Il reparto di Malattie infettive dell‘ospedale pediatrico Di Cristina di Palermo é pieno. L’emergenza riguarda le complicazioni da sindrome influenzale.
Bronchiti importanti, polmoniti e virus respiratorio sinciziale sono le patologie maggiormente trattate nelle ultime settimane. I 20 posti a disposizione in reparto sono sempre occupati ormai da oltre un mese. Questi numeri sono spia di un allarme o é semplicemente il picco delle patologie virali d’inverno?
“Sicuramente, dice la professoressa Claudia Colomba, pediatra, infettivologa e primaria del reparto di Malattie infettive del Di Cristina, siamo nel cuore del picco influenzale. Come ogni anno, queste sono le settimane dell’emergenza, non tanto per la gravità dei sintomi, quanto per il dovere fronteggiare i numerosi accessi.”
Professoressa Colomba, siamo di fronte a un allarme polmoniti pediatriche?
”Nessun allarme in corso. Sicuramente, rispetto agli anni scorsi, stiamo verificando un numero maggiore di complicanze a carico delle basse vie respiratorie. Abbiamo ricoverato e trattato con successo bimbi con broncopolmoniti, virus sinciziale (che colpisce soprattutto i piccolissimi) o bronchiti importanti.”
Tutta colpa dell’influenza?
“Le complicazioni si presentano per lo più quando all’influenza si sovraccarica un’infezione batterica, per esempio da streptococco o da stafilococco. In quei casi, i sintomi alle alte vie respiratorie – rinite, tosse – si complicano e vanno a interessare anche i bronchi e/o i polmoni. Abbiamo anche in reparto dei bimbi con Covid, che però presentano un quadro di sintomi meno impegnativi rispetto a quelli dell’influenza.”
Quali i bimbi maggiormente colpiti da queste complicanze e come prevenirle?
“Non stiamo osservando un’identikit ideale, poiché abbiamo curato per broncopolmonite bimbi immunocompetenti, senza alcuna patologia pregressa. Volendo fare una media, l’età in cui incidono maggiormente le complicazioni influenzali é quella dei 2/3 anni. Il motivo é semplice: si tratta di bimbi con un sistema immunitario ancora in divenire, che frequentano il nido o i primi anni della scuola dell’infanzia. La vita comunitaria ovviamente favorisce la circolazione dei virus e l’organismo, che ancora deve strutturare il suo sistema di difesa, é maggiormente sensibile all’attacco di virus e batteri. Il consiglio sempre valido é quello di tenere i piccoli a casa, già alla comparsa dei primi sintomi. Questo per tutelare la loro e l’altrui salute.”
Avete trattato casi preoccupanti?
“Su una media di 100 ricoverati dall’autunno a oggi, abbiamo avuto circa 4 casi più impegnativi. Bimbi con versamento di liquido nei polmoni, che hanno necessitato di trattamenti lunghi e talvolta invasivi. Fortunatamente le cure sono andate a buon fine.”
Cosa fare se il nostro piccolo sta male?
“Anzitutto non entrare nel panico. Nella maggior parte dei casi, anche questa influenza si affronta e si supera con semplicità nel giro di 4/5 giorni e con il trattamento dei sintomi (antipiretici/ antinfiammatori) che sono comuni: febbre, dolori articolari, astenia. Quindi no alla corsa in ospedale al primo rialzo della temperatura. Stiamo verificando una saturazione dei Pronto Soccorso, sovente per immotivate ragioni. Si va in ospedale se il bambino é neonato, la febbre non si risolve, perdurano astenia e inappetenza. Si all’accesso in Pronto soccorso in caso di convulsioni o più genericamente di perdita di conoscenza. Se il bimbo vomita e non si alimenta. Nei restanti casi, é bene contattare il pediatra e affidarsi alle sue indicazioni.”