Estate: delizia o croce?
La risposta non é scontata.
La stagione, che dovrebbe essere “la bella” per definizione, per alcuni diventa un motivo di stress, tristezza e perfino di depressione. Malesseri fisici, intolleranza al caldo, ma anche apatia, frustrazione, solitudine. Può mai la stagione delle vacanze causare tutto ciò?
I dati lo confermano: in estate aumentano le prescrizioni di psicofarmaci, in particolare di ansiolitici (lo riferisce all’AdnKronos la Società italiana di Psichiatria) ed anche il numero di comportamenti gravemente autolesionistici, compresi i tentativi di suicidio (fonte Repubblica).
Perche tanta infelicità nel tempo delle vacanze?
Abbiamo cercato di capirne di più con il professore Daniele La Barbera, psichiatra e primario al Policlinico di Palermo.
Professore La Barbera, perché l’estate può diventare il periodo peggiore dell’anno?
Non parlerei di periodo peggiore quanto del tempo più destabilizzante del nostro calendario. Questa parola in psichiatria non ha un significato esclusivamente negativo, perché si riferisce comunque a un’accezione di cambiamento.
Mi spiego meglio: durante la stagione estiva vi é una trasformazione importante dell’assetto cognitivo/emotivo e comportamentale di ciascuno di noi. L’estate é un tempo a se stante, pensiamolo come una linea retta, che ha un inizio ma non una fine. Così le giornate estive: a che ora iniziano? Quando finiranno? Come le riempiremo? Le altre stagioni invece hanno una forma circolare, scandita da rituali e routine, che iniziano e finiscono quotidianamente alla stessa maniera di come si chiude un cerchio.
Tradotto nel vivere comune, significa che cosa?
Significa fare emotivamente i conti con una serie di evidenze. Anzitutto abbiamo a disposizione piu ore di sole, quindi un tempo più lungo da organizzare. Il tempo dilatato delle ferie, che potrebbe essere riempito dal dolce far niente, ci mette anche di fronte al fattore noia, che é uno dei motivi di insoddisfazione legati al periodo estivo. Non é il solo. Perché, in contraltare, l’estate ci espone a molti più stimoli sensoriali: si fa molta vita all’esterno, si incontra più gente, vi sono più eventi conviviali e “da cerimonia”, vi é anche più rumore in sottofondo. Questi cambiamenti di abitudine, in psichiatria, si traducono nella cosiddetta disarticolazione degli schemi comportamentali. Cambiano i programmi, é difficile tenere tutto sotto controllo, si improvvisa di piú. Tutto ciò, in soggetti predisposti (le persone ansiose per esempio), può aumentare il carico emotivo, può creare un senso di smarrimento e quindi un forte stress. Non dimentichiamo inoltre che l’estate é il tempo in cui, per status symbol, si dovrebbe essere necessariamente felici. Sappiamo bene che però questa è solo una chimera, alimentata dal luogo comune e oggi ancor più dal sentimento dei social network.
Perché alcuni percepiscono l’estate come la stagione più lunga dell’anno?
É un concetto molto relativo. Sicuramente non la pensano così i bambini o i ragazzi, che vedono volare le vacanze scolastiche in un batter d’occhio.
Quando succede di percepire l’estate come infinita, é perché questa stagione cambia radicalmente i nostri ritmi di vita: sonno/veglia, orario dei pasti, alternanza degli spazi. Come detto, si fa molta vita negli spazi aperti, ci si posta più spesso verso le località di villeggiatura, si va in vacanza anche in località lontane, ci si concedono dei week end fuori porta più frequenti. Si va a letto e ci si risveglia più tardi. Tutto ciò ci rende l’immagine, solo per percezione, di un tempo dilatato e quindi più impegnativo.
Nel nostro argomentare stiamo però tralasciando chi non può andare in vacanza o chi vive questa stagione in totale solitudine.
Cosa succede in quei casi?
La percezione diventa anche peggiore poiché scatta il sentimento della frustrazione e della solitudine. Vuoi perché ti ritrovi “rinchiuso” in città, dentro palazzi deserti e strade vuote. Vuoi perché possono venire meno i punti di riferimento: negozi chiusi per ferie, i vicini, i parenti, il medico di famiglia, che sono in vacanza. Vuoi perché, consultando i social avrai a portata di clic le felicità ostentate dei tantissimi vacanzieri. Su questo fronte (la felicità assoluta e vaneggiata sui social) ci sarebbe da scrivere un articolo a sé stante. Mi limito a consigliare un uso razionale dei social network, soprattutto nel tempo delle ferie, qualsiasi connotato esse abbiano.
A proposito, anche chi va in vacanza, può vivere la stessa con frustrazione, con istinto di performance, al punto da non riuscire a divertirsi. Perché succede?
L’invasione dei social fa sicuramente la sua parte. Se non documenti tutto a regola d’arte sui tuoi profili é come se in vacanza neppure fossi andato. Un tempo si scattava qualche foto, da sviluppare e incorniciare al rientro. Oggi invece dobbiamo dimostrare in tempo reale che siamo in posti bellissimi, che stiamo mangiando piatti prelibati, il tutto insieme alla migliore delle compagnie. Tutta questa necessità di esibizione é ovvio che può trasformarsi in un grande fattore di stress. Dovremmo invece interiorizzare il tempo delle ferie, appropriarcene e goderlo come beneficio per noi e non come un trofeo da esposizione.
Non dimentichiamo l’elemento più importante, il caldo?
Che metterei in cima alla lista dei fattori che possono rendere stressante il tempo estivo. Le temperature estremamente elevate sono insopportabili per i più. Vi sono inoltre soggetti particolarmente intolleranti al caldo, che arrivano a subirne degli effetti neuro-cognitivi. Il caldo tende a rallentare i riflessi. Un esempio banale: se ho bisogno di “svegliarmi” faccio una doccia fresca, se devo invece rilassarmi faccio un bagno caldo (per antonomasia il bagnetto caldo concilia il sonno dei neonati). Il calore rallenta il sistema nervoso, la reattività globale e il tono dell’umore. Il caldo ha un impatto forte sul funzionamento del nostro cervello, soprattutto nei soggetti più sensibili alle alte temperature. Quando le temperature sono più calde, molti soggetti diventano meno lucidi. Non solo, negli insofferenti al caldo, possono acuirsi alcune patologie organiche quali il colon irritabile, la cefalea, le patologie autoimmuni. Ovvio che a loro va il consiglio di tamponare al meglio l’impatto con le temperature elevate e di non costringersi a sedute di mare e sole mentre il termometro segna 40 gradi.
Parliamo di ferie con bimbi al seguito e di genitori sempre più nervosi…
I genitori oggi perdono maggiormente le staffe anche perché vi sono meno reti parentali a sostegno delle famiglie durante la lunga estate. Mamme e papà non devono però vivere come una croce le vacanze. Anzitutto devono pensare che i giorni estivi condivisi con i figli saranno il bagaglio di ricordi di questi ultimi. L’estate con i bimbi ci aiuterà a vivere un tempo circolare dentro quello lineare, che é fatto dei ricordi delle nostre estati da bambini. Potremmo per esempio raccontarle ai nostri figli. Ci sono poi piccoli accorgimenti per non cedere allo stress: lasciare che i nostri piccoli si annoino, da soli o in compagnia degli amichetti. Che inventino i loro giochi, che sbruffino del dolce fare niente. Occorre dare fiducia alle loro risorse. Non scervellarsi nel proporre loro mille divertimenti al giorno. State tranquilli che un bimbo per essere sereno non ha bisogno di continui stimoli, anzi. Quindi é bene non cedere il passo a inutili apprensioni. Lasciar correre aiuterà a vivere vacanze serene con i bimbi e a non dimenticare che per i genitori questo é un tempo privilegiato e irripetibile.
Quindi, professore, come possiamo vivere al meglio le vacanze?
Anzitutto non demonizzandole. Se proprio non riusciamo ad amare il tempo estivo, possiamo provare a coglierne le sfumature positive. Le giornate di ferie vanno vissute seguendo il proprio criterio di bisogni: sfruttando la possibilità di riposarsi, di rallentare, di sentirsi in vacanza intesa in senso latino, ossia fare vuoto, avere la possibilità di essere liberi da orari e scadenze. Se ci fa stare bene rimanere a casa o in qualsiasi nostra zona di comfort, che sia così. Non è necessario rispettare il diktat del dovere andare altrove. Anche nella prossimità degli spazi di sempre possiamo trovare il conforto delle ferie, facendo ciò che ci fa stare bene (leggere, cucinare, camminare, fare una maratona di serie in tv) e facendolo con i nostri tempi. Le estati di un tempo erano forse più semplici: c’era meno velleità e maggiore condivisione. Ciò non vuol dire che non si possa trarre benessere da una stagione, che comunque ci regala la possibilità delle belle giornate, della natura a nostra disposizione e di un tempo lento ed esclusivo con le persone care. In ultimo, ma non per importanza, consiglio un detox multimediale, che é un toccasana per il nostro cervello (meno stimoli da telefonino, meno stress), un aiuto a rallentare, che ci eviterà di scrutare (e invidiare) le presunte perfette vacanze degli altri. Buona estate!