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Mamme più nervose nell’estate del post lockdown, ecco perché succede

Mesi interi trascorsi a fare da cargiver non giovano all’equilibrio di un genitore. Come superare la fase del super carico?

Aumenta la percentuale di chi soffre di ansia, depressione ed esaurimento nervoso. Uno degli esiti del lockdown e più in generale dell’allerta Covid? Secondo gli esperti non è da escludere. Ansia, nervosismo, paure, fobie e senso di inadeguatezza sarebbero diventati sentimenti comuni a moltissime persone. Un’altra conseguenza dei mesi di stallo è l’aumento di episodi di violenza nei confronti dei più piccoli da parte dei genitori, delle mamme in particolare. Al di là di alcuni casi eclatanti, denunciati alle autorità giudiziarie, il fenomeno più generalizzato é quello che riguarda tantissime mamme: sono diventate meno pazienti, più apprensive ed hanno frequenti attacchi di rabbia. Abbiamo chiesto un parere alla psicologa Valeria Augello.

Cosa sta succedendo nel post lockdown?

Durante il lockdown è aumentato lo stress nelle donne. Donne, mamme e figlie sono state chiamate a conciliare lavoro, casa e la famiglia. Avvolte dall’isolamento sociale hanno continuato a svolgere le loro mansioni lavorative in smartworking o direttamente sul campo (es: sanitari e forze dell’ordine), accudendo figli e talvolta anche i genitori. Senza aiuto e supporto hanno svolto contemporaneamente il ruolo di più figure professionali senza rallentamenti né cedimenti.

  Chiaramente una forzatura del genere non può protrarsi a lungo senza pagarne un costo psichico. Le nostre risorse, infatti, seppur corpose non sono infinite. Il disorientamento iniziale avvenuto dopo questa fase, il tentativo di una ripresa tanto sognata e differente nei risultati attesi, in alcuni casi, hanno esasperato le varie situazioni. La chiusura delle scuole e delle attività ludico-ricreative ha sottratto alle madri momenti e spazi di cui nessuno dovrebbe fare a meno. La mancanza di privacy per poter lavorare da casa con un minimo di tranquillità, o per concedersi il meritato recupero indubbiamente aumenta lo stress.  

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Non siamo solo madri

La complicata fase che stiamo vivendo ci riporta quasi totalmente al ruolo della generazione precedente con compiti di accudimento familiare triplicati, ma rispetto al passato forse anche inconciliabili, per vie delle nuove necessità sociali e del lavoro, ormai quasi sempre esterno. È fondamentale riuscire a difendere anche l’onore degli altri nostri ruoli. Non siamo solo genitori e per continuare ad essere noi stessi non possiamo trascurarci.
Una mamma ha anche il compito di difendere il proprio spazio mentale ed emotivo concedendosi anche alle attività piacevoli e rilassanti, dedicandosi gocce di benessere che si trasformeranno in continua voglia di fare e saper fare.  Chiaramente per far questo occorre anche delegare, quando necessario, a qualcuno che possa sostituirci.

La sindrome di Burden

Esiste una sindrome denominata di Burden, si tratta di una patologia innescata dal fatto di essere impegnati 24 ore su 24 nell’assistenza di un proprio caro. il sovraccarico da accudimento presuppone che si tratti dei figli. Le conseguenze psicologiche possono diventare serie e contrastanti. Anche in questo caso vi potrebbe esser un vero e proprio logoramento psicologico dovuto alla situazione che viene vissuta come carico eccessivo. L’abbandonare anche per pochissimo tempo il proprio ruolo di caregiver genera unforte senso di colpa che impedisce alla persona di dedicarsi ad altro.
In queste situazioni si innesca un circolo vizioso destinato a mantenere i pensieri disfunzionali. A chi può far bene una simile situazione familiare? A nessuno. Ecco perché non è consigliabile stare sempre e solo con i propri figli senza mai concedersi momenti alternativi.

La disponibilità emotiva verso i figli è sempre illimitata ma quella fisica ha dei confini ben definiti che vanno salvaguardati.

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