Nelle ultime settimane il nostro giornale ha ospitato le testimonianze di svariate figure dell’ambiente medico con l’intento di veicolare messaggi professionali ed informazioni accurate sull’argomento del momento: il Covid-19.
Questa volta, abbiamo intervistato un farmacista molisano, il Dott. Pasquale Sorella, titolare dell’omonima Farmacia nel Comune di Guglionesi, in provincia di Campobasso. Proprio il Molise, in queste ore, sta registrando i primi casi accertati e positivi di Coronavirus e, attraverso le parole del Dott. Sorella, proviamo a contestualizzare gli eventi dal punto di vista di chi quotidianamente vive e lavora a stretto contatto con i dubbi e le paure della gente.
Un farmacista ai tempi del Coronavirus. Cosa succede in questo periodo?
Succede che un virus tipico degli animali, mutando una proteina di superficie è riuscito ad effettuare il salto di specie diventando quindi capace di aggredire l’uomo.
Il coronavirus, come tutti i virus, muta in continuazione per sopravvivere al sistema immunitario dell’organismo ospite: tale mutazione è avvenuta probabilmente negli ultimi mesi del 2019.
La prima anomalia, non ancora chiarita, è come possa essere passato da esseri a sangue freddo (pipistrelli, serpenti) ad esseri a sangue caldo (l’uomo).
La seconda anomalia riguarda il periodo di incubazione, che va da 3 a 14 giorni, in cui non provoca alcun sintomo e, sebbene i virus respiratori siano trasmissibili solo quando il soggetto malato presenta anche i sintomi, parrebbe che questo tipo di coronavirus mutato possa diffondersi anche in occasione di un “contatto” con un paziente asintomatico.
Da qui l’allerta generale e le misure drastiche attuate dai governi per limitare e scongiurare un’epidemia su vasta scala. Va chiarito che per “contatto” si intendono le goccioline respiratorie emesse durante uno starnuto o colpi di tosse a distanza ravvicinata di 1-2 metri e non il contatto con oggetti e superfici. Almeno fino ad ora.
L’infezione da Sars-Cov-2 provoca una malattia nota come Covid-19 con dei sintomi che variano al variare delle condizioni del sistema immunitario del paziente: si passerà da sintomi simili all’influenza, febbre e tosse nel 90% dei casi a polmonite e decesso per insufficienza respiratoria acuta nel 2% dei casi. Va sottolineato che i casi più gravi sono stati registrati in pazienti con severe patologie del sistema circolatorio, respiratorio o diabete che ne alteravano il sistema immunitario.
Questi i fatti. Purtroppo come spesso accade negli ultimi anni, a causa di una gestione errata delle notizie da parte dei media, per cavalcare l’onda sensazionalistica delle vicende si è arrivati ad innalzare i livelli di stress e di ansia delle persone che si sono riversate dai medici e soprattutto nelle farmacie con i risultati che ben conosciamo.
Aneddoti curiosi in farmacia?
Davvero tanti. Dopo le normali domande di rito: Dottore ha l’Amuchina? E Le mascherine? Ovviamente no… si è passato ai rimedi “fai da te” il più delle volte pericolosi e senza alcun fondamento scientifico: ricordo una signora che ogni sera effettua impacchi sul corpo di acqua ossigenata (mi raccomando dottore, solo a 3% altrimenti non funziona) per preservarsi dal virus, oppure un altro signore che drasticamente utilizza prodotti agricoli per disinfettare i panni e prevenire il contagio. Vi prego non fatelo è più pericoloso del coronavirus stesso!!!
Quali i prodotti più richiesti, a parte Amuchina e mascherine?
Tengo a sottolineare che non esiste un prodotto o un trattamento disponibile per evitare al 100% l’infezione da coronavirus, ma è necessario attuare in modo sistematico dei comportamenti che ne prevengono il contagio: lavarsi le mani regolarmente, togliersi le scarpe in casa e coprirsi bocca e naso quando si starnutisce o si tossisce. Ho notato comunque un incremento nelle vendite di farmaci antinfluenzali e di tutta quella serie di prodotti associati a pulizia ed igiene: saponi e salviette disinfettanti, alcool e guanti in lattice monouso.
Le è capitato di dover placare qualche ansia da virus?
Da sempre la farmacia è vista come un punto di ascolto e di dialogo per cui molti pazienti chiedono consigli e chiarimenti su cosa fare e cosa non fare. E’ compito del farmacista dissipare dubbi ed allontanare le ansie più comuni: sono stato molto colpito dal fatto che molte mamme e papà più che dalla paura di essere contagiati hanno la fobia di poter trasmettere questo virus ai più deboli cioè ai loro bambini ed agli anziani con cui sono costantemente in contatto. Il miglior consiglio che il farmacista può dare è quello di affrontare l’emergenza con calma, rispettando le comuni norme igieniche senza stravolgere la propria vita e quella delle persone che dipendono da noi.
La gente, a suo avviso, cosa ha capito di questo virus?
Davvero poco ma è normale dato che si tratta di un argomento lontano dai normali temi in cui ci si imbatte quotidianamente: tutti ne parlano ma pochi hanno i titoli per farlo e sono anche scarsamente supportati dalla stampa e dai social. A questo proposito mi permetta un sogno: auspico che nei prossimi giorni una voce con il massimo dell’autorevolezza, magari quella del Presidente Mattarella, parli a reti unificate al Paese raccontando le semplici verità dell’emergenza che stiamo affrontando e plachi il panico che tanti danni sta causando in tanti settori della nostra società.
Per la sua esperienza in farmacia, come tanto altri “si salvi chi può”, anche questo passerà?
A memoria ricorda altri momenti simili?
Certo che passerà e come tutte le disavventure spero che lasci qualche insegnamento ed anche qualche buon ricordo. Le difficoltà uniscono e rafforzano un popolo, ci fanno sentire persi per poi ritrovarci nella solidarietà e nel mutuo soccorso. A memoria ricordo le recenti epidemie da influenza suina ed aviaria però un pensiero particolare va a tutte le popolazioni ed i colleghi colpiti dai recenti terremoti degli ultimi 2-3 anni che hanno devastato alcune zone del Centro Italia: a loro va tutta la mia solidarietà e la mia ammirazione per come hanno saputo gestire una situazione drammatica senza titoli in prima pagina ma contando solo sul proprio lavoro fatto con grande professionalità.