“L’affetto a nonni in questo momento si dimostra rimanendo a casa, non andandoli a trovare perché il virus potrebbe approfittare proprio dei nostri affetti.”
Lo ha detto il professore Roberto Burioni, intervenendo ieri sera a Che tempo che fa, il programma di Fabio Fazio. Ecco le risposte del noto virologo alle domande più comuni sul virus.
Perchè in Italia il virus è più letale?
Perché in Italia abbiamo tanti anziani, che sono profondamente inseriti nella vita sociale di noi italiani. I nonni sono ancora un anello importante della catena sociale italiana. Spesso accudiscono i nipotini, che sono vettori di virus per antonamasia. In questo momento è bene che nonni e nipotini non si incontrino. Si potrà recuperare e presto, se faremo il nostro dovere e rimarremo a casa.
Ci si può riammalare di Coronavirus?
Non lo sappiamo e quando lo sapremo sarà importantissimo. Perché la ricerca dovrà capire chi si è ammalato se una volta guarito diventa protetto dal virus. Ancora però non vi sono certezze.
Le donne in gravidanza sono più Esposte a rischI?
Da uno studio cinese arriva un dato incoraggiante: non c’è trasmissione materno-fetale. Tuttavia le future mamme devono stare attente perché uno dei sintomi del Coronavirus è la febbre alta, che in gravidanza non va mai bene.
È pericoloso andare in ospedale per altre ragioni e/o per proseguire terapie come quelle oncologiche?
Si deve andare in ospedale se ve ne è un bisogno reale. Il Coronavirus non azzera le altre malattie, anzi, ci si continua ad ammalare regolarmente. Quindi sí all’ospedale, sí assoluto al proseguimento delle terapie oncologiche. Bisogna avere qualche cautela in più ed è importante lavarsi le mani una volta usciti.
Farmaci miracolosi di cui si legge sul web, che ne pensa?
Quando arriverà il farmaco lo sapremo dalla comunità scientifica e ne leggeremo sulle pubblicazioni scientifiche accreditate. Non sarà sicuramente un qualsiasi sito web a dircelo.
Dopo questa ondata epidemica potrebbe essercene un’altra?
Non lo sappiamo. Ci auguriamo che il virus si spenga con il bel tempo. In quel caso dobbiamo usare i mesi del caldo per non farci trovare impreparati in quelli freddi, mettendo in piedi qualcosa che ci consenta di minimizzare i rischi.
Il virus si propaga con l’areazione elettrica, quella degli ospedali per esempio?
Assolutamente no, solo con la saliva ma non oltre un metro e mezzo.
Tempi di incubazione?
Non abbiamo dati certi. Quattordici giorni sembrano il tempo più adatto, che fornisce una certa sicurezza. Un elemento importante per ora è misurare la febbre tutti i giorni prima di uscire da casa. Se la mattina dobbiamo andare a lavorare, misuriamo la temperatura. Se abbiamo qualche linea rimaniamo a casa e monitoriamo la situazione.
Come comportarsi in casa se si ha motivo di pensare di essere un positivo asintomatico?
Se una persona ha motivo concreto di pensare di essere un contagiato asintomatico è preferibile che vada via da casa così da tutelare il nucleo familiare o che si isoli del tutto in una parte della casa stessa, qualora le dimensioni di questa lo consentissero. Stiamo vedendo che una parte non irrilevante dalle infezioni avviene proprio nel nucleo familiare.
Non mi stupirebbe che nel nostro paese i contagiati fossero cinque volte quelli contati.
Uno dei problemi grossi di questa malattia è che chi si ammalerà domani l’altro è che oggi è infettivo.
Tamponi per tutti?
No, tamponi per alcune categorie, quelle mediche in primisi. In questo momento però dobbiamo comportarci come se ogni persona che abbiamo accanto fosse ammalata. Come se noi per primi lo fossimo. Se non state bene, qualsiasi sintomo sospetto o simil influenzale, isolatevi e contattate il curante. Se in sintomi peggiorano contattate il 118.
Per il centro sud possiamo essere ottimisti?
Possiamo essere più sereni considerati gli attuali numeri del contagio e sperando che non si moltiplichino per via dei rientri dal nord. Questo però non è un motivo per essere più rilassati nei comportamenti ma più rigorosi.