Il battesimo dell’adolescenza è scandito dal batticuore. I primi amori, i primi “ti odio”, le prime amicizie dal legame di sangue indissolubile, i primi idoli dello star system, le prime sconfitte vissute come un ostacolo irrisolvibile e le prime battaglie vissute, invece, con un ardore che noi adulti non mettiamo più neanche per correre a prendere i nostri figli a scuola.
Tra i miei vari “batticuore” adolescenziali, ricordo l’emozione degli scioperi.
Tutte le mattine facevo lo stesso percorso per arrivare al (mitico) Liceo Classico “Empedocle” di Agrigento: perennemente al limite del ritardo, mio padre lanciava la sua macchina in prossimità degli obiettivi scolastici di noi tre figli. Avevamo cinque secondi esatti per abbandonare l’abitacolo e correre verso le nostre scuole che, ovviamente, si trovavano in tre punti differenti della città.
La campanella d’inizio lezioni suonava alle 8:15 e, puntualmente alle 8:13, dovevo affrontare una lunga scalinata in salita, con lo zaino sulle spalle e il Rocci tra le braccia (altro che Rocci, il vocabolario di Greco era un vero e proprio mattone!), finché, in carenza d’ossigeno, arrivavo di fronte al curvone della strada che, per direttissima (e fortunatamente in discesa), terminava davanti ai cancelli del Liceo.
Il primo batticuore mattutino
La grande curva a destra costituiva il mio batticuore mattutino, non tanto per la corsa in salita quanto per l’eventualità di intravedere, da quel punto strategico, il crocicchio di studenti davanti la scuola, che voleva dire solo una cosa: OGGI SCIOPERO!
Una visione che rendeva radioso anche il blu oltretomba della copertina del Rocci. Allora, negli anni 90, “da contratto”, si scioperava per qualsiasi cosa. Dall’ovvia antipatia nei confronti del duetto Bush-Hussein ai finanziamenti scolastici; dai riscaldamenti non funzionanti ad Aprile in Sicilia ai riscaldamenti troppo caldi a Maggio in Sicilia. Addirittura le autogestioni tattiche prenatalizie infervoravano il nostro batticuore adolescenziale. Ma, siamo sinceri, si trattava di problematiche lontanissime da noi e, a volte, surreali, che avevano il solo fine di aggregazione contro un sistema che, sotto sotto, stava già provocando dei grandissimi danni a nostra insaputa.
Lo “sciopero” per il clima
Oggi, però, venerdì 15 marzo 2019, migliaia di adolescenti di tutto il mondo stanno attuando uno sciopero che dà una lezione di vita a tutti noi adulti, anche detti ex-adolescenti.
L’anima di questo sciopero è, Greta Thunberg, una giovane donna di 16 anni di Stoccolma, che ogni venerdì, dall’agosto scorso, non va a scuola per sedersi davanti al parlamento svedese. A tenerle compagnia, un cartello con lo slogan Skolstrejk för klimatet (Sciopero della scuola per il clima) e il suo batticuore adolescenziale nei confronti del nostro Pianeta e della sua salvaguardia. La sua caparbietà, riguardo alla riduzione delle emissioni di carbonio e al rispetto dell’accordo di Parigi sul cambiamento climatico, ha varcato non solo i confini svedesi, creando un movimento studentesco internazionale, “Fridays For Future”, ma anche la rigidità del mondo adulto tanto da ospitare Greta e il suo emozionante discorso, al vertice ONU sui cambiamenti climatici, nel dicembre appena trascorso.
Greta, con le sue trecce, il suo cappellino di lana e il trench giallo è riuscita a scuotere i cuori di tutti noi perché l’innocenza e la genuinità di un bambino riescono a scalfire la coscienza di ogni adulto che sa di aver sbagliato; perché l’assenza di filtri di un adolescente che ti chiede “perché?”, pretende una risposta altrettanto chiara e diretta da noi adulti; perché un semplice slogan scritto da una giovane mano, parla più di mille grafici realizzati da scienziati e climatologi che, giustamente, tanto si adoperano per farci prendere consapevolezza; perché un bambino o un adolescente, da un punto di vista considerato basso (centimetri parlando), può aiutarci a vedere più in là del nostro muso privo di prospettiva.
Il batticuore di Greta per il pianeta
Greta e lo sciopero di oggi devono ricordarci che ogni giorno dovremmo avere un “batticuore” nei confronti dell’unica cosa che accomuna tutti noi, il nostro Pianeta, perché senza la Terra non ci saremmo neanche noi e i nostri batticuore.
Vi consiglio di occupare due minuti del vostro tempo per ascoltare il discorso di Greta alle Nazioni Unite, magari insieme ai vostri figli, ai vostri nipoti, ai vostri alunni, spingendoli ed esortandoli ad urlare il loro dissenso, anche stando al loro fianco.
Di seguito, il video del discorso di Greta Thunberg.