In Sicilia gli ospedali riprendono fiato, oggi una flessione al rialzo dei contagi (600, contro i 455 di ieri), ma diminuisce anche il numero di decessi. In parallelo aumenta la possibilità di vaccinarsi: finestre aperte per gli over quaranta, ma anche per la fascia dai 16 anni in su con lievi patologie. Proseguono anche gli open day vaccinali, con la possibilità, fino a domani, di avere inoculato il siero Astra Zeneca senza prenotazione. I siciliani rispondono bene e a breve dovrebbe essere attivo un nuovo padiglione alla Fiera del Mediterraneo, hub principale dell’Isola. Non mancano però i disservizi: code lunghissime nei centri di somministrazione dei sieri, con attese che arrivano anche alle cinque ore prima di essere vaccinati, anziani rimandati a casa per carenza di dosi, é successo lunedì scorso all’ospedale Ingrassia e non mancano i furbetti, che vogliono a tutti i costi scavalcare la fila.
Intanto da due giorni la Sicilia è in zona gialla: ristoranti e bar aperti, ma anche musei e palazzi storici. Per fare il punto della situazione Covid, abbiamo intervistato il professore Antonio Cascio, infettivologo, primario al Policlinico di Palermo e professore alla facoltà di Medicina dell’ateneo palermitano.
ProfessoRe, stiamo uscendo dall’incubo o é solo un’illusione, come un anno fa?
I dati sono progressivamente incoraggianti. Rispetto a un anno fa ci sono molto differenze: é vero che di questi tempi eravamo quasi a contagio zero, ma é anche vero che non avevamo l’arma vaccinale. Quindi la fiducia è d’obbligo.
A proposito di vaccini, si parte anche con i più giovani. Pensa che vi sia un vaccino d’elezione per ogni fascia d’età?
Non ci sono reali motivi per pensare che un vaccino possa essere più indicato per i giovani rispetto a un altro. La linea è quella di preferire i sieri a rna messaggero, ossia Moderna e Pfizer, ciò non vuol dire che quelli a vettore virale non replicante, ossia J&J e AstraZeneca non vadano bene. Il vaccino anglo-svedese patisce una cattiva pubblicità , se però andiamo a leggere le note dell’Aifa ci rendiamo conto che proprio AstraZeneca è il siero anti Covid al quale sono attribuiti meno reazioni gravi certificate. Ribadiamo che i vaccini sono farmaci e possono avere effetti collaterali gravi, ma che si tratta di casi peregrini e i numeri lo dimostrano. Quindi vacciniamoci serenamente. É anche a buon punto la sperimentazione sugli under 16, occorrenza che deve aprire varchi di fiducia e non di timore. Ribadiamo che sperimentare è una routine scientifica che ha consentito progresso medico e possibilità di cura.
Quando avremo l’immunità di gregge?
Chi non sarà vaccinato, in vista delle ampie riaperture estive, come dovrà comportarsi?
Sicuramente con maggiore prudenza. Uso dei dpi rigoroso, tamponi frequenti ed ovviamente evitare di mettere a rischio i soggetti fragili: anziani e immunocompromessi. Ricordiamo inoltre che chi non si vaccina corre in primis un rischio personale.
Al via con le riaperture, è fiducioso?
Sono per la ripresa. Ci vuole attenzione, prudenza per sé e per gli altri. Se ci si comporterà per come é giusto, quindi uso dei dpi, tamponi frequenti, soprattutto se si rientra da un viaggio o se vi sono state condizioni di rischio, adesione alla campagna vaccinale, i rischi saranno bassi. Prediligiamo la vita all’aperto e quindi godiamoci pure eventi, cene e momenti di convivialitá ma tenendo presenti le regole basilari anti contagio ed evitando i posti chiusi.
A breve dovrebbe esserci un grosso evento test?
Si, dovrebbe svolgersi a Gallipoli, il 4 giugno alla discoteca Praja, con la presenza di 2000 persone. Sarà seguito il protocollo, che mi ha visto tra i firmatari insieme al professore Alagna e con i professori Lopalco e Bassetti. Regole semplici: doppio tampone per i non vaccinati e non sarà necessario tenere la mascherina durante la serata, né mantenere il distanziamento. Si tratta di un esperimento scientifico a tutti gli effetti, così come già fatto con successo in altri paesi europei. Sono eventi test fondamentali per una ripresa in toto della normalità anche in settori a rischio alto, quali appunto le discoteche e l’intrattenimento in generale. Anche loro hanno diritto alla riapertura purché in sicurezza.