Attenzione. Sei tornato al sud dalle zone a rischio, registra qua il tuo rientro, per il bene tuo e per quello comune https://www.costruiresalute.it/?q=coronavirus-sicilia
Salgono a 25 i casi di Coronavirus nell’isola. Confermato il caso di un anziano di Messina, che ora si trova in isolamento a casa. È invece ricoverata al reparto Malattie Infettive del Sant’Elia di Caltanissetta, dove è stata trasportata ieri sera in elisoccorso, la dottoressa di Sciacca, anche lei ammalata di Covid-19. Le sue condizioni però non sarebbero gravi. Un intero reparto, quello di Medicina, dove presta opera la dottoressa che ha contratto il virus, è in quarantena. Disinfettato il reparto di radiologia, dove alla dottoressa è stata effettuata una tac polmonare, dirimente per instillare il dubbio Coronavirus. Stando al giornale www.grandangoloagrigento.it il contagio sarebbe da ricondursi al focolaio lombardo. La dottoressa, infatti, nei giorni scorsi avrebbe avuto contatti con la sorella, che tornava da Lecco. Nel reparto di Medicina del nosocomio saccense, sempre stando a Grandangolo, sarebbero in quarantena anche i parenti dei ricoverati, che si trovavano in reparto al momento dell’allarme. Hanno passato la notte in ospedale, stanno bene, ma non sarebbero stati sottoposti al tampone, a differenza dei degenti.
Sette dei malati di Covid 19 dell’Isola sono ricoverati, tre a Palermo, tre a Catania e uno a Caltanissetta. Nessuno di loro è grave. Gli altri contagiati sono in isolamento domiciliare.
Mentre scorre il calendario dei giorni di stop a numerose attività aggregative, imposto dal decreto urgente dello scorso mercoledì, i contagi a livello nazionale continuano ad aumentare, arrivando a 3.916,di cui 523 guariti e 197 vittime del virus. La medio è di circa 450 nuovi contagi al giorno. Abbiamo chiesto al dottore Tullio Prestileo, infettivologo palermitano e dirigente medico all’Arnas Civico di fare il punto della situazione.
Dottore, a che punto siamo con la penetrazione del Coronavirus in Italia?
Siamo sicuramente a un punto cruciale. Dobbiamo decidere se vogliamo chiudere questa partita. Come fare? I provvedimenti presi in Italia ci sembrano frutto di un eccesso di zelo? Che ben vengano se servono per contenere il contagio. Prudenza non significa paura, ma comportarsi in modo da tenere il più lontano possibile il rischio di contagio.
Eppure in Italia non tutti hanno questa consapevolezza
Un esempio: scuole chiuse, eppure molti genitori hanno inventato maniera alternative di far aggregare i loro figli. Alcuni hanno ingaggiato animatori e baby sitter, che intrattengono i bimbi anche in gruppi non proprio piccoli. Altri li portano nei parchi gioco dei centri commerciali. Dieci e più bimbi riuniti in uno spazio non adeguatamente grande contraddicono le indicazioni governative e sanitarie, non pensa?
Assolutamente sì. Le scuole sono chiuse proprio per arginare i contagi, per limitare il flusso aggregativo, per proteggere i nostri bimbi ed anche noi adulti. I bimbi, ricordiamolo, possono trasmettere il virus. Occorre che cambi, laddove ve n’è bisogno, l’approccio a questa vacanza forzata. Non è stato un torto che abbiamo subito, ma una misura necessaria per arginare un virus che si sta rivelando caparbio e veloce. Un virus sconosciuto, di cui non possiamo prevedere con certezza i comportamenti, né con i grandi né con i piccoli. Quindi, stringiamo i denti. Dobbiamo farlo per il bene nostro e dei nostri figli. Non è facile, ma invito i genitori a porre in essere tutte le possibilità: smartworking, ferie alternate tra genitori. Comprendo che sono scelte estreme, ma ci troviamo in un momento davvero singolare. Ok a delegare l’accudimento a baby sitter e parenti, dei quali però dobbiamo conoscere le abitudini, relative almeno alle ultime due settimane. Inutile organizzare comitive di bimbi, così da unire le forze e limitare i disagi. Non serve a nulla. Dobbiamo assolutamente evitare di assembrare i bimbi. Non isoliamoli. Ma facciamoli incontrare a gruppi di due massimo cinque. È preferibile evitare turn over continui nei gruppi di bimbi. Limitiamoci a bimbi di cui conosciamo le famiglie, le abitudini. Improntiamo le frequentazioni a un rapporto fiduciario. Dobbiamo essere certi che le persone che frequentiamo e che facciamo frequentare ai nostri figli non abbiamo sintomi influenzali, non abbiano fatto viaggi recenti nelle zone rischio. Sono dettagli fondamentali. Prediligiamo i giochi all’aria aperta, evitiamo, senza ossessione, che i bimbi si scambino le stoviglie ed i bicchieri e che si facciano troppe effusioni. É dura, ma è necessario. Più siamo bravi a seguire le regole, prima ne verremo fuori.
Quindi in questo periodo niente feste, banchetti, reunion
Tutto ciò andrebbe evitato. Lo slogan “il virus non ci ferma”, relativo alla movida, alle feste in discoteca, alle mega reunion tra amici e parenti, è stupido e dannoso.
In questi giorni si sta verificando un contro – esodo dal nord al sud
Stanno tornando in Sicilia in migliaia tra studenti e insegnanti “emigrati” al nord. È un fenomeno che riguarda tutta l’isola, dalle città, per arrivare ai paesini, anche quelli più piccoli e arroccati. Ci vuole scrupolo e buon senso. Sono attive, per decreto dell’Assessorato regionale alla Salute, le anagrafi dove andare a denunciare il proprio ritorno nell’isola dalle zone a rischio. Cosa fare: scesi dall’aereo è opportuno farsi prelevare in auto da un unico familiare. Evitare mezzi pubblici. Se dovesse essere necessario prenderli, finestrini aperti e distanza di sicurezza tra passeggeri. Per qualsiasi dubbio ci si può rivolgere al medico di famiglia. Chi torna dalle regioni a rischio con buona probabilità potrebbe non essere infetto. Tuttavia bisogna considerare l’evenienza dell’infezione con sintomi o asintomatica. Ecco perché comportamenti sicuri e consapevoli sono e devono essere un imperativo categorico. L’isola ancora è una zona verde, questo momento è cruciale e propri chi torna dal nord deve comprenderlo, ed avere rispetto per la propria famiglia e per la collettività in genere.
Dottore, ce la faremo?
Dobbiamo farcela e potremo riuscirci collaborando giorno per giorno, avendo fiducia nei medici e nelle istituzioni. Senza mai trascurare la correttezza del proprio comportamento.