Home » Pronto soccorso pediatrico, istruzioni per l’uso

Pronto soccorso pediatrico, istruzioni per l’uso

La dottoressa Francesca D'Aiuto, pediatra e medico di Pronto Soccorso, ci spiega quando è il caso di correre in Ps e quando invece è bene evitare

Chi ha bimbi piccoli sa bene che un giretto al Pronto Soccorso è uno dei capisaldi dell’infanzia.

L’accesso, le procedure e quindi, sovente, le lunghe attese. Questo perché nella stragrande maggioranza dei casi, si va in Pronto soccorso senza una reale necessità. Ne abbiamo parlato con la dottoressa Francesca D’Aiuto, pediatra al punto di primo accesso dell’ospedale Di Cristina di Palermo.

La dottoressa Francesca D’Aiuto, pediatra di Pronto Soccorso

Dottoressa D’Aiuto, anzitutto, quale è oggi la condizone dei Ps pediatrici?

È un momento di saturazione, complice anche il dilagare dell’influenza stagionale. Ahimè, però, nella maggior parte dei casi si tratta di condizioni che potrebbero essere trattate a casa o semplicemente facendo accesso nei presidi di Guardia medica pediatrica. Prima regola, anzitutto rivolgersi al pediatra di riferimento, sarà lui eventualmente a decidere di indirizzare verso il Pronto Soccorso.

I genitori però, specie nelle ore notturne, si fanno prendere dal panico e quindi via in Pronto soccorso.

Facciamo chiarezza, quando non è il caso di andare in Pronto Soccorso?

La febbre è uno dei motivi delle corse in Ps, ma solo in rari casi l’accesso è necessario. Una febbre alta in un bimbo sopra l’anno di vita, che non è collegata  a sintomi convulsivi, a svenimento o comunque a un quadro visibilmente di emergenza, non deve lanciare nel panico il genitore. La febbre può essere benissimo gestita a casa con i comuni antipiretici. Altro motivo di corsa è la tosse, un sintomo assai comune nei bimbi già da neonati. La tosse, così come la febbre, è un meccanismo di difesa che l’organismo pone in essere per contrastare virus e batteri. Quindi non terrorizziamoci per una tosse che non passa, ma non sottovalutiamo, semmai poniamola all’attenzione del pediatra di libera scelta o del medico di guardia.

Può interessarti:  Al via a Marsala il “Premio 91025”

Una diarrea in un bimbo sopra l’anno di vita e non ingravescente non è una condizione da Pronto soccorso.

Anche le ferite, così come i traumi, quando sono superficiali e non riguardano parti del corpo quali il viso o la testa, possono essere gestiti in regime non di Pronto Soccorso. Altro motivo di corsa è il mal d’orecchi, sintomo comunissimo nei bimbi di tutte le età e raramente necessitante di cure ospedaliere. Pure i temuti morsi di insetto, nove volte su dieci non necessitano di cure d’emergenza.

Quando invece è necessario andare?

La febbre del bimbo piccolissimo va sempre attenzionata, soprattutto se raggiunge temperature elevate. Quindi un neonatino con febbre a 40 che non scende va portato in Pronto soccorso. Stessa cosa vale se il bimbo, di qualsiasi età, presenta convulsioni febbrili o svenimento o rigidità della nuca. Si deve andare in Pronto soccorso per i traumi che seguono a cadute importanti (neonati che cadono dal fasciatoio per esempio). Quando il bambino cadendo batte la testa, se contestualmente presenta mancamento, vomito, momenti di assenza, va portato in Ps. Occhio anche a traumi importanti a livello addominale o quando, giocando, il bimbo batte gli arti contro un ostacolo e accusa dolore forte e difficoltà a muovere la parte interessata. Le ustioni, se sono importanti e soprattutto se riguardano il viso vanno verificate in Ps, così come la caduta incidentale di denti. In quel caso i genitori farebbero bene a portare con se i dentini, perché, giocando sulla velocità, è possibile rimetterli in sede.
Se si sospetta una reazione anafilattica, a seguito dell’ingestione di un alimento o dopo una puntura di insetto, è bene andare in Pronto soccorso, avendo chiaro che i sintomi di anafilassi sono edema, dispnea e stato di malessere molto importante.

Può interessarti:  Tre domande alla pediatra: raffreddore frequente nei bambini, quel che c’è da sapere

Se la tosse diventa ingravescente al punto da provocare mancanza di respiro, é bene andare in Ps, potrebbe trattarsi dell’ingestione accidentale di corpo estraneo o di una crisi asmatica importante. In caso di soffocamento con il cibo o con qualsiasi corpo estraneo  (premesso che é sempre bene conoscere le manovre di primo soccorso pediatrico) ci si deve recare subito in un punto di primo accesso ospedaliero.

Parola d’ordine buon senso

Il genitore conosce il proprio bambino meglio di qualsiasi medico. Se nota che le condizioni generali sono buone, inutile portare un bimbo in ospedale sol perché ha delle scariche di diarrea o febbre alta o una tosse insistente. Ricordiamo che i Ps sono posti dove é facile imbattersi in un’infezione ospedaliera, questo al netto delle procedure igieniche poste in essere. Si deve andare sempre in situazioni di urgenza: svenimento, dolore fortissimo alla testa accompagnato da vomito e stato confusionale, perdita di conoscenza dopo una caduta. Affinché i medici possano svolgere bene il loro lavoro, i genitori devono collaborare facendo un accesso razionale ai punti di primo accesso, così da non sottrarre tempo e personale ai casi davvero meritevoli di attenzioni.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

WC Captcha 4 + 3 =