Home » Cinque consigli per salvaguardare l’udito dei nostri bambini

Cinque consigli per salvaguardare l’udito dei nostri bambini

L'inquinamento acustico è un rischio per gli adulti ma lo è ancora di più per i piccini. Ecco alcune dritte per prevenirne i rischi

Ottanta sono i decibel ideali ai quali dovrebbe essere sottoposto il nostro udito. Purtroppo ed abitualmente si arriva anche a stressare le nostre orecchie con 100 se non addirittura 120 decibel. Si tratta di occorrenze deleterie, ma talvolta inevitabili. Basti pensare alla musica ad alto volume trasmessa in diffusione nei centri commerciali, o ancora alla musica live nei locali o in estate nei chioschi sul mare. I danni di una sovraesposizione a stimoli acustici riguardano non solo l’apparato uditivo, ma anche quello psico cognitivo.

I danni dell’inquinamento acustico

L’inquinamento acustico fa male alle orecchie (provocando, alla lunga ipoacusia, acufeni, ronzii, vertigini) ma anche al nostro cervello (stress, mal di testa, disturbi dell’umore, irritabilità). Per i bimbi i rischi possono anche aumentare. Un neonato nei primissimi mesi di vita dovrebbe essere protetto da qualsiasi tipo di rumore molesto. Lo dice la Società nazionale di pediatria. I neonati non sono abituati ai rumori e da questi sono molto stressati. Hanno passato nove mesi nel grembo materno, un ambiente ovattato, dove sì percepivano i suoni, ma con un filtro altissimo. L’udito dei piccolissimi, inoltre, è in stato di definizione per cui sottoporlo a stimoli eccessivi potrebbe comprometterlo. Niente allarmismi. Non saranno sicuramente un auto che strombazza o la vicina che urla a menomare le orecchie dei nostri piccini. Sarà importante però evitare le situazioni più rischiose. Dalla Società nazionale di Pediatria arrivano pochi semplici consigli.

I consigli salva udito

  1. Per i neonati il silenzio è d’oro. L’ideale, specialmente nei primissimi mesi di vita del piccolo, è evitare situazioni acustiche stressanti: es. cerimonie dove è previsto intrattenimento musicale. Se proprio non si potrà evitare di partecipare, sarà opportuno sistemarsi lontano dalle casse. Evitare anche di portare i bimbi nei centri commerciali, dove è d’uso trasmettere musica in sottofondo. Alla lunga, lo stimolo musicale diventa uno stress per le orecchie del piccolo. Musica live, bande musicali, rumori di petardi e fuochi d’artificio vanno evitati nei primissimi mesi di vita. Il piccolo non dovrà vivere in una campana di vetro, ma, con un po’ di prudenza, si potrà garantirgli la serenità mentale e uditiva, che merita.
  2. Occhio ai giocattoli. Gli stessi giochini sonori vanno usati con parsimonia. Sottoporre l’attenzione del piccolo al continuo suono di un carillon o di un peluche sonoro va evitato. Va bene intrattenerlo con le musichette, ma senza esagerare.
  3. Esistono in commercio delle particolari cuffie, reperibili nei negozi di elettronica o negli store online. Sono studiate appositamente per i piccolissimi, con materiali morbidi, anallergici ed un design poco invasivo. Possono essere utilizzate già dai primi mesi di vita. Sono utilissime per esempio quando si partecipa a un matrimonio, a una festa di compleanno o quando si deve fare un viaggio in treno per attutire il rumore del convoglio sulle rotaie.
  4. Abituare il piccino a un tono di voce adeguato, secondo i pediatri della Società nazionale, è la dritta più semplice ed efficace per uno sviluppo armonico dell’udito. Non alzare la voce, non cantare a squarciagola, rivolgersi al piccolo con pacatezza. Sono piccole e buone abitudini che educheranno il vostro bambino a una naturale gestione dei suoni, in entrata e in uscita.
  5. Attenzione ai bimbi più grandi. Anche il loro udito va preservato. I ragazzini hanno l’abitudine di ascoltare per ore musica in cuffia. Disabituarli è sicuramente un’impresa. Si può cercare di arrivare a un compromesso, promettendo loro un premio, in cambio di una tregua al continuo stimolo sonoro “sparato” in cuffia. Anche loro alla lunga si renderanno conto del giovamento. Il consiglio dei pediatri è quello di sottoporre i ragazzini a un esame audiometrico. Non invasivo e non è doloroso. Può però essere utilissimo a conoscere in tempo eventuali alterazioni uditive e a curarle.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

WC Captcha 56 + = 64