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Io prof. vi accompagno a scuola alla vigilia della riapertura

La prof. Rosaria Cascio, docente al Regina Margherita di Palermo, racconta le paure della vigilia con le parole di tutti i protagonisti della riapertura

Mi sento come un topolino bianco, di quelli da laboratorio, usato come cavia per esperimenti. In effetti, però, lo stato d’animo dovrebbe essere gioioso, come è sempre stato ad inizio anno scolastico. La felicità di ricevere gli alunni, la soddisfazione di concludere un ciclo e portarli finalmente alla maturità, la curiosità di conoscere i nuovi del primo anno! Così non è e questo è anomalo e, senza peli sulla lingua, confesso di avere anche un po’ di paura! Condividono con me queste sensazioni tanti altri docenti, diversi alunni con cui ho parlato, i lavoratori, a diverso titolo, della mia scuola, il Liceo “Regina Margherita” di Palermo. Eppure mi rincuora l’alto grado di efficienza nel preparare l’accoglienza, anche fisicamente, di questa marea umana che nei prossimi giorni varcherà la soglia di ognuno dei nostri cinque plessi! Siamo un popolo di più di 2500 persone e dovremo imparare a convivere dentro le confortanti mura dei diversi edifici, con modalità nuove. Saremo più ingessati, bloccati ognuno nella posizione assegnata: il banchetto singolo che allontanerà il compagno, la cattedra e la mia sedia dalla quale non mi sposterò per girare tra i banchi ed  elargire, quando servono, carezze confortanti. Neanche il sorriso potrò mostrare quando, invece, proprio il sorriso è la cifra che mi contraddistingue. Ho improntato la mia didattica sul divertimento e sulla rilassatezza.

Studiare divertendosi

Da sempre. Sono convinta, e l’esperienza mi ha dato ragione, che studiare divertendosi è più proficuo rispetto al risultato. Soprattutto con gli studenti del primo anno, spauriti e curiosi delle novità. Soltanto per i primi giorni perchè poi, a volte, diventa importante contenerli per l’entusiasmo di fare nuove amicizie e conoscere saperi nuovi. Tutte sensazioni verificate. Sino ad ora. Quest’anno saremo dei mostri da film futuristici di quelli apocalittici, per intenderci. Avanzeremo, scontrosi, con mascherine colorate e dubiteremo dell’efficacia di quella altrui perché così siamo stati abituati a pensare. Ci guarderemo in cagnesco e… saremo ancora più brutti! “Se prendo il Covid me lo hai passato tu!”. Su questo avremo anche responsabilità penali, noi docenti. Ed anche il Dirigente. Ci sarà di che avere paura, o no? Eppure tra le tante interviste che ho fatto ai collaboratori scolastici, a chi sta organizzando l’accoglienza a scuola, agli studenti stessi, ai colleghi ed ai genitori, mi ha commosso di più una “bidella”, la Signora De Lisi: “Durante la maturità è stato già complicato. Non sapevamo come muoverci pur avendo avuto le indicazioni dal nostro Dirigente. Eravamo, però, sulle difensive. Ma la difficoltà maggiore è stato non potere abbracciare i ragazzi, non potere stare loro vicino, abbracciarli o stringere le loro mani in un momento di tanta difficoltà per gli esami. Stiamo cercando di adeguare le classi per accogliere tutti i ragazzi. Dobbiamo fare i salti mortali e rispettare le regole è molto difficile. Ogni giorno ci sono nuove direttive e cose da fare e siamo già molto stanchi. Incrociamo le dita, attenendoci a tutto ciò che ci è stato detto. E che Dio ce la mandi buona!”.

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Il personale scolastico

I bidelli sono l’asse portante della scuola. Te li ritrovi sempre quando ti serve qualcosa ma sono una risorsa imprescindibile se vuoi conoscere qualcosa dei tuoi alunni. Loro sanno tutti. Con loro si confidono e condividono pianti e gioie per un voto super preso in un compito. Eppure, spesso, il loro lavoro è dato per scontato. Per questo la Signora De Lisi mi ha commosso, perchè le sono mancate le carezze da dare ai maturandi, quest’anno. Imperterriti lavorano anche nelle segreterie e negli uffici scolastici: “Dobbiamo andare avanti, non ci possiamo fermare!” conclude la Signora Giusy dell’Ufficio Protocollo che ogni giorni mi manda circolari e direttive per aggiornare il sito web scolastico di cui mi occupo da anni.

Gli studenti diversamente abili

E poi ci sono i nostri cuccioli diversamente abili come Luca di cui mi parla la sua mamma: “Luca ha molta voglia di tornare a scuola, di vedere le sue compagne, i suoi professori di sostegno. Lui non ha iniziato ancora nessuna terapia e non sappiamo come affrontare questa cosa”. La solitudine di questi ragazzi e delle loro famiglie, l’eroicità di madri e padri che si sono fatti in quattro per sopperire alla mancata socialità dei loro ragazzi. Perchè, più di ogni altra cosa, è proprio lo stare bene a scuola che a questi ragazzi manca ed è mancato. Per loro non ci saranno “museruole” da indossare ma soltanto mascherine e visiere che li separeranno dai loro compagni e professori. “Vivo il rientro a scuola con un punto di apprensione sia come papà che come docente e con grandissima impazienza. Mi sembra infatti fondamentale che la scuola, soprattutto quella pubblica, ricominci a funzionare. Sono assai consapevole di quelli che sono i rischi verso cui tutti quanti noi andiamo incontro ma rischiamo di lasciare una generazione come quella dei nostri figli un anno e mezzo almeno lontano dai banchi di scuola e dalla possibilità di fare scuola veramente. Personalmente ho provveduto ad acquistare una mascherina particolare che visto la mia situazione speciale, docente di sostegno, mi permette di avere una maggiore sicurezza. In questi giorni dopo provata e sinceramente ti dico che mi sembra di avere indosso una museruola da cani. Pazienza ce ne faremo una ragione”. Pazienza, caro prof. Riccardo, anche io ho acquistato la tua stessa museruola ma non saremo in un canile. Saremo in una scuola, la nostra scuola dove il “clima sarà di dubbio, paura ma anche di positività” come mi comunica Viola, la mia alunna maturanda rappresentante degli studenti. “Tanta voglia di tornare ma tanti interrogativi non sono stati risolti. Come rappresentanti degli studenti stiamo lavorando insieme anche alle altre scuole per tutelare i diritti di tutti, studenti e docenti”. La scuola è di tutti ed è un BENE da tutelare. Passerà, grazie a tutti noi!

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