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Tina: sono mamma di due gemelli disabili. Li voglio felici e ho regalato loro altre due sorelline

Non chiamatemi mamma coraggio. Sono una mamma "incosciente", che crede nella felicità

Oggi parliamo di una donna con un bel sorriso. Un sorriso rotondo, che dalle labbra, in un tutt’uno, raggiunge gli occhi e arriva al cuore. Si dice che i sorrisi più belli siano prerogativa delle persone forti, di chi apre la strada alla speranza, anche tra i bivi di tante difficolta. Tina De Michele è un’avvocato, vive a Termoli e nel viso ricorda certe belle attrici eleganti del buon cinema anni ’80.

Tina è madre di quattro figli. Due di loro, i primogeniti, sono gemelli ed hanno delle disabilità gravi. Tina però ci raccomanda: “la storia che voglio raccontarvi non deve avere i toni della tragedia, ma quelli della speranza, la stessa che prendo a braccetto ogni mattina, quella che, con tutto il cuore, voglio trasmettere ai miei bambini. Tina, simpaticamente, preferisce essere definita una mamma incosciente più che una mamma coraggio. La sua storia da mamma inizia poco più di otto anni fa. Tina è un avvocato, lanciata nella sua carriera, piena di sogni e di interessi (ama il cinema d’autore, la letteratura, le piace scrivere). È il 2010 quando, con il compagno Pietro scoprono di aspettare un bambino. Poche settimane e la grande sorpresa. I bimbi sono due. La coppia accoglie la notizia con entusiasmo. Iniziano i preparativi. La gravidanza procede a gonfie vele. Tina è sempre più bella e la sua pancia cresce all’unisono con l’entusiasmo di conoscere i suoi piccoli. Saranno un maschietto e una femminuccia: Sebastiano e Rossanna. Finché alla venticinquesima settimana succede quello che una mamma non vorrebbe le accadesse mai.

Tina, ti va di raccontarcelo?

“Era una giornata tranquilla. Fino al giorno prima avevo fatto la vita di sempre. Improvvisamente sono stata male. Sono partite le doglie. All’ospedale di Termoli, cittadina dove vivo, capiscono che la vicenda è delicata. Il parto non si può fermare e i bimbi vanno fatti nascere in un ospedale adeguato. Da lì la corsa in Puglia, a San Giovanni Rotondo, dove arrivo per strade in parte accidentate. Nascono i miei gemelli. Sono minuscoli ed hanno molti problemi legati a una prematurità importante, complicata dalla gravidanza multipla. Due mesi di terapia intensiva nell’ospedale dove sono nati e poi i bimbi devono essere separati. Rossana andrà a Napoli per sottoporsi a un intervento cardiologico, Sebastiano sarà trasferito al Bambin Gesù di Roma. Tra intervento e degenza, i due piccini restano in due ospedali diversi per oltre otto mesi.

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La vostra vita cambia

“Assolutamente. Iniziamo a fare la spola, prendiamo due case in affitto. Ci dividiamo tra il Molise, la Campania e la Puglia. Nel febbraio del 2011 il ritorno a casa. Divento ufficialmente una mamma. I miei piccoli hanno problemi sensoriali, cognitivi e motori. La sanità fa quel che può, il grosso dobbiamo farlo noi genitori”.

Tina è una donna volitiva, sa tirare fuori tutta la forza che le è concessa (ed anche di più). Non si arrende. Tira un sospiro, si rimbocca le maniche. Sa già che la sua lanciata carriera da avvocato subirà una sterzata. Non si arrende. Sa che può e deve farcela. Ha una bella famiglia alle spalle. Ha il suo compagno con cui condivide da anni la vita. I gemelli vivono in un cerchio magico di amore e solidarietà. “Non mi sono mai voluta piangere addosso. I miei figli andavano accettati così per come sono nati. Con delle disabilità che non devono fare la rima con infelicità. Vivere questa esperienza mi ha tolto tanto in termini di lavoro e di vita sociale, ma mi ha anche dato molto di più di quanto non mi abbia sottratto”.

Due anni dopo la nascita dei gemelli la bella notizia: sei di nuovo incinta

“Sì. Io e il mio compagno, per usare un termine giuridico, abbiamo fatto una colpa cosciente (sorride). Diciamo che eravamo aperti alla vita ed è arrivata Emma. Ho vissuto con ansia la gravidanza. Temevo la fatidica venticinquesima settimana. Contavo i giorni. Uno a uno. Avevo però scelto un percorso diverso. Ho partorito in un  ospedale differente rispetto a quello in cui erano nati i gemelli. Emma nasce a temine e ha il dono di farmi riconciliare con quella parte di me, che ancora viveva il vuoto d’aria della nascita prematura dei gemelli. È vero che quella ferita  non si rimargina, ma la speranza vince”.

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Passano cinque anni et voilà, sei di nuovo incinta

“Si, resto incinta di Alba, che oggi ha nove mesi. Questa gravidanza l’ho vissuta con più serenità rispetto alla precedente. Adesso siamo un simpatico ed affollato team familiare. La mattina sveglia presto ed inizia la fase smistamento figli. Emma a scuola, i gemelli fanno la fisioterapia e poi anche loro in classe. La piccina, Alba, resta a casa con me. Viviamo la routine di una famiglia numerosa con due bimbi disabili. Ogni tanto facciamo qualche viaggio. Certo, i viaggi più  belli li realizziamo con la mente”.

Quale è il sogno per i tuoi figli?

Sogno che i miei figli siano felici. È il sogno di tutte le mamme, lo so bene. Penso che anche  i miei figli disabili possono e devono esserlo, semplicemente vivendo, nel miglior modo possibile, la loro condizione. Ed io sogno in grande. Sogno per loro la felicità, quella che meritano, quella che forse vivono già. Perché disabilità non significa infelicità. Nè per chi la vive, nè per chi sta accanto a un disabile.

Tina, che ci tiene a non essere definita una wonder woman, seguita a fare l’avvocato, scrive di politica e sociale su una rivista molisana, è impegnata nella difesa dei diritti dei disabili ed è una mamma che crede nella felicità. Grazie Tina e ad maiora!

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