C’è anche la firma del professore Antonio Cascio, infettivologo e primario all’Uoc di Malattie infettive del Policlinico di Palermo, nel protocollo per la riapertura in sicurezza del settore dell’intrattenimento e dei locali.
Un settore che, più degli altri, sta soffrendo per l’emergenza Covid e che, quando potrà riaprire, dovrà seguire delle regole ben dettagliate. Il protocollo, presentato al Ministero della Cultura, vede tra i firmatari anche il presidente della Siae Giulio Rapetti – meglio conosciuto come Mogol – e l’approvazione di esperti medici quali: il professore Pier Luigi Lo Palco, il professore Matteo Bassetti, e il dottore Enrico Alagna, specialista in Igiene e Medicina preventiva.
Abbiamo chiesto un commento al professore Cascio, circa i contenuti del protocollo
“Il protocollo di prevenzione nelle imprese di intrattenimento, spettacolo, sale da ballo e locali, ha l’obiettivo di realizzare vere e proprie aree Covid free, coniugando l’esigenza degli imprenditori di riaprire alle migliori condizioni possibili al rispetto e alla tutela dei clienti e dei dipendenti.
Il protocollo prevede la tracciabilità, attraverso idonei sistemi di biglietteria elettronica, della negatività al Covid, rilevabile attraverso la patente vaccinale e i tamponi antigenici, la predisposizione di piattaforme informatiche in grado di gestire il flusso di informazioni e rigorose misure sanitarie per personale e clienti. Ci siamo confrontati con realtà europee come Olanda e Spagna, che si sono mosse in anticipo. Siamo fiduciosi che l’approvazione di questo protocollo, che dovrà essere vagliato anche dal Ministero alla Salute, potrà salvare la stagione estiva di un comparto che, più degli altri, sta soffrendo in questa pandemia. Stiamo lavorando anche per la realizzazione di un evento test, così come già fatto in altri paesi europei.”
Professore, a proposito di riapertura, dal 26 si dovrebbe ripartire, che ne pensa?
Io sono per la ripresa della normalità, ma ovviamente ci vuole prudenza. Quando, a maggio scorso, sono riprese le regolari attività, i contagi erano bassissimi. Ad oggi, viaggiamo a una media di 15.000 nuovi positivi al giorno. Questo dato non va trascurato. La gente deve avere ben chiaro che sì potrà riprenderà una routine quanto più normale possibile, ma dovrà farlo con estrema prudenza, per non correre rischi ed anche nuove chiusure.
Qualche consiglio pratico per tutelarsi dopo le riaperture?
I locali, come già è noto, è bene che servano le consumazioni in tavoli all’aperto. Andrà rispettata la distanza e il numero massimo di clienti a cui dare accesso. Se in un locale si sceglie di festeggiare una ricorrenza, attenzione: tavoli distanziati, organizzati per gruppi di congiunti, no ai balli di gruppo, agli abbracci, alle foto tutti insieme senza mascherine. Tutte queste occorrenze si sono verificate la scorsa estate e gli esiti sono sotto gli occhi di tutti. Attenzione anche ai mezzi pubblici. Che senso ha distanziarsi nei locali, se poi sugli autobus o in metropolitana si sta tutti ammassati? Lì una delle cause principali dei contagi. Se non si seguiranno queste regole, le aperture rischiano di creare nuovi focolai. Invoco inoltre maggiori controlli. Se non si vigila sul territorio, difficilmente si arriverà all’obiettivo dell’abbattimento dei contagi.
Vacanze estive, possiamo iniziare a prenotarle?
Perché no. Andare al mare non comporta rischi: siamo all’aria aperta e sotto i raggi del sole. Ovviamente evitiamo di affollarci tutti sotto a un ombrellone. Nei lidi manteniamo le distanze. Non affolliamo i locali in maniera scellerata. Lo stesso vale per le vacanze in montagna e nelle località d’arte. Anche soggiornare in hotel, case vacanze, camper non è rischioso, se fatto con criterio e nel rispetto delle norme anti Covid, che tutti ormai conosciamo bene.
Un alt però potrebbe arrivare per via dei pass per uscire dalla propria regione e andare in un altra?
Questa eventuale occorrenza non mi trova d’accordo. Ben vengano i pass per accedere in discoteca, nei locali e via dicendo. Ridurre però la libertà di circolazione nel territorio nazionale non la trovo una scelta giusta. Bene la prudenza: se sono in una zona endemica evito di spostarmi in una regione Covid free, a meno che non vi sia una necessità reale. Ovvio che andranno rispettate eventuali quarantene e fatti i tamponi, ma porre una sorta di dogana tra le regioni, non mi sembra la scelta giusta.
Sul fronte vaccini, siamo ancora lontani dalla vaccinazione di massa, come pensa si risolverà il problema?
La campagna vaccinale non sta sicuramente rispettando la tabella di marcia prevista. Ci si augura che entro poco tempo si possa ingranare la marcia con gli adeguati rifornimenti e con l’introduzione dei nuovi sieri.
A proposito, come procede la sperimentazione del vaccino italiano e quando sarà disponibile?
La sperimentazione del siero Reithera procede, anche il mio gruppo di studio va avanti spedito. Siamo nella fase di somministrazione delle seconde dosi e stiamo andando bene. Pochi effetti collaterali e tutti non gravi. Siamo fiduciosi che, al massimo entro gennaio 2022, il vaccino italiano sarà disponibile.