Menfi è da anni uno dei miei luoghi del cuore. Scelgo di passare qua una porzione d’estate perché il territorio regala pace: sul mare, tra i vigneti, nel borgo dei pescatori. Anno dopo anno, ho imparato a conoscere e ad apprezzare anche la cucina e il buon bere di Lido Fiori e Porto Palo (le due principali frazioni marinare di Menfi). Pesce freschissimo e cucinato senza fronzoli, così come facevano un tempo le donne dei pescatori. La tradizione ittica qua è forte, richiama a un epoca lontanissima, quando Porto Palo era, appunto, il porto della più celebre Selinunte, che fu una florida città della Magna Grecia.
In questo posto, non esagero, una eco metafisica ti accompagna dall’inizio alla fine del soggiorno e ti regala l’essenza di quel che dovrebbe essere una vacanza: una sosta dalla vita di sempre, la possibilità di fare quel vuoto necessario per ritemprarsi.

Roberta Urso la brava comunicatrice e sommelier
A Menfi ho avuto modo di conoscere una cara persona, Roberta Urso, che è responsabile delle Pubbliche relazioni delle cantine Settesoli/Mandrarossa oltreché una stimata sommelier. Roberta è una ragazza garbata, molto concreta, competente e tanto appassionata del suo lavoro. Viene da una terra di vini, Marsala, e sicuramente sarà stato lì che avrà imparato la passione per le viti, per il cosiddetto “terroir” (che, detta in parole povere, è la definizione del luogo ideale dove fare un buon vino), per gli umori ed i sapori del vino.
Roberta, qualche giorno fa, mi ha “presentato” le ultime due creature di Mandrarossa (la top etichetta di Settesoli).
I due due nuovi nati in casa Mandrarossa
Si tratta di un Nero d’Avola, Terre del Sommacco e di un grillo, il Bertolino soprano. Due limited edition, fiori all’occhiello del catalogo Mandrarossa. Roberta mi ha raccontato questi due vini così come si racconta una favola: con dovizia, lentezza e meraviglia. Del resto, intorno a questi due vini, vi è una storia, che ricorda i racconti siciliani dei nonni di un tempo.
Il Terre del Sommacco riporta a un vigneto, immerso tra gli arbusti di Sommacco a pochi passi dal mare. La leggenda, raccontato da un anziano del paese, narra che in quei luoghi trovarono rifugio addirittura i garibaldini al seguito del colonnello Orsini, che si rifugiarono in una masseria in prossimità del vigneto, passando la notte ad ammirare le stelle e i riflessi del mare e a raccontarsi le avventure di viaggio. Proprio in quella porzione di terra nasce il pregiato Nero D’Avola, che ha il sapore robusto delle uve nere raccolte in purezza (che, per chi non lo sapesse, vuol dire che il vino è fatto solo di quelle uve, senza alcuna miscellanea) ed è stemperato dai sentori marini, che lo rendono un vino amabile anche in estate. L’affinamento in botti di rovere francese lo rende vellutato, avvolgente e complesso nei profumi. L’influenza dei frutti rossi, che nascono spontanei vicino ai vigneti, lo rendono speziato.

Il Bertolino Soprano racconta storie di rocce, sole, agrumi e arbusti. I vigneti si trovano in prossimità dell’omonima contrada, nota per la spiaggia candida delle Giache bianche. Lì, scivolano quasi fin verso il mare, i vigneti, che godono della brezza, del sole caldo e dei profumi di una vasta vegetazione. Lì la leggenda racconta di Santo, che percorreva le campagne a cavallo e laddove vedeva la roccia si chiedeva come In quei luoghi la terra potesse essere fertile al punto da regalare vino buono. Il nonno lo ammoniva: dove c’è roccia c’è forza. Ed aveva ragione. In questi luoghi, che sembrano sospesi tanto sono belli, nasce il bianco Bertolino Soprano, che è un grillo di uve raccolte in purezza e a mano nell’agosto del 2017. Il suolo calcareo regala al vino freschezza ed eleganza, mentre l’affinamento in botti di rovere francese lo rende morbido, intenso e persistente. I toni floreali e agrumati esprimono la personalità del terroir che lo ha generato.
Ho gustato questi due vini in due calde sere estive, in spiaggia con mio marito e i nostri amici. Ho pensato che il mare fosse il posto ideale per gustarli a coronamento di un soggiorno fatto di lentezza e semplicità. Il Bertolino ha fatto compgnia un aperitivo improvvisato con gambero crudo e polipetti. Il Terre del Sommacco lo abbiamo sorseggiato dopo cena, lentamente, godendo di una coda di tramonto, con il sole dormiente dietro la torre di Porto Palo. Sorseggiare buon vino, sul mare, chiacchierando è una maniera per farsi un regalo raro, considerata la vita frenetica della città. Condividere brindisi in compagnia, con pensieri leggeri e sorseggiando insieme al vino le cose belle della vita, è un po’ il mood di Mandrarossa. Grata a Roberta per avermi fatto conoscere questi vini ed avermi confermato che un buon bicchiere in una sera di mezza estate regalano una porzione di piccola ma autentica felicità.
