In Sicilia i posti letto dei malati di Sars Cov.2 iniziano a svuotarsi, i medici tirano un sospiro di sollievo e sta ricominciando la conversione di interi reparti da Covid a non Covid.
Si auspica nell’inizio di una progressiva discesa dei contagi ma resta un punto cruciale: chi ha avuto il Covid, quali tempi di ripresa ha?
Lo abbiamo chiesto al dottore Marco Battaglia, pneumologo che, nella sede del Cto degli Ospedali riuniti Villa Sofia-Cervello, segue i pazienti post Covid.
Dottore Battaglia, quali segni lascia il Covid?
Puó lasciarne diversi e molto dipende dal tipo di malattia avuta. Se si è avuto, nel corso della fase patologica acuta, un interessamento polmonare, osserviamo fenomeni sempre a carico delle basse vie aeree. I polmoni possono rimanere compromessi, in alcuni casi si verifica anche un’interstiziopatia polmonare. Diciamo che per molti il Covid lascia un brutto e lungo ricordo di sè, a conferma del fatto che questo virus é davvero una brutta bestia. Ovviamente pazienti che sono stati asintomatici o pauci-sintomatici generalmente non presentano particolari strascichi.
Chi ha più difficoltà a riprendersi del tutto?
Non possiamo fare categorizzazioni. Al nostro ambulatorio afferiscono ottantenni come quarantenni. Abbiamo in terapia con ossigeno persone davvero giovani, che hanno avuto però una forma di malattia Covid molto importante. Un dato però ci fa riflettere: troppi anziani non si sono voluti vaccinare, sono andati incontro a una forma severa di malattia e hanno una ripresa lenta e difficoltosa. Tutto ciò si sarebbe potuto evitare.
Non solo strasichi polmonari nel post Covid?
Il Covid è una patologia multi organo, quindi può interessare e lasciare traccia un po’ dappertutto nel nostro organismo. In molti presentano astenia prolungata, senso di affaticamento, disordini a carico del sistema nervoso: insonnia, irrequietezza, difficoltà di recupero di gusto e olfatto. Un approccio multidisciplinare è importante. Tra l’altro non sappiamo come e quando ci sarà una risoluzione completa dei sintomi di lunga durata, proprio perché si tratta di un virus nuovo.
Come trattate i pazienti che hanno difficoltà di ripresa?
Da un punto di vista pneumologico facciamo una valutazione del paziente, con la verifica della funzionalità respiratoria, mediante una serie di test, tra i quali la spirometria e il test di diffusione del monossido di carbonio. Dopodiché stabiliamo la terapia adeguata, con steroidi inalatori e farmaci anti fibrotici. Abbiamo anche pazienti in ossigenoterapia, nonostante sia negativi da settimane.
I polmoni riusciranno a riprendersi del tutto?
Non possiamo saperlo con esattezza. È importante però che chi ha avuto il Covid e presenta ancora dei sintomi, non esiti a farsi seguire. Le terapie adeguate e il follow ho sono fondamentali per un efficace recupero.