Cosa fare se una gravida o una partoriente sospetta o sa di essere positiva al Coronavirus?
Quali protocolli stanno ponendo in essere i reparti di Ostetricia e Ginecologia, a tutela della paziente, ma anche del resto delle gestanti e dei nuovi nati?
Una risposta arriva dagli ospedali palermitani, dall’Arnas Civico e dal Buccheri la Ferla di Palermo, dove sono già attivi i vademecum, che, come garantiscono dal nosocomio, è atto a tutelare la salute di tutti avendo sempre a cuore la serenità di chi sta per diventare mamma, anche in un periodo delicato come quello che stiamo attraversando.
Regola che vale per tutte le degenti è quella della riduzione delle visite di parenti e amici. Solo una persona, munita di pass consegnato dagli operatori di vigilanza, può far visita alla neomamma. Ciò al fine di limitare il flusso di gente. Il papà può assistere al parto ma solo nella fase espulsiva. Nessun accompagnatore per quanto riguarda controlli in pronto soccorso o comunque nelle sale d’attesa del reparto. La limitazione del flusso di persone e dei contatti tra queste è un diktat.
Le gravide che dovessero presentare sintomi sospetti devono anzitutto mantenere la calma. Non vi sono occorrenze mediche, che certifichino un’incidenza superiore del Covid-19 sulle gestanti, nè effetti sintomatici maggiori rispetto alla media della popolazione. Non precipitarsi al pronto soccorso, ma chiamare il medico di base o il ginecologo di fiducia, che saprà dare tutte le indicazioni del caso, alle quali ci si dovrà attenere alla lettera.
Il protocollo Covid-19 al Buccheri la Ferla di Palermo
Nei due ospedali palermitani non vi sono ancora stati casi di gravide e/o puerpere positive, ciononostante il protocollo è già attivo e prevede:
Un triage dedicato. All’ingresso del reparto alla donna viene posto un questionario circa le sue condizioni di salute generale e la presenza di sintomi sospetti. Qualora la gestante dovesse rappresentare un caso a rischio sarà accompagnata in un’area medica in isolamento. La zona sarà areata di frequente e la paziente dovrà indossare l’apposita mascherina. I sanitari che entreranno in contatto, lo faranno seguendo tutti i dispositivi di sicurezza. Parola d’ordine sarà quella di garantire totale assistenza alla donna e al bambino, contingentando però il numero di sanitari. Se la regola generale di prevenzione dal Coronavirus è limitare i contatti tra le persone, anche in ospedale varrà questa norma. Quindi, di fronte a una donna positiva sarà limitato il numero di medici e paramedici che la assisteranno: sia nelle visite, sia nella fase del parto che in quella del post partum. Limitare il passaggio di persone, come tengono a precisare dal reparto, non vuol dire limitare l’assistenza. Tutto verrà garantito e seguiterà a svolgersi come nella routine medica del reparto.
La fasi del parto e i protocolli Covid-19
In caso di parto naturale in paziente positiva (o sospetta) Covid 19 sarà limitato il numero di operatori che assisteranno e chi assisterà sarà protetto dai presidi preposti alla prevenzione del Coronavirus. Le porte dell’isola neonatale dovranno rimanere chiuse e al fine di ridurre qualsiasi esposizione, l’esame obiettivo del neonato andrà effettuato direttamente nell’isola neonatale. Una volta completato l’esame obiettivo del piccolo, questi dovrà essere trasportato in termoculla o lettino chiusi. Identiche regole in caso di cesareo. Anche sul fronte delle pratiche anestesiologiche non vi sono controindicazioni, poiché in letteratura non si riportano modifiche nella salute della partoriente positiva al Coronavirus a seguito dell’anestesia.
Indipendentemente dalle modalità di parto sarà eseguito l’esame istologico della placenta e si farà un prelievo di sangue cordonale per Covid-19 RNA, ciò al fine di consentire una valutazione infettivologica, che sarà utile per il singolo soggetto, ma anche come campione di studio per la malattia più in generale. I bimbi che non necessiteranno di cure in tin, saranno trasportati in lettino chiuso nella zona isolata nella stanza di isolamento al nido Da qui un necessario distinguo. Le mamme asintomatiche o paucisintomatiche potranno rimanere insieme al loro bambino, ricoverate in isolamento, in stanze preposte del nosocomio. Le mamme che invece presentano sintomi franchi del virus: tosse, febbre, difficoltà respiratorie dovranno temporaneamente essere separati dal piccolo, in attesa dell’esito del test. Se negativo è possibile la degenza nella medesima stanza.
Allattamento e coronavirus
Secondo il protocollo ospedaliero l’allattamento va incoraggiato ma occorrono tutte le misure di cautela. La mamma che sospetta o sa di essere positiva dovrà indossare la mascherina. Questo vale però per le pazienti asintomatiche o paucisintomatiche. Nel caso di pazienti con sintomi da infezione respiratoria e febbre non deve essere praticato l’allattamento al seno. É però possibile l’uso di latte materno spremuto. Ovviamente, tutti i neonati nati da madri positive o in accertamento di positività, saranno sottoposti alla procedura diagnostica del tampone e alla ripetizione di questi secondi i protocolli medici.