È stabile la situazione epidemiologica dei monti Sicani. Circa 550 i tamponi effettuati nei comuni interessati dall’emergenza, con in testa Mussomeli, dove l’ospedale Immacolata Longo è stato al centro dell’inizio allerta. I numeri restano stabili, i tamponi seguitano a essere eseguiti e il 20% di questi è in attesa di referto. Dati che incoraggiano, soprattutto alla vigilia della fase 2, che allargherà le maglie vuoi relazionali, vuoi degli spostamenti dalla propria abitazione. L’ospedale Longo, come comunicato dal sindaco di Mussomeli, Giuseppe Catania, è tornato attivo in tutti i suoi reparti. A sentire le parole del primo cittadino mussomelese l’emergenza focolaio nel nosocomio è stata circoscritta e superata e quindi i reparti sono tutti fruibili, a seguito di più di un’operazione di sanificazione. Lo stesso sindaco, un paio di giorni fa, ha inviato una lettera ai colleghi primi cittadini dei comuni vicini per darne comunicazione ufficiale. Nel nosocomio, lo ricordiamo, scattó l’allarme per via della positività di un’anziana castelterminese, deceduta ma per altre gravi patologie concomitanti (così spiegarono dall’asp nissena). Dopo il tamponamento di altri ricoverati in Lungodegenza, è stata verificata la positivitá di tre pazienti e di sei sanitari. Contestualmente risultava positivo anche un infermiere di Casteltermini, che, in qualità di familiare, aveva assistito la nonna in ospedale. Dopo la paura iniziale i dati sono però rimasti circoscritti: a Mussomeli sono sette i positivi, tre dei quali ricoverati al Sant’Elia di Caltanissetta, a Casteltermini (dove sono stati effettuati 129 tamponi, 29 dei quali in attesa di esito) sono in tre, uno ricoverato al centro Covid nisseno e due asintomatici in isolamento domiciliare fiduciario. A Campofranco un positivo, anch’egli ricoverato a Caltanissetta. Mercoledì sarà un giorno importante perché partiranno i tamponi sui positivi asintomatici. Una data attesa con la speranza che i piccoli comuni, interessati da questa emergenza, possano iniziare a tirare un sospiro di sollievo. Il timore iniziale era quello che si potessero replicare i casi di Troina e Villafrati, dove, luoghi di cura di sono trasformati in focolai di ampie proposizioni, che hanno contato diverse vittime per Covid 19. L’ospedale di Mussomeli è stato al centro dell’attenzione come possibile epicentro del fenomeno epidemiologico, con tante domande in merito al come e al perché degli accessi di familiari nei reparti, in un momento storico in cui, per decreto governativo, la presenza di assistenti esterni era (ed é) vietata pressoché in tutti i nosocomi. Fortunatamente, ad oggi, e quando sono passati quasi quindici giorni dallo scattato allarme, quanto temuto non si è verificato e ci sono ottime ragioni di pensare che il trend non riserverà sorprese. Gli organi istituzionali raccomandano però la prudenza soprattutto da domani, quando ci si potrà spostare per ritrovare i congiunti e gli affetti stabili e dal proprio comune di residenza ci si potrà muovere anche verso altri comuni, seppure sempre e solo per motivate ragioni.
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