Poteva diventare uno dei focolai dell’Isola, per fortuna però non è stato così. La zona dei monti Sicani, circa un mese fa, ha fatto temere per un coinvolgimento di contagi da Coronavirus che poteva diventare massiccio. C’è stato l’allarme all’ospedale Longo di Mussomeli, dove la replica dei tanti casi noti di contagio a catena in nosocomi ed rsa, si è evitata per un pelo. Il panico dopo la positività di quattro degenti e poi di sei sanitari. Il contagio che, da lì, si è propagato a Casteltermini (quattro casi in tutto, compresa un’anziana deceduta con Covid e non per, come ci tennero a specificare i sanitari) e a Campofranco (un positivo). Le polemiche, per la gestione discutibile del Longo nei giorni caldi dell’emergenza, quando anche in Sicilia si toccava il picco e nel nosocomio venivano consentite le visite e le assistenze familiari ai degenti. Le centinaia di tamponi effettuati nei vari comuni, dove non mancano le residenze per anziani, quelle per cui si è temuto di più ma che per fortuna non sono state interessate dal virus. Una fase iniziale di ripresa e poi di nuovo il panico, quando a Campofranco viene ufficializzato un altro contagio, ricollegabile a due filoni: un piccolo focolaio in una Rsa di Montedoro, dove lavorava un medico campofranchese e un barbiere, che pare andasse abusivamente a prestare opera a domicilio a Campofranco nei giorni del lockdown. Anche in quel caso però si è scampato il peggio. Quaranta famiglie in isolamento precauzionale, tamponi a catena e gli esiti negativi, tranne che per il primo caso accertato. È di oggi la notizia che a Casteltermini anche il secondo positivo, posto in quarantena fiduciaria, si è negativizzato. Lo ha comunicato ai cittadini il commissario ad acta Antonio Garofalo. Resta ancora un positivo, un anziano castelterminese, che però nel centro montano, dal momento in cui è stata verificata la sua positività, non ha mai messo piede. L’anziano infatti è stato trasferito dal Longo di Mussomeli, dove era ricoverato per altre cause e dove avrebbe contratto il virus, al centro Covid del Sant’Elia di Caltanissetta, dove si trova tuttora. Pericolo scampato in quella che è stata per tante settimane una zona green e dove si è temuto il peggio anche per via delle pochissime strutture sanitarie adeguate a fronteggiare l’emergenza. Nella provincia di Agrigento il solo ospedale con reparto Covid è quello di Sciacca, che è geograficamente distante dal territorio montano interessato al contagio. La paura delle comunità nel corso delle settimane si è stemperata, grazie anche al mancato incremento del dato epidemiologico. Il commissario Garofalo, nella sua nota, però ha invitato i cittadini alla prudenza: “Non abbassare la guardia, rispettare tutte le norme igieniche e di distanziamento.”
Una raccomandazione in linea con quelle dei sanitari e delle autorità isolane. Il virus, seppure con numeri piccoli, nell’isola circola ancora, ragion per cui la prudenza è assolutamente d’obbligo.