La contraccezione é un tema molto importante, che la donna dovrebbe affrontare con fiducia con il ginecologo anche nel delicato periodo della per-menopausa. La temporanea assenza di ciclo, tipica della pre-menopausa, così come le irregolarità mestruali, non evitano gravidanze indesiderate. É bene quindi fare ricorso al metodo contraccettivo più adatto alle esigenze del proprio corpo. Ne abbiamo parlato con la dottoressa Maria Rosa D’Anna, ginecologa e già primaria al Buccheri La Ferla di Palermo.
Contraccezione in peri e pre-menopausa, parliamone
“Fino a pochi anni fa, l’età superiore ai quarant’anni rappresentava di per sé una controindicazione alla prescrizione di un contraccettivo ormonale. In realtà, la contraccezione ormonale in fase pre-menopausale può rappresentare una terapia ottimale sia per impedire le gravidanze, che potrebbero essere indesiderate, ma anche per risolvere problemi di irregolarità del ciclo, che sono frequenti in questa fase della vita. La pillola anticoncezionale in Italia è poco usata perché esistono sí delle controindicazioni che vedremo più avanti, ma anche per una serie di credenze prive di fondamento.
Negli anni la contraccezione orale ha subito molti cambiamenti nel tentativo di “alleggerirla”, riducendone le dosi, facendo sì che le componenti ormonali fossero sostituite da sostanze naturali.
La premenopausa è un periodo di transizione
Che precede di alcuni anni la menopausa ed è caratterizzato da irregolarità mestruali, legate a una progressiva diminuzione follicolare. In questo periodo della vita la riserva di follicoli ovarici si sta esaurendo e l’ipofisi (il centro regolatore del ciclo mestruale) risponde cercando di reclutare i pochi follicoli rimasti. Questo comporta un aumento di cicli anovulatori con irregolarità e flussi abbondanti, a volte emorragici, con la comparsa di fluttuazioni ormonali che causano sintomi menopausali (vampate di calore e insonnia). Nonostante la fertilità venga mantenuta, le poche gravidanze intervenute spesso esitano in aborto. Inoltre, con l’aumentare dell’età materna, aumentano le cromosomopatie e anche la mortalità perinatale, per tale motivo e/o per esigenze socio-familiari le gravidanze sopra i quarant’anni sono spesso indesiderate e interrotte.
La pillola anticoncezionale
Contiene estrogeni e progesterone e permette, oltre ad avere una ottima efficacia, prevenzione delle gravidanze e anche un buon controllo dei sintomi con un effetto protettivo. L’assunzione di questa pillola, comunque, può essere gravata da un aumento di alcuni rischi, soprattutto quello delle trombosi venose ma in qualche caso anche in quello oncologico. Il tromboembolismo venoso nei soggetti tra 45 e 49 anni è stimato attorno a 5,8 casi su 10.000 donne. L’uso dei contraccettivi, che contengono 30 o 40 mg di estrogeni comporta nella stessa fascia di età un rischio di 20,8 su 10.000 donne l’anno. Tale rischio è minore se si riduce l’uso dell’estrogeno.
La prescrizione della pillola anticoncezionale
deve essere valutata dopo una valutazione medica che deve prevedere:
– Una attenta anamnesi familiare e personale per individuare l’esistenza di patologie specifiche, che la controindichino o se vengono evidenziate specifiche condizioni che costituiscono fattori di rischio. Questi possono essere rappresentati dall’obesità con un BMI superiore a 30, stile di vita e abitudini non adeguati,consumo di alcol e altre sostanze d’abuso. Deve essere valutata anche la pressione arteriosa.
Per quanto riguarda il rischio oncologico, i dati della letteratura indicano un lieve aumento del tumore della mammella. Ma essendo tutti in studi datati retrospettivi, sono state valutate le pillole di vecchia generazione che utilizzavano principi attivi e dosaggi che sono molto diversi rispetto a quelli di più recente utilizzo. Pertanto è verosimile che con i nuovi preparati questo aumento di rischio non venga confermato. Negli ultimi anni si è imposta anche la contraccezione col solo progestinico, che permette di risolvere il sanguinamento anomalo. Questo tipo di contraccezione non ha impatto sul rischio cardiovascolare metabolico e sullo stato infiammatorio sistemico. É un ottimo sistema contraccettivo, ma non fornendo la componente estrogenica non riesce a risolvere i sintomi sistemici, che sono correlati all’osteoporosi. Il calo della componente estrogenica non può prevenire il riassorbimento osseo. L’utilizzo di estroprogestinici combinati sembra correlato a un migliore mantenimento della massa ossea sia a livello lombare che femorale.
Le altre vie di somministrazione della contraccezione ormonale
Possono essere la via transdermica, attraverso l’uso di cerotti o quella intra vaginale attraverso l’autoapplicazione di un anello in silicone medicato, oppure con le spirali soprattutto quelle medicate al progesterone. Per effettuare la contraccezione intrauterina occorre una valutazione attenta, clinica ed ecografica della morfologia dell’utero. L’utilizzo di estroprogestinici combinati sembra correlato a un migliore mantenimento della massa ossea sia a livello lombare che femorale.
I contraccettivi ormonali rappresentano una terapia valida e sicura nelle donne non fumatrici in età perimenopausale e consentono un miglioramento della qualità della vita in termini di sicurezza, diminuzione della sintomatologia vaso-motoria, regolarizzazione dei cicli mestruali, prevenzione del cancro dell’endometrio, dell’ovaio, del colon-retto, e dell’osteoporosi. C’è una proposta da parte dell’AIFA della prossima gratuità di questa classe di farmaci, che potrebbe rappresentare un ulteriore passo verso la diffusione di un metodo contraccettivo che può essere anche curativo e che vede le nostre donne agli ultimi posti in Europa.