In questi ultimi anni si è parlato molto di femminismo soprattutto in relazione all’emancipazione della donna e, a volte, alle violenze che essa subisce. Ma cosa significa, esattamente questa parola, che sembra lontana dalle ragazze di oggi? I primi cenni di lotta delle donne li possiamo riconoscere nella lotta delle suffragette (1865) che si concentrò sul diritto al voto, ottenuto solo nei primi anni del 1900. In Europa il primo Stato a permettere alle donne di votare fu la Finlandia nel 1906. In Italia questo avvenne solo dopo il 2º dopoguerra. Ma è dagli anni ‘70, gli anni rivoluzionari in Italia e in tutto il mondo, che le donne diventano sempre più decise e determinate sulle cause per le quali combattere. Questa volta i temi erano l’aborto, il divorzio e l’abolizione del delitto d’onore, tutti diritti ottenuti proprio grazie alle loro lotte. Nonostante la posizione delle donne in Italia sia nettamente migliorata, nel resto nel mondo meno sviluppato esse non hanno ancora ottenuto alcuni diritti fondamentali come, semplicemente, vivere una vita indipendente senza doversi necessariamente sposare. O, ancora di più, dovere sposare un uomo imposto dagli uomini di famiglia (padre o fratelli). A ricordarci l’importanza di lottare per ottenere quei diritti che noi, oggi, diamo per scontati, ci sono delle donne importanti che vale la pena ricordare.
Malala Youfazai
È la più giovane vincitrice del premio nobel per la pace.
Malalla all’età di 11 anni aprì un blog per raccontare al resto del mondo il terribile regime dei talebani pakistani contrari ai diritti elementari delle donne e alla loro istruzione.
Nell’ottobre 2012 fu aggredita e colpita da un terrorista talebano mentre era sul pulmino che si dirigeva verso la sua scuola. Nonostante ciò, dopo essere guarita non smise di combattere per i diritti suoi e di tutti i bambini del mondo.
“Non mi importa di dovermi
sedere sul pavimento a
scuola .Tutto ciò. che voglio
è istruzione e non ho paura
di nessuno”
(Malala Yousafzai,Intervista Fonte:Wikipedia)
Rosa Parks
Rosa Louis Parks (1913-2005) è stata un’attivista statunitense del movimento per i diritti civili.
Negli anni 50 il razzismo e il privilegio delle persone bianche in America non conosceva limite infatti il 1º Dicembre 1955, dopo aver rifiutato di cedere sull’autobus il posto a un uomo bianco, Rosa fu arrestata. Da quel momento, in diversi stati americani iniziò un boicottaggio degli autobus da parte della comunità afroamericana che durò per 381 giorni.
Nel 1956 il caso di Rosa Parks fu discusso alla Corte Suprema degli Stati Uniti che tolse il privilegio di posto sugli autobus ai bianchi. Da quel momento, Rosa Parks divenne una delle rappresentanti del movimento per i diritti civili.
Sahar Khodayari
In Iran, dalla rivoluzione islamica avvenuta nel 1979, le donne non sono più ammesse negli stadi sportivi. Viene detto loro che sono delle peccatrici per il fatto che vedono uomini “mezzi-vestiti”.
Fino a quando le donne dello stesso paese e di tutto il mondo non hanno deciso di protestare. Lo scorso 12 Marzo 2019, Sahar Khodayari si travestì da uomo per entrare nello stadio a vedere la partita ma la riconobbero. Fu arrestata e detenuta per qualche giorno e i primi giorni di settembre, dopo aver saputo di poter esser condannata a 6 mesi di carcere, si suicidò dandosi fuoco davanti a un tribunale di Teheran. Dopo la sua morte, le polemiche si riaccesero e finalmente dal 19 Settembre, dopo 40 lunghi anni, le donne sono libere di entrare allo stadio in Iran.
La storia di Sahar è triste ma è molto importante: ha dato la sua vita per conquistare un suo diritto che noi diamo per scontato.
Il femminismo tra i giovani
Avere 13 anni e definirsi femminista non è una cosa molto facile.
Purtroppo la società confonde questa parola, femminista, e ritiene spesso che ci si definisce così, in effetti, vuole definire il genere femminile come “superiore”… quando non è assolutamente così.
Femminismo, si deve iniziare da qualche parte
Il femminismo si impegna per la parità dei sessi, si adopera per diffondere una cultura condivisa sugli uguali diritti e doveri e sulle stesse possibilità tra uomo e donna in qualsiasi ambito. Oggi non è ancora scontato che ciò accada anzi non accade affatto anche in nazioni apparentemente civili.
Mi viene spesso detto da persone più grandi di me che i giovani non dovrebbero occuparsi di queste cose in quanto non sanno molto al riguardo ed è proprio questo il punto. Se non ci interessiamo dei nostri diritti, chi lo farà? Tra poco meno di 10 anni saremo noi a votare e a impegnarci per avere garantito il nostro futuro, di conseguenza conoscere la storia delle donne, che hanno lasciato un segno, studiare i nostri diritti, essere a conoscenza della situazione politica in Italia credo che sia un impegno fondamentale in qualsiasi scuola di qualsiasi grado.
La strada è lunga, certo, ma si deve iniziare da qualche parte, no?
Marta Napoli, 1E
Una risposta
Bravissimi, continuate così e lasciate stare gli ” adulti”che vi dicono di non occuparvi di questi argomenti perché troppo giovani. Alcune donne di cui avete raccontato erano ragazzine, perché mai, voi non potreste avere una mente pensante e scriverla su carta?.