Daniela Gaglio è agrigentina ma vive a Camerino. Con suo marito Giovanni desidera un figlio che non arriva. Gli esami, le prime diagnosi, la scelta della fecondazione assistita, nella consapevolezza che gli alleati principali dovevano essere tre: unione, solidità e ottimismo. Daniela ci racconta la sua storia, che percorre un tempo lungo diversi anni, che preveda strade in salita e una sorpresa su finale.
Quando avete deciso di ricorrere alla fecondazione assistita?
Io e mio marito abbiamo deciso di ricorrere alla fecondazione dopo un po’ di anni dal matrimonio precisamente dopo circa due anni dal matrimonio dopo aver fatto delle analisi che ci indicavano che c’era un problema alla base che potevamo superare con la fivet.
QuanTi tentativi?
Abbiamo fatto due tentativi, vissuti però in maniera diversa.
Alla base di tutte e due i tentativi c’è stata tanta complicità di coppia e soprattutto la convinzione che ce l’avremmo fatta. Non ho mai avuto paura non pensavo di avere tutto questo coraggio e soprattutto la
Pazienza di fare tutte le iniezioni si perché la stimolazione prevede diverse iniezioni sottocute con aghi sottilissimi e con delle dosi indicate di volta in volta dai medici e soprattutto ad orari ben precisi. Anche in quel caso, dopo la prima iniezioni praticata sulla pancia le altre sono un gioco da ragazzi.
Come hai reagito alle stimolazioni ormonali?
Tutti mi dicevano che questa tempesta di ormoni mi avrebbe fatta gonfiare mi avrebbe fatto avete un umore altalenante ma posso dire che tutte queste cose io non le ho mai avute. Lo dico con cognizione di causa perché chiunque mi vedeva e sapeva quello che stavo affondando mi diceva che ero sempre la stessa e per nulla gonfia.
Poi è arrivato il grande giorno…
Il giorno del pick up, ovvero del prelievo degli ovociti, è un giorno particolare. Si alternano momenti di ansia per quello a cui vai incontro (sedazione e il prelievo degli ovetti, che dovranno essere il top affinché tutto vada a buon fine) a momenti di calma perché sai che da lì a pochi giorni farai il transfer che va fatto da svegli e non è per nulla doloroso.
Il giorno del transfer fatto da me in quinta giornata ho usato gli accorgimenti che mi hanno suggerito in clinica: riposo assoluto per almeno le prime 24 ore poi si ritorna alla vita normale. Bisogna solo evitare pesi eccessivi come del resto in tutte le gravidanze.
Cosa succede dopo il transfer?
Dopo il transfer e le 24 ore di riposo inizia il countdown. Sono stati questi i giorni più pesanti per me ( almeno la prima volta che ho provato la fecondazione) perché aspetti quel giorno del dosaggio delle
Beta hcg (il cosiddetto ormone della gravidanza) con ansia e ogni piccolo fastidio dolore al seno o crampetto alle ovaie ti fa sperare. Anche se questi fastidi si possono avvertire anche se la fecondazione non va a buon fine.
La fivet quanto pesa sull’emotività?
Posso confermare che, nonostante io mi sia sempre approcciata alle due fecondazioni in maniera molto positiva e non mi sono mai abbattuta, sono momenti pesanti da un punto di vista psicologico e fisico e l’aiuto del partner e dei familiari è fondamentale.
Dopo il tuo secondo tentativo?
Io sono una delle fortunate che ha fatto solo due tentativi. La seconda fivet è andata meglio di come mi sarei aspettata: due embrioni fecondati, due embrioni attecchiti. Sono nate Matilde e Carlotta, ma non solo appena nove mesi dopo avere partorito scopro di nuovo di essere in dolce attesa. Si è trattato di un maschietto. Adesso siamo al completo. Mi sento una mamma più che soddisfatta oltre che super stanca e super impegnata.
Cosa consigli a chi sta iniziando questo percorso?
L’unico consiglio che posso dare a tutti quelli che stanno passando momenti difficili e lo stesso mio problema non arrendetevi e cercate di affrontare questo cammino con positività e nella maniera più tranquilla possibile. Sono ingredienti fondamentali per la riuscita della fivet e per riuscire a superare anche eventuali fallimenti.
Grazie
Grazie a te Daniela e ad maiora!