Home » Tre domande alla pediatra: raffreddore frequente nei bambini, quel che c’è da sapere

Tre domande alla pediatra: raffreddore frequente nei bambini, quel che c’è da sapere

Risponde la dottoressa Giuliana Vitaliti, pediatra palermitana

L’autunno è il periodo di inizio dei malanni stagionali: nasini che colano, “etciù” frequenti, respiro affannoso, bimbi irrequieti e che hanno difficoltà a prendere sonno, talvolta anche qualche linea di febbre. Sono i cosiddetti sintomi parainfluenzali, che però  possono preoccupare i genitori, soprattutto quando compaiono nei primissimi mesi di vita del piccolo. Nella maggior parte dei casi si tratta di fenomeni transitori, che si risolvono con facilità nel giro di pochi giorni. Per la nostra rubrica “Tre domande alla pediatra”, abbiamo chiesto un parere alla dottoressa Giuliana Vitaliti, pediatra palermitana.

La dottoressa Giuliana Vitaliti

Raffreddore frequente nei bimbi, cosa fare?

Le infezioni respiratorie ricorrenti in età prescolare e scolare sono molto frequenti e spesso causa di preoccupazione e ansia da parte dei genitori. Essendo, nella maggior parte dei casi, causate da infezioni virali, non necessitano di alcun trattamento se non quello sintomatico che potrebbe anche essere una banale bevanda calda con un cucchiaino di miele. Per la somministrazione di qualsiasi farmaco, soprattuto se ancora lattante, è bene consultarsi con il proprio medico di fiducia.

Come prevenire il raffreddore nei bimbi?

I motivi delle sindromi da raffreddamento come abbiamo detto sono per lo più infezioni virali, pertanto la socializzazione precoce in comunità infantili può aumentare il rischio di contatto con patogeni delle vie aeree e va da sé il rischio di sviluppare la malattia. Altro fattore di rischio è l’inquinamento ambientale: è imperativo non esporre il bambino a qualsiasi età al fumo passivo sia di seconda che di terza mano (quello che permane nei vestiti e negli ambienti chiusi comprese le auto), per ridurre sia il rischio di infezioni respiratorie ricorrenti ma soprattutto per non esporre il piccolo a più di 4000 sostanze tossiche e cancerogene; altra fonte di inquinamento ambientale sono i caminetti e stufe a gas in piccoli ambienti chiusi e non ultimo l’inquinamento atmosferico. É altresì importante non reintrodurre subito il piccolo nella comunità infantile frequentata, bensì attendere qualche tempo rispettando la “convalescenza immunologica”.

Può interessarti:  La Fibrosi cistica raccontata dalla dottoressa Collura, che dirige un centro dedicato alla cura

 quando consultare il medico?

In tutti i casi in cui sia necessaria la somministrazione di farmaci, compreso il paracetamolo, soprattutto se nel primo anno di vita; nel caso in cui vi sia febbre per più di 48 ore; nei casi di difficoltà respiratoria, respirazione rumorosa e facile affaticabilità.
In ultimo vorrei rassicurare tutte le mamme di bambini con infezioni respiratorie ricorrenti, ricordando che sono episodi transitori seppur frequenti, nella maggior parte dei casi con risoluzione spontanea in pochi giorni e che scompaiono o comunque si riducono per frequenza e durata dopo i 6 anni di vita.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

WC Captcha 64 − 55 =