Negli anni ‘80, quando la parola AIDS entrò violentemente nel vocabolario comune del mondo occidentale, l’idea che esistessero cure e prevenzioni efficaci contro il male del secolo era quasi una chimera. Da allora la ricerca medica e la sensibilizzazione sociale hanno fatto parecchi passi avanti, vuoi in termini di prevenzione che di trattamento. Si è parlato anche di questo al congresso Hot topics, malattie sessualmente trasmissibili, in corso a Favignana. Presidente del congresso è il dottore Giuseppe Scaglione, ginecologo e stimato esperto in tema di Hpv. Scaglione ha radunato sull’isola un nutrito gruppo di esperti. Ad affrontare il tema prevenzione dall’Hiv è stato il dottore Tullio Prestileo, noto infettivologo siciliano, da sempre sensibile e attivo sul tema della prevenzione e della cura dell’Aids.
La Prep che salva dall’hiv
Il dottore Prestileo ha parlato di un farmaco “salvavita”, conosciuto dagli addetti ai lavori, ancora meno noto tra la gente comune. Il farmaco si chiama Prep, che sta per profilassi pre infezione. Una volta assunta la pillola si ha una copertura dal rischio di contagio pari al 92%. Prestileo però puntualizza che si tratta di un farmaco con diverse controindicazioni, che va assunto sotto controllo medico e che non prevede una sola dose per la copertura dall’infezione, anzi, si tratta di una profilassi di più dosi, distribuite in più giorni, che andrà concordata rigorosamente con il medico. La Prep, se da un lato ha rappresentato un enorme passo avanti nell’arginare i contagi da immunodeficienza acquisita, dall’altro lato non copre la vasta gamma di malattie sessualmente trasmissibili, per prevenire le quali è necessario l’uso del preservativo. Lo stesso Prestileo, rendendo noti i dati non proprio incoraggianti, in merito all’abitudine dell’uso del preservativo, ha illustrato come l’uso della Prep, per un verso protegga dall’Hiv, per l’altro lasci campo aperto a malattie sessuali quali la clamidia, la gonorrea e la sifilide. Il preservativo è ad oggi l’arma più efficace di prevenzione, ha sottolineato Prestileo, sebbene la maggioranza della popolazione sessualmente attiva tende a non assimilare questo importante mood. “Occorrerebbe, sostiene Prestileo, abbattere quel margine di pregiudizio residuale ed educare le ragazze a tenere in borsa un preservativo. Un gesto banale, che può salvare da tante è più malattie.”
Diagnosi da Hiv precoce
Altro concept ribadito dal dottore Prestileo è stato quello della diagnosi precoce. Educarsi a fare un test Hiv è un’altra strada fondamentale nella lotta al virus. Diagnosi precoce equivale a trattamento immediato. Il paziente trattato non è più infettivo. È stato infatti verificato che i pazienti con immunodeficienza acquisita, se trattati così come prevede il protocollo medico, interromperanno la catena di contagio del virus. Ciò a vantaggio anche della sfera socio affettiva dei sieropositivi, che grazie al trattamento non saranno più infettivi e quindi risulteranno meno “temibili”. Negli anni ‘80/‘90 infatti il retaggio ed il timore facevano sí che una persona sieropositiva fosse letteralmente emarginata anche da azioni sociali banali e del tutto innocue. Sí alla prudenza, no all’apprensione, nella certezza che prevenire, mediante l’uso del preservativo, sottoporsi al test almeno una volta nella vita (e comunque allorquando si ha il dubbio di un contagio, o quando la donna è in stato di gravidanza) sono comportamenti che arginano radicalmente il rischio di contrarre o diffondere l’hiv. Cliccando sul link in basso potrete vedere l’intervista video al dottore Tullio Prestileo.