Tre donne che decidono di mettere su un progetto che leghi creatività, arte ed artigianato. Tre designer, con trascorsi differenti, che, nel cuore romantico di Palermo, nel quartiere incastonato tra il mare alla Cala, Corso Vittorio Emanuele e piazza Marina, aprono una bottega che ha echi parigini. Una scommessa fatta di intuito, collaborazione ed allo stesso tempo di identità di ciascuna delle creative. Nasce così, nel luglio scorso, Collettivo 22, un luogo che vale la pena visitare. Abbiamo intervistato una delle tre creatrice del progetto, Eleonora Reina, architetto, amante ed esperta di arti grafiche.
Eleonora parlaci di te
Mi chiamo Eleonora, sono una donna che a un certo punto della propria vita ha vissuto un profondo cambiamento interiore, come un disvelamento di una parte di me più profonda che ha fatto cadere tante maschere. È stato come un dictat, qualcosa a cui non ho potuto sottrarmi; un percorso tutt’altro che indolore, ma anche pieno di luce, non è proprio facile spiegarlo in poche righe.
La tua passione per La creatività
Come nasce Collettivo 22?
L’idea di Collettivo 22 è nata in un istante di una fredda giornata di gennaio. Conoscevo da tempo l’associazione Alab, liberi artigiani e artisti di Palermo, un’associazione che opera da anni sul territorio e davvero sta dando un importante contributo al cambiamento del centro storico di Palermo e non solo, migliorando la qualità di vita dei residenti, creando un circuito di microimprese e diventando un ulteriore attrattiva per il turismo.
Nella ricerca del nome ci siamo molto affidate ai consigli di Turi Buda, il marito di Giusi, che è designer e grafico. Avevamo tante idee ma Collettivo 22 è il nome che rappresenta meglio la nostra collaborazione senza occultare i nostri brands individuali.
La vostra bottega?
La nostra bottega artigianale, la fucina della nostra creatività, si trova in Quattro Aprile tra piazza Marina e la chiesa della Gancia. Siamo state molto fortunate a trovare questo locale, siamo circondate dalla bellezza, c’è anche il magnifico ficus storico di villa Garibaldi a vegliare su di noi. Non possiamo che trarre ispirazione da tutto questo.
Le tre creative
Silvia col brand Nofabric si occupa prevalentemente di sartoria, spaziando dalla realizzazione di borse a quella delle bambole ed anche abbigliamento per bambini.
Le donne che fanno squadra
Penso che le donne sappiano fare squadra in modo istintivo. Noi siamo tre donne dal carattere forte, ma questo, contrariamente a quanto si possa credere, non rappresenta un ostacolo ma un vantaggio. Ciò che ci ha unite è stata una grande determinazione verso un obiettivo comune, ma ciò che ci fa lavorare bene è il rispetto reciproco, la fiducia e la capacità di venirsi incontro. Alla base di tutto c’è una naturale empatia di ognuna verso le altre, quel qualcosa che senti nella pancia. Mentre Silvia e Giusi sono amiche da diversi anni, la mia relazione con loro è nata da poco, ma sulle premesse di cui ho parlato, posso dire che la nostra sintonia cresce di giorno in giorno.
Sogni nel cassetto?
Credo che i sogni non vadano tenuti a lungo in un cassetto, ma che vadano ascoltati e seguiti con grande impegno e costanza. Con l’apertura di Collettivo 22 sto realizzando un mio sogno. Nel mio lavoro ho imparato quasi tutto da autodidatta e di questo oggi ne vado fiera, con tutti i miei limiti e tutto ciò che ho ancora voglia di sperimentare. È stato un bel percorso sostenuta principalmente da passione e caparbietà, ma devo tanto a molte persone che mi hanno sostenuta ognuna a proprio modo e sinceramente devo altrettanto a chi, in un modo o nell’altro, mi ha ostacolato, aiutandomi a fugare i dubbi e ad affinare la mia determinazione. Oggi i miei lavori sono pezzi di felicità pronti ad andare per il mondo.