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Mamma “ti odio” ma ti imito

Tra madre e figlia si può creare una simbiosi singolare, che può anche diventare nociva. Scopriamone le dinamiche

Il rapporto madre-figlia è da tempo fonte di ispirazione e di studio. È opinione comune che la mamma condizioni, con il suo esempio, la forma mentis della figlia. Capita che madri e figlie siano legatissime, viaggiando (più o meno) costantemente sulla stessa lunghezza d’onda. Di contro, sono frequenti i rapporti burrascosi, vissuti tra alterchi, incomprensioni e competizioni. Cerchiamo di capirne di più.

Mamma e figlia. Croce e delizia, Perché?

Avete mai visto il cartone “ The brave” della Disney? Commovente risoluzione di un tipico conflitto tra madre e figlia, risolto, dopo grandi prove di coraggio, grazie ad una necessaria rivisitazione delle proprie posizioni.
La competizione tra donna e donna c’è sempre stata, ma tra madre e figlia è qualcosa di diverso.
A volte i genitori tendono a confondere i loro bisogni con quelli dei figli, rispondendo a richieste ed esigenze che non gli appartengono. Di contro i figli sperimentano modelli, ma non riescono a sentirsi parte di essi. In situazioni simili, l’identificazione con il genitore dello stesso sesso porta un’ambivalenza di fondo, che spinge verso comportamenti inappropriati e poco competenti.

Simbiosi madre-figlia. Quali i rischi?

Il rapporto madre–figlia è una relazione complessa e centrale per la costruzione ed il mantenimento dell’autostima. Il senso di sicurezza che deriva da questo incontro deve richiamare la percezione di un essere amabile e degno di amore senza filtri, ma non bisogna procedere ad oltranza.
Inizialmente abbiamo con i nostri cuccioli un rapporto strettissimo, viscerale, importantissimo per la loro sopravvivenza fisica e psichica. Le madri, in questa fase, si rapportano alle figlie in base alle proprie aspettative: alcune di queste sono utili e funzionali a un sano sviluppo, mentre altre, più importanti e problematiche, hanno come scopo, più o meno implicito, quello di compensare delle carenze affettive o realizzare desideri incompiuti, quindi non corrispondono più alle reali richieste.
Il rapporto simbiotico che si viene a creare, in questi casi, deve necessariamente evolvere per permettere sempre ai figli di sperimentare e sperimentarsi. L’incontro-scontro con situazioni difficili influenzerà la strutturazione sana della loro personalità con ripercussioni forti nei vari ambiti della vita.

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Perché alcune figlie a un certo punto “scappano”?

Non bisogna arrivare alla rottura, ma costruire rapporti sani e competenti giorno dopo giorno.
La ricetta è sempre la stessa, cercare di non confondere i bisogni, non sostituirsi mai ai nostri figli, permettergli sempre di sperimentare l’ambiente prima esterno, poi interno, e fare in modo che sperimentino fiducia, amore e accoglimento.

Perché alcune figlie temono le madri?

Vi sono diverse fasi nello sviluppo delle regole e della morale nei ragazzi, che vanno assolutamente conosciute e rispettate. Quando sono molto piccoli, per esempio, la punizione, o la paura di una possibile punizione, è un motivo sufficiente a non trasgredire, successivamente subentra il dispiacere di ferire qualcuno, infine l’interiorizzazione fa si che ogni persona senta e viva la propria interiorità attraverso norme comportamentali precise.

Perché alcune figlie, da adulte, emulano la madre anche negli errori?

I modelli che costruiamo durante la nostra infanzia ci accompagnano costantemente, non sempre vogliamo cambiarli o abbandonarli. Quando non sono funzionali, allora c,è una sola alternativa: percorsi evolutivi, anche con l’aiuto di un esperto.

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