La dottoressa Sabrina Spoto è cardiologa a Palermo ed è parte del team medico, tutto al femminile, che quasi tre anni fa ha dato vita a Cardioneuroask, uno studio medico che si occupa di problematiche pediatriche e non solo, che riguardano la cardiologia, la psiachiatria e la psicologia.
Alla dottoressa Sabrina Spoto abbiamo chiesto quando è opportuno che i nostri piccoli facciano un controllo cardiologico e come regolarsi con eventuali screening di più lunga percorrenza.

Dottoressa Spoto, una visita cardiologica pediatrica non si nega a nessuno o serve un criterio perché i piccoli vi si sottopongano?
Il cuore può essere già valutato in epoca fetale se il nascituro presenta delle anomalie individuate dal ginecologo durante i controlli. La futura mamma sarà sottoposta a un’ecografia particolareggiata, che si chiama ecocardio fetale, che consente un controllo della struttura cardiaca del nascituro così da individuare precocemente eventuali anomali. L’ecocardio fetale è raccomandato anche in caso di cardiopatie congenite o se la mamma soffre di patologie autoimmuni, che potrebbero determinare delle anomalie del ritmo fetale.
In assenza di sintomi sospetti, la prima visita cardiologica va fatta allorquando i neonatologi, dopo la nascita, riscontrino una qualsiasi anomalia, degna di un approfondimento specialistico (se il neonato logo riscontra soffi o sintomi ascrivibili a malattia di cuore quali desaturazione, cianosi).
In assenza di problematiche importanti in epoca prenatale o nelle prime settimane di vita, il controllo dal cardiologo va fatto sempre prima che il piccolo inizi una qualsiasi attività sportiva, questo per escludere patologie silenti, che potrebbero slatentizzarsi quando il muscolo cardiaco è sotto sforzo.
In che cosa consiste la visita cardiologica per i bambini?
Anzitutto il bimbo sarà accolto in un clima di assoluta serenità, tale da non caricarlo di inutili ansie. La visita cardiologica, del resto, non è assolutamente invasiva, il medico spiegherà, con un linguaggio adeguato e rasserenante, i vari step.
La visita consiste nell’attenta auscultazione di petto e spalle, nella misurazione di pressione e saturazione e quindi nell’esecuzione dell’elettrocardiogramma (nei bimbi più grandicelli, poiché nei neonati non rileva le anomalie, cosa che invece riesce a fare già con i piccolissimi ecocardio), che servirà a verificare l’attività elettrica del cuore, così da osservare se sono presenti patologie di natura meccanica o bio-elettrica. Un ecg negativo esclude patologie importanti, condizionanti la corretta funzione elettrica del cuore. Va però detto che questo solo esame non è dirimente per stabilire che il cuore sia sano. È per questo che, spesso, si affianca all’ecocardiogramma, una vera e propria ecografia del cuore, che utilizza gli ultrasuoni per controllare la struttura del cuore e i vasi sanguigni vicini. Una piccola sonda, appoggiata al torace, trasmette al cuore onde sonore ad alta frequenza, generando degli echi che vengono trasformati in immagini sul monitor. Grazie a questa procedura diagnostica è possibile vedere la struttura e il funzionamento del cuore, di analizzare il flusso sanguigno e di valutare le condizioni di atri, ventricoli, valvole.
Sia l’elettrocardiogramma che l’ecocardiogramma sono procedure semplici, che richiedono tempistiche brevi, non invasive e senza alcuna controindicazione.
Quali sintomi devono metterci in allarme?
Premesso che in un bimbo sano, gli episodi improvvisi e gravi a carico del cuore sono assai peregrini. Uno dei sintomi che fa più paura ai genitori è il dolore toracico. Il bimbo si porta le mani e al petto e inizia a dire che sente dolore. Nella stragrande maggioranza dei casi, il dolore toracico pediatrico non è ascrivibile a patologia cardiaca quanto a un problema di natura muscolare, gastrica o addirittura psicologica. Quando il dolore toracico si associa a sforzo fisico merita un approfondimento.
Stessa cosa se, contestualmente, il bimbo è pallido o cianotico, se peggio ha un mancamento allora è il caso di andare subito in Pronto soccorso.
Un altro motivo di paura dei genitori è l’esclamazione: “Mamma sento il cuore battere troppo forte!”
Anche in quel caso in genere si tratta di condizioni benigne. Ho il bimbo prende coscienza del battito del cuore e si allarma, o ha corso o giocato in maniera molto dinamica e quindi si sorprende per il normalissimo aumento del ritmo. Occhio però se la tachicardia compare e sparisce improvvisamente, se accade durante uno sforzo e se a questa si associano altri sintomi quali: stanchezza, pallore, cianosi, sincope, mancamento, in questi casi si deve subito andare in Ps.
Segnali a cui, più in generale, occorre stare attenti sono: eccessivo e inspiegabile affatticamento, inappetenza, pallore, sensazione di mancamento (o, ancor peggio un vero e proprio svenimento), cianosi.
É bene ricordare ai genitori, che qualsiasi occorrenza, sia preventiva che di percorso medico, va affrontata con serenità e fiducia nei confronti dello specialista. Evitare, di fronte a qualsiasi dubbio, il fai da te, il passaparola tra mamme, ma rivolgersi in prima battuta al pediatra di famiglia e da lì, eventualmente, iniziare un percorso specialistico.
