In Sicilia il Covid ha una frenata lentissima. Oggi 7.369 positivi contro i 7.600 registrati ieri. Il virus circola e si riscontra un aumento di casi nella popolazione pediatrica. Tanti i bimbi positivi, anche sintomatici, moltissime le classi in didattica a distanza e di conseguenza migliaia, nell’Isola, le famiglie in quarantena. Disagi, ma anche tantissimo terrore dei genitori che, una volta appurata la positività del loro piccolo, cadono spesso nel timore di sintomi importanti. Abbiamo chiesto un parere alla professoressa Claudia Colomba, pediatra, infettivologa e primaria al reparto di Malattie Infettive dell’ospedale Dei Bambini – Di Cristina di Palermo. Al Di Cristina, centro Covid pediatrico di riferimento per la Sicilia occidentale, da inizio pandemia sono stati curati 500 bambini, di cui un centinaio neonati.

Professoressa Colomba, tanti casi Covid tra i piccoli, c’è davvero da temere?
É vero, stiamo registrando un numero notevole di casi Covid pediatrici, che riguarda tutta la popolazione dei più piccoli, senza dominanza di particolari fasce di età. Va detto però che non registriamo casi particolarmente impegnativi. Finora i bambini reagiscono bene al virus e se presentano sintomi sono quelli comuni dell’influenza: febbre, disturbi gastrici, malessere generale. I sintomi si risolvono generalmente nel giro di massimo 72 ore. Abbiamo anche verificato che la maggior parte dei bimbi con patologie pregresse, ha un decorso di malattia lieve e senza complicanze particolari. Ovviamente possono esservi delle eccezioni, ma l’andamento generale è rassicurante. Invito quindi i genitori, verificata la positività del piccolo, a non cedere a inutili terrori, ma a monitorare lo stato di salute del loro bambino.
A quali campanelli prestare attenzione?
Una volta accertato la positività al Covid occorre sempre informare il pediatra di libera scelta e seguire alla lettera i suoi consigli. Se la febbre è molto alta e dura più di 72 ore è bene andare al Pronto Soccorso. Questo intervallo di tempo si accorcia nel caso dei lattanti, nei quali la febbre va sempre posta all’attenzione del medico. Occorre valutare lo stato di salute generale del bambino: se ha vomito e diarrea, occorre farlo visitare per scongiurare la disidratazione. In caso di febbre con crisi convulsive ci si deve recare subito in Pronto Soccorso. Se il bimbo ha febbre, non è reattivo e non mangia è bene che sia visto da un medico. Ovviamente occorre rispettare i percorsi Covid dedicati, nella certezza che i piccoli riceveranno adeguata assistenza. Rinnovo sempre l’invito alla vaccinazione pediatrica, che è sicura, rallenta la marcia del virus e scherma i nostri piccoli. Ricordiamoci che abbiamo verificato tanti casi di long covid (una sintomatologia varia, che interessa l’organismo di chi è colpito dal virus, anche dopo la negativizzazione) ed anche la mis-c, la sindrome infiammatoria multisistemica, che può colpire i piccoli anche dopo essersi negativizzati e può avere conseguenze serie. Queste condizioni non sono la regola, ma possono capitare, quindi è importante prevenire.
Professoressa, perché alcuni bimbi vaccinati si positivizzano?
Nella maggior parte dei casi perché non hanno completato il ciclo vaccinale. Semmai il bimbo vaccinato a ciclo completo dovesse positivizzarsi, generalmente rimane asintomatico o lievemente sintomatico.
Come è la situazione nel vostro reparto?
Da giorni abbiamo il pienone, con circa 30 bimbi ricoverati. Non abbiamo casi gravi e spesso si tratta di bimbi che sono in reparto con Covid e non per Covid. Mi spiego meglio, un bimbo che accede in ospedale per un ricovero per qualsiasi ragione clinica, se, fatto il tampone, risulta positivo, viene ricoverato nel nostro reparto e lì riceverà tutte le cure necessarie al suo caso. Lo stesso dicasi per esempio per i bimbi talassemici, che vengono in ospedale per le trasfusioni. Se hanno anche il Covid, saranno assistiti per la loro patologia nel reparto di Malattie infettive.
Professoressa c’è tanto dolore e timore dopo il caso del bimbo morto a Torino, cosa pensa in merito?
Quanto avvenuto al bimbo di Torino addolora profondamente. Un solo bimbo che muore impoverisce tutta la collettività ed è inutile cercare con morbosità i come ed i perché. Non posso esprimere giudizi sul caso specifico poiché non lo conosco direttamente, ma solo per le notizie stampa. Voglio però confortare i tanti genitori che vivono nel panico del contagio. Il Covid è un virus che si è dimostrato pericoloso e quindi occorre stare attenti. Ahimè tutti i virus però possono dare processi infiammatori severi, tali da provocare conseguenze gravi. Anche un’influenza stagionale può, in casi rari, provocare una miocardite pediatrica. Fortunatamente si tratta di occorrenze assai peregrine ed anche nella fattispecie del Covid le forme pediatriche sono state e sono, nella maggior parte dei casi, gestibili con terapia sintomatica e risolvibili in poco tempo. Invito a monitorare sempre le condizioni dei piccoli, a non somministrare terapie fai da te, men che meno antibiotici o cortisonici, senza che siano stati indicati dal medico. Il Covid fa tanta paura, ma al contempo non possiamo chiudere i nostri bambini in una bolla, rischieremmo di causare loro altri tipi di disagi, forse anche peggiori di quelli che può arrecare il virus.