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Pronti per l’asilo nido?

Una scelta difficile e importante che può diventare una risorsa. Per mamme e bambini

Settembre è alle porte e per molti piccolissimi inizierà l’avventura dell’asilo nido. Un’esperienza che molte mamme vedono quasi con terrore. Eppure, in Italia, il 30% dei neonati è iscritto al nido già a quattro mesi di vita. Le famiglie mononucleari, la fine del periodo di riposo di maternità, fanno sì che la scelta del nido sia diventata una routine per molti bimbi.

L’asilo nido è una risorsa

Dalla Società nazionale di Pediatria incoraggiano: il nido è una risorsa. Non è un parcheggio e non deve mai diventare un “supplizio” nè per i genitori nè per i bambini. Al nido il bimbo inizia un reale processo di socializzazione e di confronto. Impara a comprende che il mondo non si limita al solo nucleo familiare, ma che si apre a volti, spazi, odori e colori differenti.

 i 10 consigli della Società nazionale Pediatria per un approccio sereno al nido:

1) I bimbi hanno una capacità emotiva di comprensione che si attiva immediatamente. È bene quindi che i genitori, quando discutono della scelta di mandarli al nido, lo facciano con serenità, senza frasi ansiogene, senza sguardi impauriti. I nostri figli sono spugne. Se l’approccio al nido del genitore è spaventato, anche il loro approccio sarà spaventato.

2) Scegliere bene la struttura. Esistono tante concezioni di asilo nido (che possono ispirarsi ai vari Montessori, Piaget, Waldorf e via dicendo). È importante che il genitore scelga la struttura che gli dia fiducia. Il nido è una seconda famiglia e occorre affidarvi i propri bimbi con serenità. Riconoscere nelle insegnanti e nelle educatrici delle figure valide è uno step fondamentale. Se vi è un buon motivo per cui una struttura non vi convince (dal punto di vista della sicurezza, della poca trasparenza – ad esempio non tutti gli ambienti sono visitabili – o della gestione della routine quotidiana) passatene in rassegna altre.

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3) Spiegate al bimbo la nuova esperienza che lo aspetta. Anche se è piccino piccino, non vuol dire che non capisca. Affrontare il discorso “nido” con un libro interattivo può essere un modo per iniziare la conoscenza.

4) Non usare mai termini ed atteggiamenti di ricatto o terrore legati all’asilo nido. Può succedere, in momenti di eccessiva stanchezza, di pronunciare la frase: “tanto tra pochi giorni andrai all’asilo e io sarò finalmente serena”. Frasi del genere vanno evitate sempre. Anche di fronte a bimbi di pochi mesi. Così come va evitata la frase: “se fai il bravo sabato rimani con mamme e non vai all’asilo”. Non è una ricompensa non mandare i bimbi a scuola. Questo messaggio va evitato sempre. Oggi come domani.

5) Far conoscere l’asilo al bimbo. Portarlo ancor prima di iniziare l’inserimento. Fargli vedere i giochi, l’area all’aperto, la zona pappa. Spiegargli, con tranquillità, che, da lì a poco, trascorrere delle giornate in compagnia di altri bimbi.

La routine casalinga e l’inserimento sereno

6) Iniziare una routine casalinga che lo abitui a quella del nido. Orario di sveglia e nanna regolari, pasti e spuntini a ore convenute. Il piccolo, in tal modo, affronterà una giornata a scuola, scandita da orari e abitudini, in maniera più tranquilla.

7) Inserimento sereno. Non si può prevedere quanto durerà l’inserimento al nido e non occorre avere fretta. Le strutture qualificate comprenderanno se il vostro piccino ha difficoltà a staccarsi dal contesto familiare e vi consentiranno di allungare il periodo di inserimento. Ci vuole pazienza ed anche in questo caso fiducia. Un buon team di insegnanti ed educatrici saprà guidarvi in maniera equilibrata senza accelerare i tempi o senza allungarli troppo.

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8) Mai forzare la sensibilità del bambino. Se, durante i primi giorni di nido, il bimbo necessita di stare ancora qualche minuto con la mamma (o con il papà) è giusto che lo faccia. Delle buone educatrici non “strapperanno” mai dalle braccia della mamma il piccolo. Lo indirizzeranno con decisione, dolcezza e rispetto dei tempi a giocare con gli altri bimbi. Al contrario, il piccolo potrebbe associare il nido all’idea del distacco forzato e quindi vederlo come una punizione non come un luogo di gioco e socialità.

9) Se il bimbo proprio non vuole saperne di lasciare il genitore (o la figura che segue l’inserimento, nonni o baby sitter), occorrerà, pazienza e risolutezza. Un abbraccio, un bacio e sempre il saluto con la mano. Mai utilizzare sotterfugi quali nascondersi in un’altra stanza o andare via di soppiatto. Il saluto rende l’idea del ritorno, la fuga quella dell’abbandono.

10) Le mamme, spesso, nutrono un forte senso di colpa nel lasciare il loro piccolo al nido. A volte la scelta è inevitabile per ragioni di lavoro, altre, in caso di mamme casalinghe, disoccupate o free lance, può essere dettata dalla necessità di riordinare la propria routine (qualche ora di tempo per sè, per la casa, anche per un lavoro saltuario, sono legittime anzi aiutano ad essere madri più serene). Occorre vivere il nido come un’opportunità di crescita che stiamo dando al nostro bambino. Di contro, quando possibile, una volta prelevato il piccolo sarebbe ideale passare del tempo solo con lui. Mezz’ora al parco, in libreria o a casa a giocare per terra. Questo piccolo rituale dà sicurezza, salda il rapporto e fa tanto bene anche alla mamma.

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