L’allergia stagionale è un problema diffuso e addirittura invalidante, qualora i sintomi non consentano, a chi ne soffre, di svolgere una vita regolare. Alla diagnosi di allergia si arriva seguendo un iter medico che prevede, in prima battuta un colloquio con il medico curante. Qualora questi lo ritenesse necessario, il secondo step è una visita specialistica dall’allergologo, che provvederà a prescrivere i test specifici, per verificare l’eventuale presenza di allergia nel paziente. La medicina tradizionale indica l’antistaminico quale terapia di elezione. Talvolta è necessario coniugarlo ai cortisoni (qualora la sintomatologia fosse assai spiccata). L’omeopatia suggerisce una serie di rimedi contro ciascuna delle varie forme allergiche di primavera. Il dato (che rileviamo da un articolo de La Stampa) è che quattro italiani su dieci soffrono di allergie primaverili. Causa scatenante: la comparsa dei primi pollini. Secondo un’indagine dell’Anifa (Associazione Nazionale dell’Industria Farmaceutica dell’automedicazione) la fioritura delle piante rende la primavera la stagione dei raffreddori: gli starnuti colpiscano l’80% degli italiani, e per chi è vittima di allergie non c’è via di scampo.
Tenere sotto controllo il calendario della fioritura, riconoscere i principali sintomi di un’allergia ai pollini e seguire alcune semplici regole: ecco un decalogo di consigli per tenere a bada gli starnuti e godersi così l’arrivo della bella stagione.
IlCALENDARIO DEI POLLINI
I principali allergeni che si presentano nel periodo primaverile sono i pollini della Graminacee, della Parietaria, le Composite (ad esempio l’ambrosia), le Betullacee, le Oleacee e le Cupressacee.
GRAMINACEE: da aprile a giugno
PARIETARIA: da marzo ad ottobre
COMPOSITE o ASTERACEE: da luglio a settembre
BETULLACEE: da gennaio a maggio
OLEACEE: da maggio a giugno
CUPRESSACEE (Cipresso): da febbraio a fine marzo con possibili anticipi a gennaio o continuazioni fino ad aprile
Negli ultimi anni si registra un incremento dei soggetti che soffrono di pollinosi da cipresso, in particolare in Toscana, Puglia, Liguria, Umbria, Lazio e Campania. Questo tipo di allergia riguarda soprattutto i più piccoli: nel centro Italia si stima che un bambino su dieci sia allergico al cipresso.
Tra le principali cause l’aumento della sua coltivazione a scopi ornamentali o di rimboschimento.
ALLERGIE AI POLLINI: i dieci sintomi da tenere d’occhio
1. Rinorrea acquosa
2. Congestione nasale
3. Bruciore e arrossamento delle congiuntive
4. Lacrimazione
5. Starnuti isolati o a salve
6. Prurito al palato, al naso e agli occhi
7. Tosse secca e stizzosa, spesso notturna, accompagnata da difficoltà di respiro e dai caratteristici sibili intratoracici propri dell’asma bronchiale
8. Riduzione dell’olfatto e del gusto
9. Insonnia, stanchezza, irrequietezza
10. Difficoltà di respiro e asma (nel 40% dei casi).
LE DIECI REGOLE per combattere l’allergia
- Evitare di uscire durante le giornate secche e ventose, quando è più alta la concentrazione di pollini;
- Evitare l’aerazione degli ambienti durante le ore più calde della giornata ed eventualmente usare condizionatori d’aria;
- Fare la doccia e lavare i capelli quotidianamente. I granuli pollinici spesso rimangono intrappolati tra i capelli e la notte possono depositarsi sul cuscino, venendo così inalati;
- Evitare di uscire subito dopo un temporale: l’acqua rompe i granuli pollinici in frammenti più piccoli che raggiungono facilmente le vie aeree e in maggiore profondità;
- Tenere sempre sott’occhio il calendario dei pollini;
- Usare appropriate mascherine durante i lavori all’aperto;
- Evitare i viaggi in macchina od in treno con i finestrini aperti. Quando possibile è preferibile viaggiare in autoveicoli con aria condizionata e filtri di aerazione anti-polline da pulire spesso:
- Indossare un nuovo paio di scarpe quando si rientra a casa, e riporre le altre in un armadio in modo che non trasportino in giro le particelle allergizzanti.
- Lavare spesso i pavimenti; ma attenzione all’utilizzo dell’aspirapolvere che può sollevare le particelle allergizzanti;
- Tappeti, moquette, tappezzerie e tendaggi sono arredamenti rischiosi per gli allergici: lì si depositano pollini e polveri difficili da rimuovere.
Un discorso a parte meritano le allergie nei bambini (che tratteremo a breve in un altro articolo). Possono insorgere anche nel primo anno di vita, ma in quel caso la certezza, verificata dai test, non sarà possibile. In età precoce, le cosiddette “prove allergiche” potrebbero dare dei falsi negativi. Occorrerà monitorare i piccoli nel tempo e con attenzione ed attenersi ai suggerimenti del pediatra, che potrà ritenere opportuno di prescrivere una terapia antistaminica e/o cortisonici.