Alla Cardiochirurgia dell’Arnas Civico di Palermo il primo intervento su una bimba appena nata.
Si é trattato di un’operazione di valvuloplastica polmonare su una neonata palermitana di pochissime ore di vita. L’intervento, eseguito con tecnica percutanea, come riferiscono dall’ospedale Civico, é perfettamente riuscito e la bimba sta bene. La procedura ha richiesto un lungo e corale lavoro durante la gestazione della piccola e soprattutto un’equipe medica composta da cardiologici, ginecologici e neonatologi, che seguisse la mamma in un percorso gravidico che poteva avere degli esiti imprevedibili.
Partiamo proprio dalla mamma, una trentunenne palermitana, che intervistiamo all’indomani del parto.
”Per me si trattava della seconda gravidanza. Tutto sembrava procedere perfettamente fino alla tanto attesa morfologica. Lì il mio ginecologo si accorge che c’è qualcosa che non va. Mi manda a fare un ecocardio fetale in uno studio cardiologico privato e da lì i dubbi iniziano a diventare certezze. Mi cade il mondo addosso, a maggior ragione che in famiglia non abbiamo alcun caso di cardiopatia congenita. Vengo però rincuorata e il cardiologo mi indirizza subito verso l’equipe della cardiochirurgia pediatrica dell’ospedale Civico. Lì divento parte per mesi di un gioco di squadra, gestito da grandi professionisti e su più fronti. A loro devo preparazione, dedizione e tanta umanità. Non era scontato che la gravidanza andasse bene e soprattutto che tutto si concludesse con un lieto fine.”
Accanto alla neo-mamma c’è il dottore Antonio Maiorana, ginecologo e primario del reparto di Ostetricia e Ginecologia dell’Arnas Civico di Palermo: “La mamma sta bene e anche la piccola, così ci riferiscono i colleghi della cardiochirurgia. É stato fondamentale che la signora fosse presa in carico da un’equipe di specialisti. In ambito ginecologico, la signora é stata seguita nel nostro ambulatorio di gravidanze a rischio, coordinato dal dottore Francesco Forlani e dalla dottoressa Marianna Tornabene. Da lì é iniziato un lavoro corale con i colleghi della cardiochirurgia pediatrica del nostro ospedale e già dalla sala parto con i colleghi dell’Utin. In casi delicati come questo é fondamentale che il bimbo rimanga in utero quanto più a lungo possibile, cosicché possa affrontare l’intervento nelle migliori condizioni generali. La piccola é nata da taglio cesareo, a 39 settimane di gestazione e con un peso di quasi 3400 grammi. Una bellissima neonata, che a brevissimo potrà tornare a casa e iniziare la sua vita regolare. Al momento del parto in sala operatoria eravamo una trentina tra personale paramedico, ginecologi, ostetrici, anestesisti, neonatologi e cardiologi. Quanto accaduto dimostra l’importanza degli screening cardiologici gestazionali e il lavoro di squadra tra vari specialisti. Mi preme citare il dottore Roberto Colletti, direttore generale di questa azienda e il dottore Gaetano Buccheri, direttore sanitario, entrambi hanno voluto fortemente che il reparto di cardiochirurgia fosse inaugurato e diventasse operativo nei tempi previsti.”
Entriamo però nel merito dell’intervento subíto dalla neonata palermitana e lo facciamo con il dottore Michele Saitta, cardiologo interventista, con un’esperienza sul campo di oltre vent’anni (il dottore Saitta arriva dal centro cardiologico pediatrico del Mediterraneo di Taormina e prima ha lavorato al Gaslini di Genova).
Dottore Saitta, ci racconti più tecnicamente questa procedura interventistica?
La piccola era affetta da una stenosi grave della valvola polmonare, patologia riscontrata già con ecocardio fetale, esame fondamentale, che ci ha consentito di arrivare preparati al momento della nascita. La valvola polmonare ha il compito di presidiare il passaggio di sangue tra il ventricolo destro e l’arteria polmonare con la funzione di assicurare che il sangue non ossigenato non torni indietro.
Quando la valvola non funziona bene i rischi sono altissimi e nel caso della neonata palermitana abbiamo compreso già pochi minuti dopo la nascita che l’intervento andava fatto subito.
Come si é svolto l’intervento di valvuloplastica?
Si tratta di un intervento collaudato, ovvio che farlo su un neonato di poco più di 3 kg di peso comporti i suoi rischi. Tecnicamente si accede con un catetere alla vena femorale e da lì si raggiunge la valvola polmonare che viene dilatata tramite un palloncino, che una volta gonfiato la disostruisce. L’intervento in se é durato quaranta minuti ed erano al mio fianco le colleghe cardiologhe Sabrina Spoto e Annalisa Alaimo, il cui lavoro é stato fondamentale. C’è stata anche una lunga preparazione pre e post operatoria della piccola paziente. Fondamentali ovviamente i colleghi anestesisti e i paramedici, presenti in sala operatoria.
Come sta la bambina? Quando potrà tornare a casa?
La piccola sta benissimo. Giusto per precauzione ha passato la notte in terapia intensiva, ma oggi è già in reparto e domani probabilmente sarà dimessa e sarà trasferita in neonatologia. Non dovrà assumere farmaci, ma dovrà solo pensare a nutrirsi e a crescere serena. Ho fatto nella mia carriera circa 200 di questi interventi e la prognosi é ottima. I piccoli potranno condurre una vita del tutto sovrapponibile a quella degli altri bambini nati sani. Mi preme specificare che questo intervento dimostra l’importanza di un reparto come il nostro in una metropoli come Palermo. Fino a pochi mesi fa, le future mamme con problematiche simili a questa, dovevano fare dei viaggi della speranza fino a Taormina, trasferirsi lì per diverse settimane, con un impegno importante sotto molteplici punti di vista. Fortunatamente un reparto di Cardiochirurgia pediatrica, che punta a diventare un’eccellenza internazionale, sta già diventando una svolta medica importante.”
Fondamentale l’operato dell’equipe neonatologica dell’Arnas Civico di Palermo, diretta dal dottore Marcello Vitaliti
”Noi neonatologi, dice il dottore Marcello Vitaliti, primario dell’Utin dell’Arnas Civico, eravamo pronti in sala parto a qualsiasi evenienza. La piccola, presentando una stenosi polmonare grave, é nata in condizioni respiratorie sicuramente non brillanti. L’abbiamo prontamente stabilizzata con supporto respiratorio. Abbiamo subito valutato lo stato di ossigenazione degli organi, in particolare di quello cerebrale, estremamente importante per evitare danni a carico del cervello, abbiamo costantemente controllato l’attività respiratoria, abbiamo corretto e stabilizzato i parametri e quindi via con il trasporto urgente in sala operatoria e da lì l’ottimo lavoro del team di cardiochirurgia.
Cosa accadrà quando la piccola sarà dimessa dalla cardiochirurgia?
Sarà presa in carico dalla nostra Utin e da lì inizierà un iter di monitoraggio e di rivalutazioni sia in ambito neonatologico che cardiologico, sempre in tandem con i colleghi cardiologi e cardiochirurghi. Dobbiamo anzitutto verificare l’adattamento della piccola alla vita, fase fondamentale per un neonato, che parte dall’abitudine del piccolo all’allattamento. Verificheremo la reazione della piccola all’intervento, controllando il suo stato di salute generale, provvedendo a fare le visite e gli esami del caso. Ci auguriamo e siamo fiduciosi che, dopo le nostre valutazioni funzionali sulla piccola, potremo dimetterla nel giro di pochi giorni.”