In Sicilia è confermato un trend di contagi in lieve discesa (meno 2,5 %) con 51 nuovi contagiati nelle ultime 24 ore e una curva generale stabile. Emerge un dato interessante. Nell’isola non si registrano partorienti o puerpere positive al Coronavirus. Così come non si registrano neonati (ossia bimbi entro il 28mo giorno di vita) con evidenze di positività.
Un dato che conferma quanto ribadito più volte dalla comunità medica dell’Isola. In Sicilia il virus è presente, ma in maniera meno aggressiva che nel nord Italia.
Da settimane nell’Isola sono attivi i centri Covid per gravide e partorienti- i pricipali sono il Cervello a Palermo, il Papardo a Messina, il San Marco a Catania. Si tratta di reparti attrezzati per affrontare l’occorrenza di pazienti con Coronavirus accertato o sospetto (sintomatiche o aventi avuto contatti diretti con persone positive) con un percorso di isolamento dedicato e procedure ad hoc per la gestione del travaglio, del parto, del post partum e dell’allattamento (che è possibile, con tutte le precauzioni del caso, allorquando la mamma, anche se non positiva, non abbia sintomi ingravescenti legati al virus).
L’iter suggerito è molto semplice: se si è in procinto di partorire e si teme di avere il Covid o di esserne state potenzialmente contagiate, ci si deve recare in un centro dedicato, così da tutelare se stesse ma anche gli altri. Le informazioni sui centri gravide Covid si possono acquisire tramite il proprio medico curante, l’Asp o il ginecologo di fiducia.
In caso di emergenza tutti gli ospedali hanno percorso dedicato
La puntualizzazione a cui tengono i ginecologi dei reparti di Maternità dell’isola è d’obbligo.
“A scanso di equivoci, dice la dottoressa Maria Rosa D’Anna, primario del reparto Materno-Infantile dell’ospedale Buccheri la Ferla di Palermo, gli ospedali come il nostro, che non sono centri Covid dedicati, di fronte a un’urgenza accolgono anche le pazienti con sospetto o certezza di positività al Coronavirus. Di fronte, ad esempio, a una dilatazione completa, un’emorragia, un distacco di placenta, accoglieremmo in struttura la partoriente e lungo il percorso Covid precauzionale predisposto, le daremo tutta l’assistenza che le è necessaria. I centri ostetrici non Covid in linea generale, però, andrebbero salvaguardati così da mantenere un circuito pulito, proteggere le sale e arginare il pericolo di contagi. Non possiamo consentire di mischiare pazienti sane con altre sospette, poiché se dovesse scatenarsi un focolaio non saremmo pronti. Quindi ci appelliamo al buon senso e mettiamo in pratica tutte le procedure di tutela. In linea con le direttive vigenti, sia del governo centrale, che di quello regionale, abbiamo, posto dei limiti agli accessi in sala parto e in reparto. Consentiamo ai papà di vedere i loro piccoli da dietro il vetro subito dopo la nascita e di fare la loro visita quotidiana, anche se a orario ridotto, mezz’ora invece che sessanta minuti. Sono cautele necessarie, che a noi costano tanto, poiché il nostro reparto ha sempre portato avanti una filosofia di accoglienza alla vita, che facesse della triade mamma, papà e bimbo un elemento cardine. Siamo stati antesignani nell’introdurre la figura del papà in sala parto ed abbiamo consentito, con tutte le cautele del caso, un accesso genitoriale in utin h24. Il momento che viviamo è singolare e richiede sacrificio da parte di tutti, certi che ci aiuterà a venirne fuori presto e bene.”
Dai principali punti nascita siciliani arriva la conferma che non vi sono pazienti positive.
“Abbiamo avuto qualche caso sospetto, dice il dottore Pino Calì, ginecologo al Centro Covid dell’ospedale Cervello di Palermo, ma si trattava solo di falsi allarmi. Abbiamo un reparto ad hoc con un percorso protetto. Siamo attrezzati ad affrontare tutte le fasi del parto e del post partum in pazienti positive al Coronavirus. Al momento però non si è presentata l’occorrenza. Il reparto seguita a funzionare anche per le gravide non positive e non sospette, che sono accolte in sicurezza ovviamente in altra zona dell’ospedale. Ad oggi il numero delle partorienti ricoverate nel nostro nosocomio è abbastanza in linea con la media generale per il nostro ospedale. Una flessione in negativo l’abbiamo registrata nelle primissime settimane dell’allerta Coronavirus.”
L’emergenza Covid in Sicilia ha fatto registrare anche un aumento dei parti e delle degenze nei reparti ostetrici delle cliniche private.