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Neuropsichiatra Trapolino: le fragilità dei nostri bimbi sono talenti, non problemi

Bullismo, difficoltà di adattamento nel gruppo. Ne abbiamo parlato con il professore Emanuele Trapolino, neuropsichiatra infantile

Un tempo si chiamava “litigio”, “burla”, nel peggiore dei casi “essere messi da parte”. Oggi il nome è uno e fa tanta paura ai genitori: bullismo. Un fenomeno che può iniziare molto presto, anche prima della scuola primaria, quando essenzialmente i bimbi iniziano ad avere consapevolezza della loro socialità e sanno sfruttarla, a torto o a ragione, come un’arma contro il più debole. Ed è così che anche tra i più piccoli possono attivarsi le dinamiche del “branco”, che esclude il più fragile, che lo prende di mira per un suo limite, fosse anche il non sapere andare in bici, avere la statura più piccola fra tutti i bimbi del gruppo, avere timore a fare questo o quell’altro gioco. Si attivano dinamiche che stridono con l’idea di innocenza, che dovrebbe fare il paio con il concetto di infanzia. Il genitore percepisce il disagio, soffre e si chiede perché succede. Perché capita proprio a tuo figlio, che a casa è un leader: spigliato, risoluto, audace. Una volta fuori lo scopri indifeso, il gruppo lo prende di mira e tu non sai cosa fare. Abbiamo chiesto un parere al professore Emanuele Trapolino, neuropsichiatra e primario facente funzioni al reparto di Neuropsichiatria del Di Cristina di Palermo. 

Professore, perché un bimbo subisce bullismo?

A casa spesso i bimbi sono dei dominatori incontrastati. Sono dei sovrani e il resto della famiglia, genitori in primis, sono sudditi. Una volta fuori si confrontano con dei pari che possono avere una sicurezza che loro non possiedono. Viene fuori il disvelamento della fragilità nel confronto con la novità e con l’imprevisto. Il bimbo soffre ed il genitore forse anche di più. Partiamo però da un presupposto: la fragilità non é un problema, men che meno una patologia. La fragilità é un talento, una pagina dove scrivere una storia. I bimbi attraverso la fragilità possono imparare a conoscersi meglio, questo se il genitore non ha necessità di proiettare i propri bisogni sul piccolo. Il bambino fragile é un bimbo che ti può aiutare ancora di più del bimbo cosiddetto leader, che in realtà non è tale ma è più un bimbo senza armi per potersi difendere dalle insidie nel rapporto con i pari e quindi tende a ostentare supremazia. Anche i bambini possono essere estremamente cinici quando scoprono la debolezza dell’altro.

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Non dimentichiamo però che disagio ci insegna a crescere, la presenza di un problema ci obbliga al problem solving, il confronto con il prepotente ci aiuta a scoprire risorse che non sapevamo di avere.

 

 come deve comportarsi un genitore che assiste a un episodio di bullismo?

Un genitore deve aspettare l’esito dell’evento e capire come reagisce nostro figlio perché é dalla sua modalità di reazione, che possiamo comprendere la sua forza o comprendere le sue debolezze, che ci consentono di provvedere in modo corretto a ciò che gli serve. Anche andare a scuola è essere esposti al nuovo, all’imprevisto, è importante che un genitore non ceda alla tentazione di sostituirsi al piccino, di iper proteggerlo. Occorre osservare, fidarsi delle potenzialità del nostro bambino ed avere consapevolezza che fragilità è talento.

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