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Covid, l’infettivologo Cascio: calano i contagi, ma numero di morti alto. A Natale tuteliamo i nostri anziani

Intervistiamo il professore Antonio Cascio, infettivologo e primario a Palermo

Quarantanove morti nelle ultime ventiquattro ore. È il record della Sicilia da quando è iniziata l’emergenza Covid.

Seppure i dati sui nuovi contagi flettano da giorni verso la discesa, quelli dei decessi non sono incoraggianti. Di questo parla il professore Antonio Cascio, infettivologo, primario al Policlinico di Palermo e docente alla Facoltà di Medicina dell’ateneo palermitano.

”Inizia la discesa dei contagi, dice il professore Cascio, ma i morti sono ancora davvero tanti ed il dato dei decessi va considerato come importante nell’andamento pandemico. Non ce la fanno generalmente gli anziani, possibilmente quelli con comorbilità. Mi sento però di affermare che questi stessi anziani, se non avessero beccato il Covid, non sarebbero morti.”

Quindi lei sostiene che si muoia di Covid e non con Covid?

Assolutamente sí. Nei mesi iniziali della pandemia si parlava essenzialmente della polmonite interstiziale, che era il sintomo più comune. Ci siamo poi resi conto che la malattia da Covid, essendo una patologia sistemica, poteva avere ed ha non solo un interessamento multi organo, ma anche una capacità di attacco dei vasi sanguigni. Ecco che molti, soprattutto anziani, sono morti per ictus o infarto, causati dal Covid.

Eppure qualcuno prende ancora sotto gamba Il covid. Come tutelare i nostri “nonni”?

Con tanto buonsenso. Non dico di isolarli, perché sarebbe ancora più doloroso. Facciamo visita agli anziani ma con la mascherina, mantenendo la distanza e areando la stanza. Evitiamo tassativamente baci e abbracci e no alle visite se abbiamo anche solo un sintomo sospetto. Le badanti abbiano condotte responsabili e si sottopongano al vaccino antinfluenzale. I nipotini devono essere cauti con i nonni ed è compito dei genitori educarli in tal senso. Prudenza, tanta, così da poter tutelare i nonni e da uscire presto da questa situazione. Ovviamente durante la feste non concediamoci uno scellerato liberi tutti: i primi a pagarne le conseguenze sarebbero proprio gli anziani.

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Teme che l’allentamento delle restrizioni e il passaggio in zona gialla, possa farci precipitare di nuovo nel tunnel?

Partiamo dal presupposto che, seppure i dati sono dimezzati rispetto a tre settimane fa, abbiamo ancora una media di oltre 20.000 nuovi contagi a livello nazionale, quindi un numero ancora alto e preoccupante. I morti sono ancora tantissimi a ricordarci quanto pericoloso sia questo virus. Comprendo che con le maglie allargate non sarà facile limitarsi, ma dobbiamo farlo.

Qualche consiglio pratico per delle feste sicure?

Evitare le mega reunion. Le feste andrebbero trascorse solo con i congiunti o con pochissimi altri parenti stretti. Invitare un nonno in una tavolata di venti persone è davvero un rischio, che potrebbe avere esiti gravi nel giro di pochissimo tempo. Comprendo che non sia facile rinunciare al ritrovarsi intorno a un tavolo per le feste, quest’anno però è un sacrificio richiesto. Quindi no ai grandi numeri, alle classiche tombolate tra amici e parenti. Proviamo a riscoprire un Natale più intimo. Con i ristoranti aperti, sì al pranzo fuori, ma attenzione, suggerisco di farlo o tra congiunti o con le persone che frequentiamo abitualmente. Va da sè che i ristoratori debbano porre in essere tutte le misure di sicurezza previste.

In chiesa per la veglia di Natale, quali accortezze?

Le chiese, in questi  mesi, non hanno rappresentato luoghi di particolare affollamento. Non durante i culti ordinari. A Natale di solito però c’è il pienone, soprattutto per la messa di mezzanotte. Suggerisco una formula atipica, ma sicuramente necessaria visto il momento pandemico: numero chiuso e possibilità di prenotazione. Non si può correre il rischio della solita calca natalizia.

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Dopo Natale dobbiamo aspettarci un nuovo incremento o il picco è ormai passato?

In teoria dovremmo essere in una fase di discesa, ma ovviamente se molliamo la presa rischiamo nuove e importanti ondate di contagio. Il Coronavirus è un virus nuovo, può avere comportamenti imprevisti. Potrebbero esserci altre e altre ondate, quindi cautela e confidiamo nell’arrivo del vaccino.

A proposito di vaccino, ve ne sono diversi, quale approderà in Italia?

Ancora non lo sappiamo. Si parla anche dell‘eventualità di diversi vaccini: quello più adatto ai giovani e quello più efficace per gli anziani. Si tratta ancora di ipotesi. Quel che è certo è che dobbiamo esulare da polemiche sterili, avere fiducia in questa potente arma di prevenzione, consapevoli che sarà lo strumento principale per arrestare l’avanzata di un virus che non accenna a indebolirsi.

Il Covid si addomesticherà come i comuni virus influenzali?

Potrebbe e dovrebbe succedere, ma non sappiamo come e quando. Potrebbe volerci un anno, così come dieci o venti. Non è dato saperlo. Nel frattempo cautela e tanta fiducia nell’arma vaccinale, la più efficace. Cosa molto importante: viviamo responsabilmente questo periodo  natalizio e ne trarremo tutti giovamento.

Grazie professore

 

 

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