Uno, due, tre, quattro e qualche gradino in più.
Ho sempre avuto memoria di edifici scolastici con pochi gradini d’accesso davanti ai grandi portoni antichi o ai moderni cancelli in ferro. Da quando, timorosa, affrontai per la prima volta le Elementari e, poi, con più consapevolezza, le Scuole Medie e il Liceo. Anche la Facoltà di Lettere e Filosofia di Bologna aveva quei tre gradini che separavano dalla gloria o dalla sconfitta. E, adesso, da mamma, osservo ogni singolo passetto che i miei bambini salgono per entrare, per la prima volta, in un mondo tutto loro.
Mi piace pensare che quei quattro gradini o qualcosa in più, siano lì apposta per battere il ritmo di un’avventura meravigliosa, da affrontare in modo graduale, con lenta timidezza o veloce sfrontatezza. Un’avventura che dapprima ci ha resi adulti e, ora, ci accompagna ad affidare i nostri figli alla professionalità di altri adulti.
Scuola è il primo “ostacolo”
1, 2, 3, 4 e qualche gradino in più che scandisce il ritmo di emozioni travolgenti.
Uno come il primo, grande ostacolo di cemento, su cui poggiare quel piccolo piede che solo pochi anni prima ha capito come coordinarsi con il piede gemello per assaporare il mondo. Uno come la prima grande paura del “ce la farò da solo?”
Uno come la prima ed unica volta in cui ti volterai ad incrociare lo sguardo incoraggiante dei tuoi genitori, che ti hanno sì lasciato la mano, ma che non abbandoneranno facilmente il pensiero di quando quella mano la stringevi stretta stretta.
Scuola è un portone e uno zaino
1, 2, 3, 4 e qualche gradino in più che scandisce il ritmo di un cuore che batte come un tamburo.
Due come gli occhi che per la prima volta fissano il misterioso ingresso da centrare, così come una freccia centra il suo bersaglio. Due come le bretelle dello zaino che iniziano a pesare, anche se lo zaino pieno non è. Due come le gambe che tremano, ma che al secondo gradino iniziano a capire cosa sia la fermezza, e la fierezza. Due come le ante di quel grande portone aperto che, nonostante il timore, sembra voglia accoglierti con fiducia e curiosità.
Scuola è ricordi
1, 2, 3, 4 e qualche gradino in più che scandisce il ritmo di altri piedi che battono all’unisono per giungere allo stesso obiettivo.
Tre come i ricordi belli dell’estate che ti hanno scaldato il cuore negli ultimi mesi. Tre come il sole, la spiaggia, la vacanza. Tre come i mesi che ti separano dalle prossime vacanze, quelle di Natale, che ti regaleranno altri ricordi da condividere, poi, con i nuovi compagni. Tre gli anni che avevi quando per la prima volta hai capito cosa fosse quella “Scuola” che, alla fine, tanto brutta non è.
Scuola è curiosità
1, 2, 3, 4 e qualche gradino in più che scandisce il ritmo di una sfrenata curiosità.
Quattro come gli sguardi che incroci di altri tuoi coetanei spaventati ed eccitati, proprio come te. Quattro come due gambe più due piedi che adesso corrono veloci per salire gli ultimi gradini. Quattro come le raccomandazioni che ti hanno fatto i genitori prima di affrontare questa nuova avventura: sii educato, attento, curioso e, infine, divertiti. Quattro come quelle mani che, dietro di te, si sollevano per salutarti, che tu non vedrai perché il tuo sguardo è ormai centrato su un unico obiettivo. Quattro come quelle mani che, dietro di te, si sollevano per salutarti e che tu, comunque, sentirai e riconoscerai, pur non vedendole, tra altre cento quattro mani che saluteranno i loro figli.
Scuola è conoscenza
1, 2, 3, 4 e qualche gradino in più che scandisce il ritmo della conoscenza.
Qualche gradino in più che ti permetterà di conoscere il tuo nuovo migliore amico, ma anche il tuo nuovo punto di riferimento adulto, perché un insegnante ti donerà nuove chiavi di lettura che un genitore non potrà darti; qualche gradino in più che ti porterà al primo, secondo piano, alla tua nuova classe, che sarà poco o tanto illuminata, poco o tanto riscaldata, piccola o ampia, stretta o larga, non importa, perché diventerà il tuo nuovo nido che alimenterà la tua nuova sete di conoscenza; qualche gradino in più che, talvolta peserà, anche tanto, ma presto ti accorgerai che ti renderà più leggero di una piuma.
Perché lo studio rende liberi di volare con i propri pensieri, di interpretare la realtà con nuove nozioni, di capirne i meccanismi e trovarne la giusta combinazione quando sarà necessario sbloccare quei meccanismi. Perché solo la conoscenza ti farà volare come una piuma anche se sulle spalle, spesso minute, dovrai indossare uno zaino pesante di libri e timori.
1, 2, 3, 4 e qualche gradino in più che scandiscono il ritmo di un distacco solo temporaneo, perché quando velocemente scenderai quei gradini, stanco ma entusiasta, troverai un altro grande abbraccio pronto ad accoglierti.