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Travaglio frettoloso e rischio di non arrivare in ospedale? Ecco come comportarsi

In provincia di Pavia una donna ha partorito in fretta, assistita solo dal marito. Sono eventi rari, ma possibili. Ecco cosa ne pensa l'ostetrica

È uno dei timori delle future mamme. Le acque si rompono e il travaglio parte veloce al punto da non dare il tempo di arrivare in ospedale. È una situazione da film che, seppur raramente, può capitare anche nella vita reale. In ordine di tempo, negli ultimi due anni, parti rocambolesche, avvenuti in luoghi di fortuna, sono capita di a Palermo, Trento e Pavia. Alle neomamme e ai loro bimbi è andata bene,  a parte lo spavento iniziale.

Assistita dal marito, la donna ha dato alla luce un maschietto

Qualche mese fa, a Pavia, una giovane donna ha dato alla luce un bimbo di quasi 3 kg ed in buone condizioni di salute, aiutata solo dal marito. I futuri genitori non hanno fatto in tempo a raggiungere l’ospedale, che la testolina del piccino è sbucata fuori. Un parto a casa, tra la paura e lo stupore. Mamma e bimbo sono poi stati trasferiti al San Matteo di Pavia.

La vicenda non è isolata

È molto raro che il travaglio sia talmente immediato da non dare il tempo alla futura mamma di recarsi in ospedale. Raro ma non impossibile. Dal sito www.pianetamamma.it abbiamo raccolto il parere di un’ostetrica, Barbara Colombo, che suggerisce il da farsi in casi come quello capitato a Pavia. Con le righe che seguiranno non intendiamo indicare un vademecum del parto “fai da te”, ma ci riferiamo solo a urgenze in fase di travaglio e parto. Partorire in casa è possibile ma solo dopo valutazioni mediche ed in presenza di personale ostetrico qualificato. Sebbene il parto sia nel Dna della gestante, non si deve mai improvvisare in una fase tanto delicata per la vita del piccolo e della mamma. Generalmente il travaglio vero e proprio ha dei prodromi, che fanno intuire che il momento sta per arrivare (contrazioni irregolari, perdita del tappo mucoso). Solo in casi rarissimi, travaglio e parto sono così veloci da non consentire il trasferimento in ospedale.

Ecco i consigli:

1) Chiamare immediatamente i soccorsi (qualora non si abbia la possibilità, in sicurezza e tempestività, di arrivare in ospedale con mezzi propri).
2) Mettersi in un posto caldo. Il calore aiuterà il travaglio e renderà meno traumatico lo sbalzo termico al momento della nascita del piccolo.
3) Assumere una posizione comoda, che aiuterà a gestire i dolori delle doglie e faciliterà la fase espulsiva.
4) Occhio alla testa del bambino. Appena farà capolino non tirarla o girarla, neppure con gesto delicato. Bisognerà accompagnare l’espulsione del resto del corpicino assecondando le contrazioni (generalmente due o tre).
5) Non tagliare il cordone ombelicale. È la fonte di ossigeno per il piccolo. Mantenerlo attaccato alla placenta è fondamentale. I soccorsi, che nel frattempo saranno arrivati, sapranno come reciderlo.
6) Quando il bimbo sarà completamente fuoriuscito, poggiarlo sul petto nudo della mamma. Il contatto pelle a pelle servirà a non disperdere il calore. A quel punto coprite coi stesse ed il bambino.
Una volta arrivati i soccorsi, il personale medico e paramedico deciderà con quale urgenza trasferire mamma e piccolo in ospedale. Se entrambi stanno bene, le prime operazioni post partum potranno essere svolte serenamente a casa, dopodiché si provvederà al trasferimento ospedaliero per ulteriori accertamenti.

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