Un sogno che si realizza. Quel viaggio oltreoceano, dalla Sicilia fino in Sudamerica, in Argentina, per rivedere l’amata sorella ma anche i nipoti, amati ma sempre e solo virtualmente. Perché le distanze tra l’isola e Buenos Aires sono enormi e un viaggio del genere diventa il viaggio progettato da una vita. Il progetto di partire si concretizza alla fine dell’inverno, con i bagagli pronti, con dentro anche storie da raccontare, affetti da concretizzare con abbracci, occhi lucidi, mani che si sfiorano, anime che si ritrovano, dopo anni di separazione. Neanche il tempo di arrivare in Sudamerica che arriva la doccia fredda dell’emergenza Covid, che bombarda di terrore tutto il globo. Il viaggio tanto sognato diventa una sorta di prigione dorata, perché dall’Argentina non si può tornare in Italia. Quella che vi raccontiamo è la storia della signora Anna Scozzari, che solo ieri è riuscita a rimettere piede a casa sua, in provincia di Agrigento. Con lei in Argentina, dall’Italia, erano partiti altri parenti, ed anche una nipote, incinta al settimo mese di gravidanza, con buone probabilità, considerato l’imprevisto, di partorire in una paese straniero ed in piena emergenza Covid. Un mese e mezzo di lotte pacifiche, quelle portate avanti dal figlio della signora Anna, Giuseppe Scozzari, noto avvocato agrigentino, che ha reso pubblica la storia tramite i media e in particolare con un’intervista, rilasciata al Tg3 e trasmessa nell’edizione di punta delle 14 pochi giorni fa. Con la signora Anna, in Argentina vi erano anche altri duecento italiani, impossibilitati a tornare a casa.
L’avvocato Scozzari ha mediato con le autorità diplomatiche per far rientrare in Italia la madre e gli altri congiunti. A intervenire per sciogliere il nodo diplomatico, come riferisce Scozzari, è stato il sindaco di Palermo.
“Ringrazio Leoluca Orlando – commenta Scozzari -. È stata messa la parola fine a una vicenda molto sgradevole. I circa 200 italiani (per i 70 rimasti sono previste soluzioni analoghe) sono rimasti bloccati perche’ i voli erano stati cancellati e quei pochi messi a disposizione da Alitalia avevano pochissimi posti disponibili e costavano mediamente attorno ai duemila euro, vale a dire 7 volte il prezzo originario. Il caso si e’ risolto con l’intervento del consolato che ha mediato per l’acquisto dei biglietti, pagati 1.200 euro ciascuno. Adesso tutti dovranno stare in quarantena.”
cosa ha provato sua mamma, una volta tornata a casa?
La straordinaria sensazione di tornare a casa dopo ben cinquantacinque giorni di quarantena forzata, prima perché italiani poi perché è l’Argentina stessa ad avere imposto la quarantena. Mamma mi ha detto di essere molto felice di essere tornata anche perché la sanità argentina in caso di necessità avrebbe dato assistenza a mia cugina incinta, ma lei, in quanto anziana, avrebbe dovuto rivolgersi al Consolato. Ovviamente si sente molto stanca per via del viaggio lunghissimo ma è serena, quasi felice di fare la sua terza quarantena. Il Coronavirus ha rovinato quella che avrebbe dovuto essere una bellissima vacanza trasformandola in una dura prova.
Lei cosa pensa a conclusione di questa vicenda?
Le migliaia di cittadini italiani sparsi nel mondo che ancora oggi vogliono rientrare ahimè brancolano nel buio, le difficoltà di comunicazione con le istituzioni italiane è disarmante, mancando punti di riferimento che diano certezze e facciano di uno Stato il principale punto di forza . Purtroppo in questa vicenda che mi ha toccato direttamente ho preso atto che il governo italiano manca di quell’autorevolezza internazionale necessaria per proclamarsi grande Paese!”