Quando torneremo alla normalità, come sarà l’estate degli italiani e il ritorno a scuola dei nostri figli? Sono alcune delle domande più ricorrenti, quando in Italia la curva dei contagi, da giorni ormai appiattita, inizia la sua fase di discesa e si spera nella partenza della tanto sospirata fase 2.
In Sicilia il trend è molto incoraggiante, con una stabilità di contagi, che oggi si attesta intorno ai dieci attuali positivi al Coronavirus.
Abbiamo fatto il consueto punto settimanale con il dottore Tullio Prestileo, infettivologo in prima linea nella lotta al virus all’Arnas Civico di Palermo.
DOTTORE, COME STANNO ANDANDO LE COSE?
I numeri sono incoraggianti e indicano una tendenza alla riduzione del numero di nuove infezioni ma soprattutto del numero di infezioni totali registrate. Le due curve sono da giorni decrementali e questo deve farci ben sperare.
QUALCUNO AFFERMA PERÒ CHE SI STIANO FACENDO MENO TAMPONI?
Non è così, anzi, si stanno facendo test in maniera massiccia e sono aumentati anche i laboratori che analizzano i campioni. A Palermo sono ben 5. Era di due settimane fa il momento del rallenty, dovuto alla carenza di reagenti, occorrenza ormai risolta. I tamponi sono tantissimi, li abbiamo fatti anche nei giorni di Pasqua e Pasquetta e quindi ho ragione di dire che numeri della Protezione civile sono assolutamente affidabili.
C’È ANCHE IL NODO DI QUANTI, ORMAI UN MESE FA, SONO TORNATI DAL NORD ED ANCORA NON HANNO ESEGUITO IL TAMPONE
Sono molti i casi di persone che, registratesi dopo il rientro dal nord al portale della Regione Sicilia, attendono di essere chiamate per fare il tampone. Si è stabilito un ordine cronologico ma anche di priorità, dando precedenza ai chi ha dei sintomi franchi da Covid. È evidente che se io sono rientrato dal nord il 9 marzo e dopo un mese sto ancora bene, la necessità di fare il tampone è scarsa.
QUESTE PERSONE PERÒ SONO ANCORA OBBLIGATE A UNA QUARANTENA RIGIDISSIMA, CON OBBLIGO TASSATIVO DI RIMANERE A CASA. COME FARE?
Sarebbe opportuno che queste persone, che non hanno ancora fatto il tampone, allorquando non presentino sintomi da almeno 20 giorni dal rientro dalla zona a rischio, parlino con il medico curante. Il medico dovrà notificare l’occorrenza all’Asp e quindi avviare una valutazione clinica del paziente, così da decidere se esiste o meno il rischio contagio. Passate più di tre settimane dal rientro della zona a rischio e in assenza di sintomi, la necessità clinica e anche epidemiologica del tampone inizia a diventare trascurabile. Medico curante di concerto con l’Asp devono far sì che chi non è rischio possa allentare la maglia della quarantena rigidissima a cui finora è stato sottoposto, quindi sì a brevi e necessarie uscite.
COME SARÀ L’ESTATE DEGLI ITALIANI E DEI SICILIANI IN PARTICOLARE?
Non possiamo ancora saperlo con certezza. L’obiettivo da raggiungere è contagio zero. Finché non si sarà arrivati a questo traguardo non è possibile fare previsioni. Il mondo scientifico si divide in due versanti, chi come me pensa che il nuovo Coronavirus, come tutti i virus a interessamento respiratorio, se ne andrà nell’arco di otto settimane, quindi con il fisiologico rialzo delle temperature, che dovrebbero far svuotare il bacino virale. C’è poi chi, nella comunità scientifica, si appoggia una serie di studi ed evidenze che dicono che potrebbero residuare piccoli focolai di infezione, che, anche nei periodi caldi, potrebbero riproporre il problema. Io credo che questa seconda ipotesi sia molto lontana dalla realtà, ma non abbiamo certezza, perché il nuovo Coronavirus è appunto un virus di cui non abbiamo informazioni complete, ma solo quelle acquisite in questi mesi. Per prudenza non investirei i miei soldi e il mio tempo libero e in una vacanza lontano da casa. In questo momento possiamo solo progettare di viaggiare a vista.
UN RIENTRO ALLA NORMALITÀ QUANDO È PREVISTO? (PASSEGGIATE, NEGOZI APERTI, WEEK END NELLE SECONDE CASE)?
Ritengo che, se il trend continuerà a migliorare, tra un paio di settimane apriranno altri negozi, magari sarà possibile fare una passeggiata rispettando le distanza e si potrà paventare un graduale ritorno alla normalità, ferme restando le regole basilari: distanziamento, lavare bene e spesso le mani, pulire bene superfici e oggetti, indossare la mascherine solo nei casi indicati dalle Autorità sanitarie. Ci aspettavamo una discesa dei contagi più veloce, invece la curva procede più lentamente, seppur con numeri che fanno sperare. Ripeto, l’obiettivo è il contagio zero, solo da lì si potrà ipotizzare un ritorno alla normalità. Finché non raggiungiamo questo traguardo, tutto il resto sarà secondario. Ovviamente nessun esperto ha la sfera di cristallo per sapere quando arriveremo a questo atteso momento. Nel frattempo dobbiamo assolutamente rispettare alla lettera tutte le misure di contenimento.
IN AUTUNNO CI POTRÀ ESSERE UN RITORNO DEL VIRUS?
Non possiamo saperlo, poiché il nuovo Coronavirus è un virus che non conosciamo bene e che come tutti i Coronavirus è mutante. Intanto dobbiamo sperare che entro l’inizio dell’estate si svuoti del tutto il bacino virale. Così avremo modo di ritornare a una vita quanto più normale possibile, che è fondamentale per il benessere psicofisico di tutti. Qualora si dovesse presentare in autunno una nuova ondata di contagi, dobbiamo essere fiduciosi nella comunità scientifica, che sarà sicuramente più preparata rispetto all’inizio dell’epidemia.
QUALI LE NUOVE CURE PER IL COVID?
Da qualche giorno l’Oms ha approvato nuove linee guide, che prevedono il trattamento con eparina, associata all’antimalarico e, se è il caso, anche a un antibiotico. L’eparina è un anticoagulante molto comune, che, fluidificando il sangue del paziente affetto da Covid, previene i trombi. I pazienti con Covid presentano, in taluni casi, delle forti reazione infiammatorie che possono provocare dei trombi. Bloccando la formazione degli eventi trombotici si crea anche una protezione per la fibrosi polmonare, che è una delle conseguenze più gravi della polmonite da Covid 19. Sempre l’Oms ha anche approvato il trattamento con cortisonici. Le nuove cure, in aggiunta a quelle già utilizzate a inizio epidemia, stanno dando ottimi risultati. Va ribadito però che si tratta di terapie ospedaliere, che solo i medici possono stabilire, quindi no al fai da te, in maniera categorica.
IL VACCINO ARRIVERÀ PRESTO? SARÀ OPPORTUNO SOTTOPORVISI IN MASSA?
La comunità scientifica sta lavorando come non mai e anche sul fronte vaccino i passi avanti sono tali da far sperare in un vaccino che potrebbe venire fuori tra novembre e dicembre. Quando si parla di vaccini non si può mai ipotizzare un percorso super veloce, perché sarebbe messa a rischio la sicurezza. La vaccinazione sarà fondamentale per creare immunità. Se è vero che il virus è mutante, come del resto quello della comune influenza, è vero anche che una volta sperimentato il primo vaccino ne seguiranno altri per i ceppi mutati.
A SETTEMBRE I NOSTRI BIMBI POTRANNO TORNARE A SCUOLA?
Ci auguriamo di sì. Sarà fondamentale però l’evitamento delle classi pollaio, molto comuni in Italia. Non è accettabile che in una classe vi siano fino a 30 e più bambini. Il numero massimo deve attestarsi tra i 20 e i 22, in relazione a spazi ‘vitali’ adeguati per bimbo. Sarà bene tenere conto di aule areate e di attività da svolgere all’aperto, finché il tempo lo consentirà. Le maestre dovranno impegnarsi a far rispettare le norme igieniche: lavaggio più frequente delle mani e delle superfici, minore promiscuità nell’uso di stoviglie e asciugamani per esempio.
LA NOSTRA VITA SARÀ SEMPRE CONDIZIONATA DA MASCHERINE, DISTANZIAMENTO E ADDIO AI LUOGHI AFFOLLATI
Non credo e anzi sono fiducioso. Se vuole sapere se torneremo a cinema, a teatro, allo stadio e al ristorante, penso di sì e lo penso con ottimismo. Quando il bacino virale sarà svuotato, è verosimile che si torni alla vita di sempre, ma con una consapevolezza maggiore, ossia che, allorquando sta per arrivare anche il ‘banale’ virus influenzale, sarà necessario porre in essere quelle misure di contenimento basilari che abbiamo imparato in questo periodo. Questo ci aiuterà a non contagiarci o comunque a limitare i contagi e da lì a ritornare a quella normalità che per tutti equivale ad una libera serenità.