Peppino; viene soprannominato “il grande”, non più il cucciolo di casa; le coccole di genitori, amici e parenti hanno lo stesso ritmo di una partita di Ping Pong, un pò a lui e un pò al fratellino, mentre prima le coccole erano un tiro al bersaglio perfetto e indirizzato esclusivamente a lui. Come fa Peppone ad essere strafelice? Forse all’inizio, quando Peppino arriva a casa ed è la novità, ma poi Peppino ci rimane a casa. E per tanto, tantissimo tempo.
Gelosia inevitabile
La gelosia tra fratelli è inevitabile, è una tappa obbligata e nessuno potrà mai farmi ricredere: possibile che i vostri figli non abbiano mai litigato per il giocattolo più brutto della storia, riposto nell’angolo più sperduto della cameretta, ma che viene puntualmente scovato e conteso come se fosse la coppa del Sacro Graal? Possibile che i vostri figli, a tavola, nel sano momento famiglia di confronto della giornata, non abbiano mai fatto a gara tra di loro a chi utilizza decibel più alti per sovrastare i racconti dell’altro finché tu non metti tutti a tacere urlando più forte di loro? Possibile che i vostri figli non vi abbiano mai guardato in cagnesco nel momento in cui tu osi dare ad uno dei due un bacio di un millesimo di secondo più lungo rispetto all’altro? Possibile che il vostro primogenito non vi abbia mai detto: “rimproverate sempre me!” O che il vostro secondogenito non abbia mai dato la colpa al fratello maggiore, anche se questi si trova in un campo scuola a 100km di distanza?
Appunto, cerchiamo di raccontare le cose come stanno.
Come gestire la gelosia tra fratelli?
È una faticata enorme gestire la gelosia tra fratelli. Cerchi di seguire passo passo i dieci comandamenti del genitore perfetto, ti sei iscritto ad un corso intensivo online per diventare arbitro, hai imparato a memoria tutte le puntate di tutte le stagioni di S.O.S. Tata, ma niente, devi sempre ricorrere all’urlo riappacificatore per gestire la subdola lotta mentale e fisica tra fratelli.
E questa è una faccia della medaglia, per fortuna, però, c’è anche l’altra, che non è niente male.
Due fratelli aggrovigliati tra loro come la statua del Laocoonte, sono quegli stessi fratelli che un minuto prima della baruffa inventavano insieme il gioco spaziale più bello del mondo e che un minuto dopo la baruffa riprendono il gioco spaziale laddove era stato interrotto. Due fratelli, tra di loro, si perdonano alla velocità della luce, non portano rancore, dimenticano facilmente, d’altronde stiamo parlando di due bambini, non di adulti come noi. Il fratello maggiore si sentirà investito di un’autorevolezza che può fargli solo del bene, che lo aiuterà ad essere autonomo e ad insegnare al piccolo come diventare autonomo. Sì, perché il piccolo lo imiterà e toglierà ben presto il pannolino, saprà cosa significa il distacco dal genitore vedendo il grande che va a a scuola e che lì non viene abbandonato, dato che la mamma lo va riprendere; imparerà a impugnare bene una matita e, sotto la guida del fratello maggiore, inizierà a scrivere il proprio nome e, perfino, a capire che una consonante più una vocale produce un suono.
Due fratelli sono una risorsa l’uno per l’altro e uno stimolo per noi adulti che, nel microcosmo di casa nostra, diventiamo spettatori dell’infinta capacità di relazione tra esseri umani, che si amano e si odiano, che si aiutano e si torturano, che si ritagliano momenti insieme, ma che necessitano anche di solitudine, che nella loro inevitabile diversità ed unicità riescono a trovare un equilibrio perfetto. Quell’equilibrio che tu, genitore/arbitro, ti auguri duri nel tempo, anche quando non ci sarai più e, soprattutto, anche quando la genuinità di due fratelli bambini si scontrerà con le responsabilità di due fratelli adulti. La speranza è che il mitico impulso che ti ha spinto a concepire il secondogenito per non lasciare da solo il primogenito, vada oltre il tuo istinto di sopravvivenza e si traduca in un’eredità di reciproco e naturale sostegno per cui Peppone ci sarà sempre per Peppino e viceversa.