Oggi, come quarant’anni fa, un cantautore sbarbatello si presentava agli italiani ed era il preludio di un grandissimo successo. Cantava “Self control”, con gli occhi bassi, il cipiglio finto snob, le mosse da fancazzita. Da allora, quel singolo ha venduto 20 milioni di copie in mezzo mondo.
Lui era Raffaele Riefoli, di Santa Margherita di Savoia, vicino Barletta, classe 1959, meglio conosciuto come Raf.
Noi della generazione X di lui ne sappiamo parlare e bene.
Chi é Raf? In assoluto l’icona di un tempo fortunato, il migliore di tutti nel pop dei meravigliosi anni ‘80. Sul loro scadere, il nostro si chiedeva che briciole sarebbero rimaste e lo faceva dal palco dell’Ariston, dove, Festival dopo Festival inanellava successi, con la firma accoppiata insieme a quella del genio di Bigazzi.
“Inevitabile follia”, era il 1988, l’anno in cui vinceva a Sanremo Massimo Ranieri con “Perdere l’amore”. Vai con il 1989 eccola, “Cosa resterà degli anni ‘80”, era il Festival con il tripudio morale di Mia Martini e della sua “Almeno tu nell’universo” (capolavoro di parole di Bruno Lauzi e di musica di Maurizio Fabrizio). Vinse la coppia Oxa-Leali con “Ti lascerò”, Raf era fuori dal podio ma in testa a tutte le classifiche, che al tempo si misuravano per dischi venduti, non per streaming a pagamento sulle piattaforme digitali (che allora manco erano un miraggio). Vi rendete conto di quali anni d’oro del pop stiamo parlando? Non é finita, nel 1991 Raf si ripresenta all’Ariston con “Oggi un Dio non ho” e duetta con Ofra Haza, compianta celebrità israeliana, che calca la scena a condizione di cambiare, per motivi religiosi, il titolo e il refrain in “Oggi pregherò”.
Raffaele Riefoli al Festival non riesce a piazzarsi mai tra i primi tre, ma aggancia una super vittoria da autore nel 1987, quando firma quel manifesto di pop trionfale che é “Si può dare di più”, interpretata dal trio Morandi, Ruggeri e Tozzi. Con quest’ultimo c’è una liaison artistica azzeccatissima, che passa per “Gente di mare” e arriva a più di un fortunato tour in duetto.
Raf: che non ne sbaglia una!
Nel 1992 azzecca il singolo dell’estate: “Il battito animale”, infilato nel bellissimo album Cannibali (lo stesso disco di “Due”). Cosa che non guasta, si consacra anche il sex symbol della fortunata stagione italiana. Era la summer di “Hanno ucciso l’uomo ragno” e di “Mare mare” di Carboni. Il Pop internazionale era in forma smagliante e gli facevano da apripista Michael Jackson, i Symple Red, gli U2, i Rem , Brian Adams, Mariah Carey e Whitney Houston. Vi dico giusto i miei preferiti.
Raf non si accontenta e nel 1995 propone l’album dalla copertina tenderly, Manifesto: ci sono il buon Riefoli con Samuele, il suo secondogenito, appena nato. I singoli: “Sei la più bella del mondo” e “Dentro ai tuoi occhi”. Andiamo avanti, passa qualche anno ed é la volta di “Infinito”, vincitore morale del Festivalbar 2001, con quel video alla Woody Allen, che vede Raf a passeggio su un ponte sotto la luna piena di mezza estate. E a proposito, di Festivalbar ne vince due: nel 1989 con “Ti pretendo” e nel 1992 con “Il battito animale”.
Ne azzecca altre e altre ancora, calibrate con il tempo che passa, con la voce che si modifica, con i gusti che cambiano. “In tutti i miei giorni”, “Dimentica”, “Non è mai un errore”. Certo, c’è stato pure qualche flop, al contrario parleremmo di un alieno. Chi se lo ricorda l’album “La prova” o la partecipazione al Festival del 2015 con “Come una favola”? Be’ furono due suoi isolati svarioni. Robetta. Perché eccolo tornare in forma smagliante, alla faccia di chi pensa che i sessantenni siano già vecchi. Che lui se lo guardi é bello perché non ti dà l’aria del ringiovanito a forza di botox e ammazzate in palestra. No! Lui é un eterno ragazzo, con il dna buono e l’agilità dei trentenni. Un Gianni Morandi formato Generazione X. Un ragazzo bellissimo per via di quella faccia pulita, nettata da artifici, piercing e tatuaggi. Prendetemi pure per retrograda, ma anche questo faceva di Raf il più bello di tutti. Che poi abbia fatto centro anche nel privato, con la sua meravigliosa Gabriella e quei figlioli degni di chi li ha generati, aggiunge vino buono al banchetto di questo artista. Quarant’anni oggi da Self control, può essere mai! Invece é così e Raf si regala un tour in tutta Italia, per celebrarsi e per celebrare quegli anni d’oro, che non torneranno. E se lui si chiedeva cosa sarebbe rimasto degli anni ‘80, a noi non resta che rimpiangere i ‘90 e pure i 2000, che lí per lí ci sembrarono scadenti, non all’altezza del decennio d’oro e ora invece li rimpiangiamo. Consoliamoci con questo eterno ragazzo, che é ancora bello, bravo e soprattutto conserva le maniere gentili dei bei tempi che furono!