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Una lettera di ringraziamento per il personale del Pronto Soccorso del Di Cristina

A scriverci é una mamma, che ringrazia il personale medico e paramedico del punto di primo accesso del noto ospedale pediatrico siciliano

Riceviamo e pubblichiamo la lettera di una mamma, che desidera ringraziare il personale medico e paramedico del Pronto Soccorso dell’ospedale Di Cristina-Dei Bambini di Palermo.

“Di solito si scrivono lettere sugli ospedali perché funzionano male. I punti di primo accesso, poi, non ne parliamo. Sono sempre sotto l’occhio del ciclone per i tempi di attesa biblici e per una serie di lamentale da parte degli utenti. Vado controcorrente e vi racconto la mia esperienza. Ieri mattina all’alba il mio bambino di sei anni inizia a stare male: vomita, ha continue scariche di diarrea, si contorce per il dolore addominale. Difficile da credere ma siamo al momento sprovvisti del pediatra di libera scelta. La nostra é andata in pensione da poco e quindi ci troviamo da un paio di settimane nel tempo di mezzo della scelta e del disbrigo pratiche. A Palermo peraltro i pediatri di libera scelta scarseggiano ed é un bel problema, ma questa é un’altra storia. Contatto al telefono il nostro “pediatra specialista”, quello dove andiamo “nelle grandi occasioni”, quando cioè  vogliamo chiarire dubbi un po’ più importanti. Gli descrivo i sintomi e  mi suggerisce di andare subito al Pronto soccorso del Di Cristina. Esito. Temo la folla in sala d’attesa, ripercorro a mente le solite storie che girano intorno ai Ps: ore e ore di attesa, quando va bene, quando va male anche un giorno intero ad aspettare abbandonati in  barella in qualche squallido corridoio. Mio figlio però si contorce e vomita senza sosta. Quindi andiamo. Siamo subito presi in carico da un infermiere empatico ed amorevole, che intuisce subito che non si tratti di un caso grave, ma comprende anche che mio figlio é sofferente ed anche un po’ disidratato. Acquisisce i suoi parametri e quindi gli applica una flebo. Nell’astanteria abbiamo a disposizione una barella e una sedia. L’ambiente é ordinato, ci sono altri bimbi ed altre mamme, ma non abbiamo in alcun modo la percezione di un luogo promiscuo o stipato di gente. L’attesa prima dei controlli non é lunga, anzi. In tutto siamo rimasti lì per circa sei ore, durante le quali a mio figlio sono stati eseguiti gli esami ematochimici, delle urine, la verifica della glicemia. É stato più volte visitato dai medici e controllato con costanza dagli infermieri. Gli hanno dato assistenza e conforto e gli sono state prestate cure adeguate, come si deve a qualsiasi paziente e in particolare a un bambino. Non sono mancati sorrisoni e risposte esaustive alle domande mie e soprattutto del mio bambino. Siamo stati dimessi non prima di un ulteriore controllo ematologico, di una visita accurata e della verifica del miglioramento delle condizioni del mio bambino.  Ci siamo sentiti accuditi passo passo, come sempre dovrebbe essere in un ospedale. Per questo mi sento di ringraziare il personale tutto in servizio mercoledì 28 giugno,  dalle 10 alle 16. Non ricordo i nomi, ovviamente, credo che il primo e cortesissimo infermiere si chiami Domenico Centinaro e con lui ringrazio medici (a mente ricordo le dottoresse Di Rosa e Costa) e paramedici in servizio ed ovviamente il primario Domenico Cipolla, che coordina questo reparto e la coordinatrice infermieristica Maria Rosa Lattuca. Ieri ho compreso quanto non sia facile assecondare le esigenze di pazienti ed assistenti, quanto in Pronto soccorso ci vogliano competenze, intuito, sangue freddo e capacità di rassicurazione. Doti che ho riscontrato in toto nel personale del reparto. Abbiamo vissuto una piccola “disavventura”, che si é rivelata un momento di crescita. Grazie”

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Lettera firmata

 

Ps: manteniamo, su richiesta dell’interessato e nel rispetto della privacy del bambino, l’anonimato.

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