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È la settimana dedicata alla tiroide. Intervistiamo uno dei principali endocrinologi italiani

Il dottore Piernicola Garofalo è primario al reparto di Endocrinologia dell'ospedale Cervello di Palermo. Ci spiega i come ed i perché di una ghiandola, che regola l'intero organismo

È la settimana nazionale della tiroide. A Palermo, tra le altre iniziative, si è svolto il convegno Tiroide è energia (organizzato dal Cape, Comitato associazione pazienti endocrini). Un incontro tra medici (presenti i principali esperti siciliani) e pazienti, che ha avuto i toni del confronto, del dialogo tra le parti, con uno scambio di pareri e consigli, utile alla conoscenza di sintomi, soluzioni e prevenzione.

La tiroide, come più volte ribadito nel corso del convegno, è una ghiandola relativamente piccola (dalla caratteristica forma di farfalla) che regola il buon funzionamento dell’intero organismo.

Quando la tiroide “soffre”, molti organi possono risentirne

Sono proprio alcuni sintomi “secondari” a rappresentare i campanelli d’allarme, che devono far sì che il paziente faccia attenzione. Un colloquio, in prima battuta, con il medico di base servirà a fare chiarezza. Questi, qualora lo ritenga opportuno, prescriverà un semplice esame del sangue per valutare i cosiddetti ormoni tiroidei. Da lì si deciderà il da farsi.

I sintomi correlati a una patologia tiroidea sono diversi:

1) Tachicardia

2) Eccessivo dimagrimento o al contrario eccessivo aumento di peso

3) Tremore delle mani

4) Ansia

5) Insonnia

Tali sintomi, è bene sottolinearlo, non sempre sono legati a problemi della principale ghiandola endocrina. Qualora si presentassero, però, è bene non sottovalutarli. Diverse le patologie a carico delle tiroide: ipotiroidismo (la ghiandola lavora poco – in questo caso uno dei sintomi può essere l’aumento di peso). Ipertiroidismo (la ghiandola lavora tanto è può anche provocare un’accelerazione del metabolismo, con annesso dimagrimento e tachicardia).

Vi sono poi le cosiddette tiroiditi autoimmuni

che sono, in buona sostanza, infiammazioni croniche della ghiandola, che possono restare latenti per lunghissimo tempo. Una delle conseguenze della tiroidite autoimmune  può essere l’ipotiroidismo. Tale condizione va attenzionata in momenti particolari della vita quali, ad esempio, la gravidanza. La diagnosi di queste forme di infiammazione richiede la ricerca di alcuni anticorpi, mediante esame del sangue ed un attento studio ecografico.

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Vi sono poi le tiroidi sulle quali si formano i noduli

(occorrenza in diffusione soprattutto dopo i 50 anni, principalmente nelle donne), che possono richiedere, a completamento diagnostico, oltre allo studio ecografico anche un prelievo mediante ago aspirato e conseguente esame citologico. Solo una bassa percentuale dei noduli risulta essere di natura neoplastica. La medicina e la chirurgia, come ribadito nel corso del convegno, hanno fatto passi da gigante. La terapia farmacologica riesce a curare le forme di ipo e ipertiroidismo ed anche le tiroiditi. Ottima risoluzione, con altrettanto ottima aspettativa di vita, anche per i malati di tumori tiroidei. La diagnosi tempestiva e la chirurgia sono, in larga parte, risolutive. Altra malattia tiroidea è il gozzo, che un tempo era una sorta di condanna (anche a livello estetico), ma che oggi è curabile.

La parola d’ordine, per prevenire patologie tiroidee, è iodio

Occorre usarlo ed usarlo bene. Mediante assunzione di sale iodato e con una dieta ricca di cibi che lo contengano (il pesce azzurro, ad esempio, ne è una notevole fonte).  Una delle cause della carenza di iodio e della conseguente sofferenza tiroidea è ambientale. Le zone lontane dal mare registrano maggiori casi di malattie a carico della ghiandola. Importante è anche l’apporto di selenio, elemento chimico legato ai minerali (ne sono ricche ad esempio le patate).

Occhio alla tiroide in gravidanza

È un momento delicato, nel corso del quale, un’eventuale sofferenza della ghiandola, andrà costantemente monitorata, per garantire benessere a mamma e bambino

Ci spiega tutto il dottore Piernicola Garofalo

primario del reparto di Endocrinologia dell’Ospedale Cervello di Palermo.

Garofalo, per la sua lunga attività svolta in termini di indagine, ricerca e studio sul campo, è di merito diventato uno dei professionisti più rinomati a livello nazionale e non solo.

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