Sono sempre stata convinta che una coppia debba essere molto unita e debba volersi veramente tanto bene per sopravvivere quasi indenne all’arrivo di un figlio. Bastano una serie di nottate consecutive, uno sbalzo di crescita improvviso che trasforma in un baleno tuo figlio in un quasi adulto con annessi e connessi, una febbre improvvisa che fa saltare una vacanza, un viaggio in auto con bambini urlanti e lagnosi, un capriccio inaspettato, ecco, bastano un pò di tutte queste cose che, inevitabilmente, lo sfogo avverrà all’interno della coppia.
Non puoi prendertela con un bambino
D’altronde, come fai a prendertela con un bambino? E’ molto più semplice ed immediato urlare a tuo marito “che i genitori sono due”; è molto più efficace guardare in cagnesco tua moglie, che cercare di sfogarti con un bambino che ti scruterebbe basito perché lui non sa cosa sia quel senso d’inadeguatezza e di stanchezza che prova ogni genitore e che lo porta al moto di rabbia.
Allora è lì che dovrebbe entrare in gioco, in una coppia, il ricordo della coppia stessa. E, terminato lo sfogo vitale, non si dovrebbe andare oltre, ma cercare di ricordare che quella persona accanto a te, che è la metà della tua famiglia e che, insieme a te, ha creato un altro essere umano, ebbene, quella persona è la stessa con cui hai condiviso i momenti salienti alla costruzione di una coppia e con cui, magari, ogni tanto, sarebbe necessario trascorrere altri momenti esclusivi di coppia.
Poche cose in comune
Io e mio marito abbiamo poche cose in comune, a parte i figli ovviamente!
Abbiamo caratteri molto diversi, vissuti differenti, studi completamente opposti, ma ci accomunano le passioni e, tra tutte, la passione per la musica. Quante volte, in una giornata a dir poco campale, tra lavoro e bambini, la sera, sfiancati sul divano, non ci siamo detti nulla, ma abbiamo lasciato che le note di una canzone (del genere che piace a noi!) parlassero al posto nostro. Quante volte, in macchina abbiamo acceso lo stereo e imposto che i bambini ascoltassero la nostra musica e non la compilation di Peppa Pig. Quante volte siamo andati a caccia di concerti in ogni tipo di location. Quante volte, tranquillizzati dal fatto che i bambini, “ormai grandi”, avessero capito cosa significasse dormire tutta la notte, li abbiamo quindi lasciati ai nonni, per concederci una fuga nel nostro “passato” musicale. Una fuga che diventasse un momento tutto nostro, che ci ricordasse che siamo sì genitori che, a volte si odiano, ma siamo soprattutto una coppia che ha come priorità il desiderio di rimanere forti ed uniti.
Le fughe: che liberazione!
Ho già scritto delle mie “fughe catartiche” con Pasquale per assistere ad un concerto e, per non ripetermi, stavolta ho cercato una formula diversa per raccontarvi cosa succede quando due genitori scappano dai loro figli. In realtà, non accade nulla di eccezionale, ma solo frammenti di spontaneità su cui non ci si sofferma nella quotidianità del corri corri generale e che ho cercato di montare in un video letteralmente no–filter e molto amatoriale.
Il concerto in questione è quello degli Smashing Pumpkins del 18 Ottobre scorso. La mitica band ha scelto bene di terminare un tour meraviglioso a Bologna, una città che io e Pasquale amiamo tantissimo, perché è da Bologna che, in un modo o nell’altro, tutto ha avuto inizio.
Non mi resta che augurarvi buona visione, ma anche “buona fuga”!